Un’opera di Georg Baselitz apre il percorso della nuova mostra della Bourse de Commerce, sede parigina della Pinault Collection, intitolata «Corpi e anime» e allestita dal 5 marzo al 25 agosto. Si tratta della scultura, in legno di cedro e dipinta a olio, «Meine neue Mütze» («My New Cap») del 2003, inquietante, colossale (312x88x101 cm), prima scultura autoritratto dell’artista tedesco (Kamenz, 1938), segnato dalle sofferenze e dalle distruzioni della guerra lungo tutto il suo percorso creativo: rappresenta un bambino, con i piedi ben saldi per terra, solo apparentemente innocente, poiché in realtà tiene tra le mani un teschio che nasconde dietro la schiena.
La mostra, curata da Emma Lavigne, direttrice generale della Bourse de Commerce, si interessa alla rappresentazione del corpo umano nell’arte contemporanea, attraverso la lettura della collezione di François Pinault. Lungo i diversi spazi del suggestivo palazzo monumentale, nato come Borsa del grano nel ’700, sono allestiti i lavori di una quarantina di artisti, da Auguste Rodin a Duane Hanson, da Miriam Cahn ad Ana Mendieta, da David Hammons a Marlene Dumas, da Ali Cherri e Gideon Appah a Peter Doig. La mostra «esplora l’importanza del corpo nel pensiero contemporaneo, spiega Emma Lavigne in una nota dell’istituzione parigina. Liberato da ogni morsa mimetica, il corpo, fotografato, disegnato, scolpito, filmato o dipinto, non cessa mai di reinventarsi, conferendo all’arte un’organicità essenziale che le permette, come un cordone ombelicale, di essere all’ascolto del corpo e dell’anima umana».
Il percorso è suddiviso in sezioni tematiche. La galleria 4 analizza il tema del «corpo testimone», con le opere, tra gli altri, di Philippe Guston (1913-80) e Duane Hanson (1925-96) che «portano le stigmate della Storia». Per il primo, autore di «Housepainter I» (1984-88), la morte di Martin Luther King e di John F. Kennedy, per il secondo, autore di «Lamp» (1974), la guerra nel Vietnam. In questa sezione sono allestiti anche lavori di William Kentridge, Anne Imhof, «A Cry From the Inside» di David Hammons, della serie dei «Body print» iniziata nel 1968, e i potenti ritratti di personaggi neri della londinese Lynette Yiadom-Boakye. Il secondo grande tema è «il corpo esposto», che presenta una delle prime «Nana» di Niki de Saint Phalle, la «Nana Noir» del 1965, ispirata all’attivista per i diritti umani Rosa Parks. Sono allestite anche due opere di Marlene Dumas, «Candle Burning» (2000), ispirata ai club di striptease, e «Birth» (2018), che rivisita la figura della Venere. Si incontra qui anche la sola opera di Rodin, il sensuale e dinamico «Iris, messagère des dieux» (1890-91). L’ultima sezione, «L’anima al corpo», propone l’installazione eterea di Miriam Cahn «Ritual» (2002) e «Avignon», (2014) monumentale e drammatica installazione in otto tele sospese di Baselitz, autore che, così come l’ha aperto, chiude anche il percorso della mostra.
Ma la visita della Bourse de Commerce continua nello spazio della Rotonda, sotto la cupola vetrata, con la presentazione, per la prima volta a Parigi, di «Love is the Message, the Message is Death» (2016), tre film dell’artista statunitense Arthur Jafa (dal 5 marzo al 26 maggio). Installazione, curata da Matthieu Humery, consigliere per la fotografia della Bourse de Commerce, che trasforma lo spazio «in una cassa di risonanza della musica e dell’impegno delle icone africane americane, Martin Luther King Jr., Jimi Hendrix, Barack Obama, Beyoncé, conferendo loro una portata universale».

Lynette Yiadom-Boakye, «Light of The Lit Wick, 2017»