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Jannis Kounellis, «Senza titolo», 1959

© Christie’s Images Limited 2025

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Jannis Kounellis, «Senza titolo», 1959

© Christie’s Images Limited 2025

Da Christie’s Parigi è record per un Klein blu e un Kounellis museale

Dalla capitale francese arriva la conferma del vigore del mercato italiano: vendite quasi totali, rilanci internazionali e risultati importanti

Elena Correggia

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Nonostante la pioggia di giovedì 23 ottobre, Christie’s ha dipinto di blu il cielo di Parigi. Lo ha fatto grazie al monumentale monocromo di Yves Klein, «California, (IKB 71)», di oltre 4 metri, il più grande dell’artista in mani private, che ha svettato nell’asta Avant-garde(s) including Thinking Italian raggiungendo 18,4 milioni di euro (la stima era a richiesta). Una tela che invita a immergersi in un ignoto totalizzante e che, per la prima volta all’incanto, ha messo a segno un record per Klein in Francia (Christie’s detiene anche il suo record assoluto, ottenuto da «Anthropométrie de l’époque bleue (ANT 124)», venduto a Londra nel 2022 per 27,2 milioni di sterline (31,5 milioni di euro circa). 

La vendita (59 lotti), seguita da una sala gremita e particolarmente partecipe, oltre che dai rilanci via web e telefono, ha totalizzato complessivamente 59 milioni di euro, (l’anno scorso il realizzo era stato di 50,8 milioni con poco più di cinquanta lotti), trainata dall’ottima performance degli artisti italiani. La conferma proviene dalle parole di Renato Pennisi, direttore e senior specialist, Christie’s global 20/21 century team for modern and contemporary art e responsabile dell’asta Thinking Italian: «Siamo molto contenti del risultato della sezione Thinking Italian, che ha dimostrato la solidità del mercato degli artisti italiani all'estero con una percentuale di venduto di poco inferiore al 100% e una ricca partecipazione di collezionisti privati internazionali». Uno degli esiti migliori di questa sessione è stato messo a segno dalla tela di Kounellis «Sans titre», del 1959, importante opera concettuale giovanile della serie degli Alfabeti che ha sfiorato 1,8 milioni (da una stima di 1-1,5), registrando il nuovo record mondiale per l’artista. L’opera era stata acquistata direttamente dall’autore alla fine degli anni ’70 ed era rimasta per mezzo secolo nella stessa collezione privata italiana. «Siamo particolarmente felici del risultato conseguito dalla museale opera di Jannis Kounellis che conferma ancora una volta quanto il progetto Thinking Italian sia la piattaforma migliore per presentare i capolavori dell'arte italiana», aggiunge Pennisi.

 

 

Yves Klein, «California», 1961. © Christie’s Images Limited 2025

Mario Schifano, «Grande quadro equestre italiano», 1978. © Christie’s Images Limited 2025

Dalla collezione di Alessandro Grassi, Il Senso del colore, ampiamente promossa da Christie’s, si è distinto Mario Schifano con un bell’exploit per «Grande quadro equestre italiano», del 1978 e dalla lunga storia espositiva, passato da una stima di 150-200mila a un’aggiudicazione per 508mila euro, mentre l’arazzo del 1989-91, frutto di una rara collaborazione fra Mimmo Paladino e Alighiero Boetti ha cambiato proprietario per 254mila euro (da 150-200mila). Per Boetti i risultati più convincenti sono arrivati da opere molto riconoscibili di serie famose come «Ammazzare il tempo», un insieme di trenta ricami venduto per 1,33 milioni (stima 1-1,5) e «Tutto e niente», una biro del 1983 passata di mano per oltre 406mila euro (250-350mila). Bene anche Lucio Fontana, in particolare per un «Concetto spaziale, Attese» del 1962, quattro tagli su fondo giallo che hanno realizzato 1,17 milioni (stima 600-800mila). Da segnalare inoltre l’interesse per una «Sfera con perforazione» di Arnaldo Pomodoro, mai passata all’asta, ideata nel 1966 e realizzata nel 1999, che è balzata da una valutazione di 250-350mila a un’aggiudicazione per oltre 533mila euro.

Buoni esiti nell’insieme, anche se meno brillanti, per alcuni lavori internazionali di punta su cui c’era attesa. Fra i lotti top sono stati ad esempio aggiudicati entro le stime la scultura riscoperta di Alberto Giacometti «Femme debout», del ’61-62, sostenuta da garanzia di terza parte e venduta per 5,4 milioni (stima 5-7 milioni), il ritratto femminile di Renoir del 1884, «Jeune fille au chapeau de paille» che ha raggiunto 1,33 milioni (1-1,5) e «Fiesole» di Nicolas de Staël, olio su tela del 1953 dalla tavolozza brillante, in origine appartenuto a Paul Rosenberg, che ha toccato, 1,27 milioni (1-1,5). Ottimo risultato per Marc Chagall con il romanticismo lirico di «Bouquet à l'âne jaune», del 1963, passato da 720mila-1 milioni a un’aggiudicazione per 1,7 milioni.

Fra le opere rimaste al palo si segnalano invece un lavoro intriso di misticismo onirico di Odilon Redon, «Profil dans une ogive, dit aussi Vierge aux fleurs» (stimato 700mila-1 milione) e un’opera di Giovanni Anselmo del 1969, «Trecento milioni di anni» (150-200mila). La sede parigina di Christie’s, sempre il 23 ottobre, è stata teatro anche della vendita Moderne(s), une collection particulière europénne, che ha celebrato come top lot l’opera puntinista «La Passerelle Debilly» di Paul Signac (olio su tela del 1903), passata di mano per 4,2 milioni di euro. Benché si tratti del record in Francia per l’artista, ci si aspettava forse di più da un lavoro significativo di Signac, lontano dal mercato da oltre 65 anni, la cui valutazione iniziale era di 4-6 milioni. Il Surrealismo continua invece ad affascinare il collezionismo internazionale, soprattutto per opere rare di maestri di prim’ordine. È questo il caso ad esempio di «Fruit d'une longue expérience», un collage a rilievo in legno e metallo dipinti di Max Ernst, del 1919, appartenuto a Paul Eluard, conteso fino ad una vendita per 3,3 milioni di euro, quasi tre volte la sua stima massima pari a 1,2 milioni. Ad aggiudicarselo è stato l’ex Christie’s, ora art advisor indipendente, Jussi Pylkkännen. Ha sicuramente fatto un buon affare chi poi è riuscito ad acquistare «Le matelas», un’opera di prim’ordine di Domenico Gnoli, del 1965, fresca per il mercato, che ha raggiunto 2 milioni (1,5-2milioni). Più contenuto invece l’entusiasmo per «Le ciel passe dans l’air», del 1927, sostenuto da garanzia, che ha concluso la sua corsa a 1,2 milioni, mentre la valutazione di partenza oscillava fra 1 e 2 milioni. L’incanto ha totalizzato nell’insieme 12,9 milioni con il 91% dei lotti venduti. Infine, ad essere stata ritirata prima dell’asta un’opera su carta di Schiele, «Seated Girl in Brown Dress (Valerie Neuzil)», del 1912, stimata 1-1,5 milioni, che non ha probabilmente raggiunto l’offerta di base sperata.

Max Ernst, «Fruit d'une longue expérience», 1919. © Christie’s Images Limited 2025

Elena Correggia, 24 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

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