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Gloria de Risi © Riccardo Banfi

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Gloria de Risi © Riccardo Banfi

DAYDREAMERS. I sogni a occhi aperti del direttore e di sei galleristi. Gloria de Risi, Galleria FANTA - MLN, Milano

In attesa della 31ma edizione di Artissima sette dialoghi per scoprire come il pensiero spontaneo e creativo plasmi il mondo

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Jenny Dogliani

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In inglese daydreaming, il sogno a occhi aperti è un’attività di pensiero spontaneo e non deliberato, che sta acquisendo una sempre maggiore rivalutazione e una crescente attenzione da parte di neuroscienziati, filosofi e artisti. Ritenuto per secoli una distrazione irrilevante, il daydreaming coincide in realtà con la capacità sorgiva della mente di andare al di là dell’esistente, per proiettarsi in avanti rilanciando la nostra esperienza di vita senza alcun controllo da parte della ragione. Come confermano le ultime ricerche è un pensiero fortemente visivo e creativo, prossimo a quello artistico, capace di anticipare quanto ancora non c’è e di riplasmare il mondo esistente. La parola a Gloria de Risi della Galleria FANTA - MLN, Milano

Artissima invita quest’anno ad ascoltare i propri sogni ad occhi aperti, chiamando a raccolta una comunità di daydreamers, quella degli artisti e di chi accompagnano il loro lavoro, per intraprendere un viaggio emozionante alla scoperta del potenziale illimitato della mente umana. Quanto contano nel suo lavoro il daydreaming e la condivisione di sogni con artisti e curatori?

Scrivendo «sognare ad occhi aperti» su internet la prima definizione che appare fa riferimento ai più giovani, specificando che questi ultimi fantasticano di più, perché vogliono immaginare il proprio futuro, a differenza degli adulti che sembrano avere sempre meno tempo per farlo, forse perché ormai alienati dai sistemi che regolano quotidianamente la nostra contemporaneità. In questo senso, penso che l’arte possa fare una sua piccola parte nel sovvertire attraverso gesti anche minimi queste strutture, aiutandoci a sviluppare un pensiero critico e rendendoci più in allerta e quindi più capaci di comprendere la necessità e l’urgenza di immaginare, e di conseguenza praticare, futuri diversi.

Prima che fosse realtà, lavorare nel mondo dell’arte è mai stato il suo sogno a occhi aperti?

Ho sempre avuto una grande passione per l’arte e nel corso dei miei studi ho maturato il desiderio di lavorare in questo settore. Inizialmente immaginavo che il mio percorso si sarebbe sviluppato nella curatela, ma grazie all’esperienza avuta negli anni in galleria ho capito l’importanza di questo ruolo all’interno del sistema, nonché il privilegio di poter accompagnare gli artisti quotidianamente nella loro pratica e nella realizzazione dei loro progetti più ambiziosi. È questo che mi ha spinto ad aprire FANTA - MLN insieme ad Alberto Zenere e ad Alessio Baldissera. Ad oggi faccio un lavoro che forse non sapevo di sognare all’inizio della mia carriera, ma che amo moltissimo.

Ricorda un’opera d’arte che negli anni la ha particolarmente ispirata a sognare a occhi aperti?

Nel 2020 Roberto Fassone ha realizzato l’opera «Vicino a Fano», un’installazione sonora in cui all’interno di una stanza vuota echeggia una traccia audio realizzata registrando un gruppo di amici mentre scrutano il cielo in una sera d’estate alla ricerca di una stella cadente. Il canto dei grilli e il passaggio delle macchine sulla statale che fanno da sottofondo sono interrotti da improvvise espressioni come «Eccola!» e «L’hai vista?». Ogni volta che mi trovo immersa in quest’opera, non riesco a non esprimere un desiderio con loro.

Gli altri dialoghi 

Luigi Fassi 

Galleria  MATTA, Milano

Albion Jeune, Londra

ANTON JANIZEWSKI, Berlino 

 

Jenny Dogliani, 08 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata

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