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Giorgio De Chirico, «Spettacolo misterioso», 1971, Roma, Galleria nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

© Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma by SIAE 2010

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Giorgio De Chirico, «Spettacolo misterioso», 1971, Roma, Galleria nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

© Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma by SIAE 2010

Da Burri a Cattelan, la Gnamc alla Fondazione Puglisi Cosentino

53 opere dell’istituzione romana saranno esposte nella sede espositiva catanese per un’estrema sintesi delle principali linee dell’arte italiana dagli anni Settanta a oggi

Non è lo sbarco dei Mille in Sicilia ma poco ci manca, dal punto di vista artistico. Da sabato 25 ottobre approderanno a Catania, nelle sale di Palazzo Valle, sede della Fondazione Puglisi Cosentino, 53 opere della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, fino al 29 marzo 2026. La mostra si intitola «Da Burri a Cattelan 1970-2025» ed è curata dalla direttrice della Gnamc Renata Cristina Mazzantini e dallo storico dell’arte Gabriele Simongini

Non era mai accaduto prima d’ora che un nucleo tematico così importante e consistente delle collezioni di questo museo giungesse in Sicilia. Le opere esposte nel Palazzo Valle, capolavoro del barocco siciliano, instaurano tra loro e con quelle della collezione permanente della Fondazione Puglisi Cosentino infiniti dialoghi, inediti e sorprendenti. Ne viene fuori un’estrema sintesi, senza pretese di esaustività, ma sotto il segno della qualità e della polifonia linguistica, delle principali linee dell’arte italiana dagli anni Settanta a oggi, a cui si aggiungono alcuni pregevoli lavori di artisti internazionali legati in vari modi all’Italia: Alexander Calder, Hsiao Chin, Ahmet Güneştekin, Anish Kapoor, Mark Kostabi, Sol LeWitt, Ugo Rondinone, Kiki Smith

Il percorso documenta oltre cinque decenni di arte italiana: si parte da Alberto Burri, Pietro Consagra, Giorgio de Chirico, Renato Guttuso e Fausto Melotti, via via, passando per Gino De Dominicis, Mario Schifano, Ettore Spalletti, Enzo Cucchi, Giulio Paolini e Mimmo Paladino, in un percorso che si chiude con il lavoro dissacrante e sorprendente, «Sunday», del 2024, con i buchi dei proiettili su due pannelli placcati d’oro, di Maurizio Cattelan. Confrontandosi implicitamente anche con i cambiamenti della società, la mostra ripercorre l’Arte Povera, gli esiti rinnovati dell’Astrattismo, del Concettuale e della Pittura oggettuale, la Pittura colta e quella Analitica, la Transavanguardia, la Scuola di San Lorenzo, gli sviluppi creativi della fotografia, solo per dirne alcune. 

Alexander Calder, «Four white discs red rubber»», 1970, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

Renato Guttuso, «La visita della sera», 1980, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

Tra le opere della Fondazione Puglisi Cosentino si segnalano quelle dalle grandi dimensioni di Carla Accardi, Giovanni Anselmo e Jannis Kounellis (due) nella corte d’entrata, e poi Alighiero Boetti, Piero Dorazio, Roberto Fabelo, Jan Jedlička e Piero Pizzi Cannella nelle sale del piano nobile. «Questa mostra, dice Simongini a «Il Giornale dell’Arte», è l’avvio di una collaborazione triennale fra la Gnamc, che vanta la collezione più importante al mondo di opere italiane degli ultimi due secoli, con circa 20mila lavori, tra dipinti, disegni, sculture e installazioni, oggetti di design, filmati e fotografie, e la Fondazione Puglisi Cosentino di Catania che, dopo questo, porterà nei prossimi due anni ad altrettanti eventi espositivi quanto mai rilevanti. Sempre più, con la direzione di Renata Cristina Mazzantini, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea sta diventando un museo diffuso, in movimento, radicante, per usare il termine coniato da Nicolas Bourriaud fin dal 2009 utilizzando una metafora botanica, con l’innesto nato dalle parole “radice” e “errante”. È il museo che non resta immobile e che continua a sviluppare le sue radici man mano che avanza con la propria crescita durante il suo itinerario sempre più “errante” in Italia e nel mondo». 

Ben rappresentata è anche l’arte in Sicilia: Carla Accardi, Pietro Consagra con la «Città Frontale» (1968) legata all’edificio frontale Meeting di Gibellina, Emilio Isgrò, Renato Guttuso con «Muro di Erice» (1976) e «La visita della sera» (1980), «ambientata nel cortile pensile antistante lo studio di Guttuso in Palazzo del Grillo, a Roma, con la tigre, inaspettata visitatrice sul far della sera, che porta con sé la sua bellezza ma anche la sua potenziale ferocia», sottolinea ancora Simongini.

Maurizio Cattelan, «Sunday», 2024. © Gnamc. Photo: Alessandro Vasari

Gianfranco Ferroni, 20 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

Da Burri a Cattelan, la Gnamc alla Fondazione Puglisi Cosentino | Gianfranco Ferroni

Da Burri a Cattelan, la Gnamc alla Fondazione Puglisi Cosentino | Gianfranco Ferroni