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Restauro in corso del Duomo di Milano con cartellone pubblicitario di Urban Vision

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Restauro in corso del Duomo di Milano con cartellone pubblicitario di Urban Vision

Come Urban Vision cambia le città: 396 restauri sponsorizzati per 298 milioni di euro

«Le istituzioni beneficiano di risorse e i brand guadagnano visibilità», spiega Gianluca De Marchi, ceo dell’azienda che ora ha acquistato «Rolling Stone» e «ArtNews» per «rivoluzionare la comunicazione urbana»

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Arianna Antoniutti

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«Tomorrow’s Cities, Today». Questo è il motto che campeggia sul sito di Urban Vision, la società nata esattamente vent’anni fa, nel 2004, su iniziativa di Gianluca De Marchi, Fabio Mazzoni e Daniela Valenza, e che si è attestata come leader in Europa nel settore del restauro del patrimonio culturale e dell’innovazione urbana. Grazie allo strumento del restauro sponsorizzato, Urban Vision è divenuta parte della trasformazione dei centri storici delle grandi città, coniugando, all’azione di tutela, la forte visibilità per i brand che impegnano risorse economiche nel restauro conservativo dei monumenti. Sulle facciate degli edifici storici, delle chiese o anche sui ponteggi che abbracciano gli obelischi (come nel caso del restauro dell’obelisco in piazza del Popolo a Roma), si stagliano le immagini delle grandi campagne pubblicitarie, evolutesi, negli ultimi anni, grazie al digitale, in sofisticate video animation 3D. Queste affissioni, in formato maxi o su display, dal forte impatto visivo e dall’innovativo contenuto tecnologico, hanno consentito la realizzazione di 396 progetti di restauro, per un valore complessivo di 298 milioni di euro

Le fontane di piazza San Pietro in Vaticano (l’una di Carlo Maderno, l’altra di Bernini), il Monumento a Emanuele Filiberto in piazza San Carlo a Torino, il Palazzo dell’Arengario in piazza Duomo a Milano sono solo alcuni dei progetti portati a termine, tutti uniti dal comun denominatore della rilevanza e dalla centralità dei siti prescelti. Lo stesso criterio è applicato anche all’estero, perché Urban Vision ha conosciuto una forte espansione internazionale. Con sedi operative e legali a Milano, Roma, Londra, Madrid e Lugano, Urban Vision si muove anche in realtà urbane come Detroit, Dubai, Brasilia, Berlino, Pechino e Chengdu... In Europa, Urban Vision si caratterizza inoltre come l’unica media company «green» che realizza i propri impianti con la tecnologia The Breath®: un tessuto progettato per assorbire e disaggregare le particelle nocive presenti nell’aria, una tecnologia all’avanguardia capace di ridurre l’inquinamento atmosferico causato da automobili, sistemi di riscaldamento ed emissioni industriali. 

Ultima frontiera, è la dimensione del network digitale: Urban Vision ha annunciato l’acquisizione di testate come «Rolling Stone» e «ArtNews» per portare, in maniera inedita, nelle strade e nelle piazze, contenuti editoriali. Una novità che ci illustra Gianluca De Marchi (Roma, 1972), ceo di Urban Vision, noto al grande pubblico per i suoi trascorsi di attore (tra l’altro, in «Mine vaganti» di Ferzan Özpetek), nonché per essersi unito civilmente nel 2022 a Massimo Osanna, direttore generale Musei del Ministero.

Dopo vent’anni dalla nascita, qual è il bilancio di Urban Vision e della sua idea di restauro sponsorizzato?
Urban Vision è nata nel 2004 dall’idea condivisa tra me, Fabio Mazzoni e Daniela Valenza, gli altri due soci fondatori, con l’obiettivo di tutelare e valorizzare il patrimonio culturale italiano sfruttando le risorse generate dalla pubblicità. Abbiamo creato un modello di business innovativo, il restauro sponsorizzato, che ha permesso di finanziare importanti interventi culturali grazie al contributo di aziende italiane e internazionali. Oggi il nostro modello, completamente Made in Italy, è esportato a livello globale. Attraverso la nostra vocazione alla tutela del patrimonio artistico, siamo orgogliosi di aver completato in vent’anni 396 restauri, tra edifici storici e opere d’arte, per un valore complessivo di 298 milioni di euro. Tra i progetti più rilevanti spiccano il restauro del Duomo di Milano (attualmente in corso), della Fontana della Barcaccia a Roma, e del colonnato berniniano di piazza San Pietro in Vaticano. 

Il restauro, appena completato, della Basilica di Santa Maria del Popolo a Roma è un esempio di virtuosa collaborazione tra pubblico e privato. Come gestisce Urban Vision un rapporto così? Quali i principali benefici in tale ambito e, al contrario, le criticità ancora da risolvere?
La collaborazione tra pubblico e privato è uno dei pilastri su cui si basa la nostra attività. Urban Vision funge da ponte tra istituzioni e aziende, facilitando investimenti privati per il restauro di beni culturali pubblici. Questo modello crea un circolo virtuoso: le istituzioni beneficiano di risorse economiche per la conservazione del patrimonio, mentre i brand guadagnano visibilità associandosi a valori culturali e sociali di alto profilo. Le principali sfide rimangono l’iter burocratico e i tempi spesso lunghi delle autorizzazioni. Tuttavia, con il dialogo costante tra le parti, siamo riusciti a sviluppare una metodologia che riduce le criticità, garantendo risultati concreti e di alta qualità.

Le vostre operazioni avvengono sempre in luoghi nevralgici delle città, spesso, nel cuore dei centri storici. Come si scelgono luoghi e progetti?
La scelta è guidata da due fattori principali: il valore storico culturale del bene e il potenziale di visibilità per i brand. Operiamo in luoghi iconici e centrali per garantire un impatto visivo forte e significativo. Collaboriamo con esperti del patrimonio e istituzioni per identificare ogni necessità, assicurandoci che ogni progetto generi valore per le comunità locali e per i partner commerciali.

Urban Vision è «Official Supporter» del Giubileo 2025. Che cosa comporta questo impegno? 
Essere Official Supporter rappresenta per noi un’opportunità unica di unire innovazione e tradizione. Abbiamo inaugurato il nostro impegno con l’installazione di un innovativo impianto Led presso l’ingresso del Centro Pellegrini, Info Point in via della Conciliazione 7, a pochi passi dalla Basilica di San Pietro, che garantisce una visibilità dinamica e immediata delle comunicazioni destinate ai pellegrini. L’innovativo impianto di comunicazione per l’Info Point rappresenta solo la prima di una lunga serie di iniziative che Urban Vision ha in programma per supportare il Dicastero nella comunicazione delle attività del Giubileo. Inoltre, recentemente, abbiamo prodotto e inaugurato «Paradisus. Artificio di luce», un’installazione luminosa che celebra il pellegrinaggio e il significato profondo del cammino nell’anno giubilare. Si tratta di una reinterpretazione della volta della Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini attraverso il videomapping. Un progetto che fonde arte, tecnologia e patrimonio culturale, arricchendo le celebrazioni dell’anno del Giubileo. 

Avete annunciato che un nuovo capitolo per Urban Vision è la dimensione di network digitale. Che cosa significa, in pratica?
La nostra evoluzione in Media Company segna un traguardo fondamentale. Siamo il primo gruppo editoriale a portare contenuti direttamente nelle strade e nelle piazze delle città, rivoluzionando il concetto di comunicazione urbana. Abbiamo già acquisito testate iconiche come «Rolling Stone» e «ArtNews» e avviato una collaborazione con «Viva El Futbol» (format di approfondimento calcistico, Ndr). Nei prossimi mesi, il nostro network si espanderà ulteriormente con l’acquisizione di nuove testate dedicate a lifestyle, economia, finanza, food e molti altri settori, per offrire un panorama editoriale ancora più ricco e diversificato. Attraverso i nostri maxischermi Led, i contenuti editoriali diventano una componente essenziale degli spazi urbani, consentendo ai cittadini non solo di accedere alle informazioni ma anche di interagire in tempo reale. Questo modello integra comunicazione digitale, sponsorizzazione del patrimonio e innovazione tecnologica, trasformando gli spazi pubblici in ecosistemi culturali, sociali e sostenibili.

Arianna Antoniutti, 02 febbraio 2025 | © Riproduzione riservata

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