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Martin Bailey
Leggi i suoi articoliIl modello del «Ritratto di giardiniere» di Vincent van Gogh, conservato alla Galleria Nazionale d’Arte moderna di Roma, ha finalmente un nome. È stato identificato in un appunto che riporta i ricordi di un dipendente, negli anni 1889-90, dell’ospedale psichiatrico di Saint-Paul-de-Mausole, dove l’artista era ricoverato. Il ritratto di Van Gogh raffigura un giovane uomo dall’espressione amichevole, vestito in abiti vivaci e che posa sicuro di sé in una verdeggiante radura. Lo sfondo è il giardino del manicomio, con il muro posteriore che proteggeva i pazienti.
Il ritratto, il più bello tra quelli che Van Gogh dipinse in manicomio, è stato sempre avvolto nel mistero. Il soggetto era indicato come «il giardiniere» quando venne esposto per la prima volta nel 1908 e successivamente descritto come un contadino, un agricoltore o un mietitore. Gli sforzi per identificarlo si erano finora dimostrati vani.
L’inedito appunto, nella documentazione del Musée Estrine di Saint-Rémy-de-Provence, riporta una dichiarazione di Louis Poulet, il cui contenuto gli sarebbe stato riferito dal bisnonno François, che morì nel 1954. All’epoca di Van Gogh, François Poulet lavorava al manicomio come assistente e addetto alle carrozzine. Accompagnava spesso l’artista fuori dall’istituto per permettergli di dipingere il paesaggio provenzale. Secondo l’appunto di Louis, il bisnonno gli disse che il ritratto rappresentava Jean Barral (1861-1942). Ciò sembra altamente attendibile. Barral era nato il 21 gennaio 1861. Quando si sposò nel 1887 a Saint-Rémy-de-Provence venne descritto come un «cultivateur» (contadino) e alla nascita di sua figlia nel 1890 era «un journalier» (lavoratore a giornata). È d’altronde assai probabile che abbia lavorato nei giardini o nei terreni del manicomio. Avrebbe dovuto avere 28 anni quando venne realizzato il ritratto, cosa compatibile con la figura nel dipinto.
La famiglia Poulet, che registrò il suo nome, visse per generazioni appena fuori il manicomio. Il loro appunto mi ha portato a scoprire la storia di Jean. Era figlio di Jean Pierre, un cestaio ambulante. La nascita ebbe luogo all’una del mattino «sul suo carretto» mentre si trovavano a Eyragues, sei chilometri a nord di Saint-Rémy-de-Provence. Nel ritratto Jean appare come il paradigma dell’ottimismo giovanile, ma la tragedia era alle porte. Il 10 maggio 1890 sua moglie diede alla luce la primogenita, una bimba di nome Adeline, che morì appena dieci giorni dopo. Il decesso avvenne il giorno prima dell’uscita di Van Gogh dal manicomio, quindi l’artista potrebbe non aver mai saputo della traumatica perdita sofferta dal suo amico.
Il ritratto venne rubato dalla Galleria Nazionale d’Arte moderna di Roma da uomini armati nel 1998, ma pochi giorni dopo venne recuperato dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio culturale, nascosto sotto un letto, avvolto in una coperta, in un appartamento nelle vicinanze. Fino al 28 ottobre è in prestito alla Fondation Van Gogh di Arles, per la sua mostra «Soleil chaud, soleil tardif. Les modernes indomptés».

«Ritratto di giardiniere (Jean Barral)» (settembre 1889), particolare, di Vincent Van Gogh, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna
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