Simone Facchinetti
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Chi non conosce un art advisor? Ormai ne siamo circondati. Sono più numerosi degli scoiattoli grigi del Central Park di New York. Chi possiede una collezione sente la naturale necessità di affidarsi a uno di loro. Dato che in Italia sono prolificati i collezionisti (privati e istituzionali) anche il numero degli art advisor si è naturalmente moltiplicato. Ma da dove vengono? Che formazione hanno? A quale sindacato sono iscritti? In Italia non esiste un percorso codificato, chiunque può svegliarsi un giorno e dire: «faccio l’art advisor». Per capire qualcosa di più ci siamo rivolti all’Association of Professional Art Advisors di New York (Apaa) e al suo presidente, Alex Glauber, al quale abbiamo rivolto qualche domanda.
L’Apaa è nata dall’esigenza di rispondere alle sempre più frequenti richieste di consulenza specialistica o semplicemente per definire in modo sistematico un profilo professionale?
Fondata nel 1980, l’Association of Professional Art Advisors (Apaa) è stata creata per soddisfare l’esigenza di stabilire principi e linee guida standard nel mercato dell’arte, spesso opaco e non regolamentato. L’Apaa promuove standard di conoscenza, di studio e di pratica etica nel campo della consulenza artistica.
Quali sono i requisiti per diventare membri dell’Apaa e quali competenze specifiche sono richieste?
L’adesione all’Apaa avviene su invito del Consiglio di amministrazione. I requisiti per l’adesione sono: avere un’istruzione avanzata e un’esperienza nello studio delle belle arti; lavorare come titolare della propria società di consulenza artistica per un minimo di 5 anni; non accettare opere d’arte in conto vendita; essere remunerati dai propri clienti ed essere pagati da una sola fonte per ogni transazione; assicurare trasparenza ai clienti circa la struttura dei compensi; dare priorità agli interessi dei clienti. Oltre a soddisfare i requisiti per l’adesione, i membri dell’Apaa devono avere una reputazione consolidata di onestà, integrità e professionalità e condividere i più alti standard di competenza nel loro campo.
Come verificate che le regole del vostro codice etico siano rispettate dai membri?
I membri dell’Apaa sono uniti da standard di professionalità e sostengono un nucleo di principi etici nel loro lavoro con aziende, progetti d’arte pubblica e collezioni private. I singoli membri sono sostenitori obiettivi che lavorano esclusivamente nell’interesse dei loro clienti e si distinguono per l’adesione al codice etico dell’Apaa, che sottoscrivono annualmente. Il Consiglio di amministrazione è sempre attivo nell’esaminare le pratiche commerciali e l’evoluzione del mercato dell’arte.
Ci descriva il profilo ideale di un art advisor.
Un consulente dell’Apaa è un esperto riconosciuto nel proprio campo e si impegna a promuovere il valore dell’arte nel settore pubblico e privato. I nostri membri dimostrano competenza nel mercato dell’arte e mantengono buoni rapporti di lavoro all’interno della comunità artistica. Inoltre, devono possedere conoscenze approfondite in un’ampia gamma di settori, tra cui una metodologia di qualità museale in tutti gli aspetti della salvaguardia e della conservazione delle belle arti. In primo luogo è fondamentale che gli advisor dell’Apaa forniscano servizi nell’interesse dei loro clienti.
Chi, tra musei e collezionisti, richiede maggiormente l’assistenza di un art advisor?
Chiunque sia interessato a costruire, valutare, vendere, mantenere o gestire una collezione d’arte può avvalersi dei servizi di un art advisor dell’Apaa che, nell’esplorare il complesso mondo delle belle arti, garantisce al collezionista consigli da professionista imparziale ed esperto, che lavora esclusivamente per conto del committente.
La vostra associazione ha dei competitor?
L’Apaa è l’unica organizzazione che definisce gli standard nel campo della consulenza artistica internazionale.
Fino a poco tempo fa nessun italiano faceva parte dell’Apaa (come volevasi dimostrare). Solo da qualche mese è stata ammessa Clarice Pecori Giraldi, figura molto nota e stimata nell’ambiente delle aste nel quale si è formata.
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