Christoph Radl, «Balthasar», 2022, ispirato da Balthus (Balthasar Klossowski de Rola), «Thérèse Dreaming», 1938

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Christoph Radl, «Balthasar», 2022, ispirato da Balthus (Balthasar Klossowski de Rola), «Thérèse Dreaming», 1938

Christoph Radl ispirato da un’antica civiltà del New Mexico

L’allegro personaggio «Fat Boy», che decorava l’interno di ciotole, piatti e contenitori Mimbres, diventa protagonista dei 60 acquerelli realizzati dal versatile artista austrico e in mostra da Antonia Jannone

«Fat Boy» è saltato fuori da una ciotola del primo secolo della civiltà Mimbres realmente esistita in New Mexico e scomparsa verso il 1150 d.C., e «ha scelto» di rileggere e interpretare con occhi freschi la storia dell’arte, scegliendo di misurarsi con quel che più lo interessa. Il risultato è una serie di 60 acquerelli, dipinti da Christoph Radl tra il 2019 e il 2022, dal 28 gennaio al 28 febbraio in mostra a Milano da Antonia Jannone.

Il «Fat Boy» «quando esce per la prima volta dalla sua ciotola si muove un po’ goffamente, insicuro, instabile per via di una pancia enorme, racconta Radl, ma a poco a poco prende confidenza con questo nuovo mondo. Così quando incontra Georg Baselitz fa subito la verticale, e poco dopo con Andrea Mantegna si sdraia su un tavolo per essere visto nella giusta prospettiva. Nel momento in cui vede la rosa nera di Jannis Kounellis se ne appropria, per provare qualche istante dopo a mettersi in una delle posizioni accasciate che lo divertono tanto delle ragazze di Pablo Picasso. E poi arriva l’incontro con “Le tre Grazie” di Raffaello».

«Fat Boy» nel suo percorso si adatta alle dimensioni sempre uguali del foglio che Radl ha scelto per lui, ma il modulo all’occorrenza si moltiplica, quando Henri, Guido, Francis, Edvard lo richiedono. Ovviamente Damien ha bisogno di molto spazio, ma meno di Leonardo, e il gioco del visitatore è indovinare quale opera e quale artista hanno ispirato di volta in volta «Fat Boy».

Con la sua sorniona ironia, Radl ha dato vita al curioso ragazzo ciccione, e soprattutto ha soddisfatto un ulteriore aspetto della propria versatilità e della propria attività di art director. Abituato a muoversi professionalmente nel mondo digitale, qualche anno fa ha sentito l’esigenza di tornare alle origini della manualità artistica, stimolato da una scatola di acquerelli, regalo della moglie Teodora. «Si tratta semplicemente di dipingere. È il processo fisico di stendere piccole quantità di pigmento disciolto in acqua sulla carta. È l’applicazione manuale di colori su una superficie naturale». Così ha preso vita l’allegro «Fat Boy», che decorava insieme con altri disegni simbolici l’interno di ciotole, piatti e contenitori Mimbres, scoperto durante una ricerca sulla ceramica, una delle passioni di Radl, che ha realizzato collezioni di coloratissime ceramiche sia per Bitossi che più recentemente per Cabana.

Nato nel 1954, austriaco, il talentuoso Radl è di base in Italia da decenni. Noto oggi come direttore creativo di «Cabana Magazine», ha attraversato tutti i possibili mondi visuali dagli anni Ottanta in poi. Ha lavorato lungamente con Ettore Sottsass, progettato l’immagine di Memphis e con il suo Studio di art direction, comunicazione e graphic design lavora per Armani, Ferragamo, Tod’s, Pucci e Trussardi. Inoltre realizza campagne per Alessi, Cassina, Sony, Zanotta, cura iniziative editoriali per moltissime gallerie e musei, da Palazzo Grassi al Museum of Contemporary Art di Chicago, dal Guggenheim di Bilbao alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. È stato per quindici anni art director di «Interni», e si è sempre mosso tra arte, design, architettura e lifestyle, coniugando tradizione e contemporaneità. Il senso del gioco che si dispiega con «Fat Boy» si ritrova nella biografia del suo sito: dichiaratamente creata con ChatGPT, solo a piè di pagina corretta dall’artista, adesso anche antropologo e scopritore di civiltà scomparse.

Christoph Radl, «Max», 2019, ispirato da Max Beckmann, «Self-Portrait in Tuxedo», 1927

Christoph Radl, «Robert G», 2019, ispirato da Robert Gober, «Untitled», 1995-97

Michela Moro, 27 gennaio 2025 | © Riproduzione riservata

Christoph Radl ispirato da un’antica civiltà del New Mexico | Michela Moro

Christoph Radl ispirato da un’antica civiltà del New Mexico | Michela Moro