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Francesco Tiradritti
Leggi i suoi articoliAlla ripresa delle attività sul campo dopo la pausa natalizia, le autorità delle Antichità egiziane hanno annunciato tre scoperte effettuate negli ultimi mesi.
A Saqqara la missione archeologica franco-svizzera, diretta da Philippe Collombert dell’Università di Ginevra, che opera da anni nell’area meridionale del sito dove un tempo sorgevano i complessi funerari dei sovrani della VI dinastia, ha riportato alla luce la sepoltura dell’alto funzionario Tetinebefu che, tra gli altri titoli, ha quelli di medico della Grande casa e di dentista. Il nome del defunto, formato a partire da quello del sovrano Teti, consente di fissare la sua nascita all’inizio della VI dinastia (fine del XXIV secolo a.C.). Il suo monumento funerario appartiene a una tipologia ribattezzata dagli stessi archeologi francesi «tomba a forno». In fondo a un pozzo dalle pareti rivestite in mattoni crudi si apriva una piccola camera funeraria con il soffitto a volta. L’elevato status sociale di Tetinebefu è dimostrato dal fatto che per ricoprire le pareti di quest’ultima si siano utilizzate lastre di calcare sulle quali furono riprodotti gli oggetti relativi al corredo funerario e iscrizioni geroglifiche con i titoli e il nome del defunto. Dopo più di 4mila anni, i colori delle pitture mantengono ancora la loro brillantezza dando l’impressione che il sepolcro sia stato completato soltanto da pochi giorni.
Sempre a Saqqara, la missione archeologica egiziano-giapponese diretta da Nozomu Kawai dell’Università di Kanazawa, ha annunciato i risultati dell’ultima campagna di scavo rivelando di avere riportato alla luce sepolture di varie epoche, le più interessanti delle quali appaiono quelle riferibili al periodo compreso tra la II e la III dinastia (seconda metà del XXVII secolo a.C.). Si tratta di una sepoltura con sovrastruttura a mastaba (parallelepipedo in mattoni crudi o pietra calcarea) tra le più antiche della necropoli di Saqqara e dimostrerebbero un’ulteriore estensione del sito verso nord già in un’epoca così antica.
L’ultima scoperta è stata effettuata dalla missione egiziana diretta da Tareq el-Awady per conto di Zahi Hawass, che opera al limitare della spianata dell’Assasif sulla riva ovest di Luxor. Nel corso di un’affollatissima conferenza stampa, quest’ultimo e il direttore generale della Antichità egiziane Mohammed Ismail hanno annunciato il ritrovamento di oltre 1.500 blocchi decorati provenienti dall’approdo edificato al termine della rampa che conduceva al tempio commemorativo della regina Hatshepsut (prima metà del XV secolo a.C.). Alcuni di questi, nella maggior parte dipinti a colori vivaci, recano il nome di Senenmut, maggiordomo della sovrana e probabilmente l’uomo che gestiva il potere per suo conto. Alla fine della conferenza stampa tenutasi sul luogo stesso della scoperta, è stato possibile esaminare i reperti in vetrine posizionate all’interno di una delle sepolture tolemaiche riportate alla luce. Scavata nella spianata in roccia calcarea dell’Assasif, la tomba è costituita da un lungo corridoio dal quale se ne diparte uno di minore lunghezza nel quale era stata ricavata un’angusta camera sepolcrale con le pareti rivestite riutilizzando lastre di pietra calcarea provenienti da monumenti di epoca precedente. Su alcune sono incise le figure della sposa di Ramesse IV Tuatentopet e della figlia di Ramesse VI Aset, succedutesi nell’importante carica sacerdotale di Divina Adoratrice di Amon nel corso della XX dinastia (seconda metà del XII secolo a.C.). Documento estremamente toccante è invece la stele in pietra calcarea, rinvenuta durante gli scavi nell’area, sulla quale il maggiordomo della regina Tetisheri Djehutynakht ha fatto incidere una dedica per l’amico scomparso Minnakht.
Il documento riveste anche una certa importanza dal punto di visto storico poiché è datato al IX anno di Ahmosi (seconda metà del XVI secolo a.C.), nipote di Tetisheri, e instaura perciò un’inedita correlazione cronologica tra i due personaggi, entrambi protagonisti della cacciata degli Hyksos che condusse alla riunificazione dell’Egitto sotto la XVIII dinastia. Hawass ha concluso la conferenza stampa affermando che i risultati ottenuti finora indicherebbero la presenza nell’area, oltre a quella dello stesso Ahmosi, anche della sepoltura di Kamosi (prima metà del XVI secolo a.C.), sovrano di cui esiste una celebre stele in cui si narrano alcune importanti vittorie contro gli Hyksos.

Saqqara, imboccatura di un pozzo di una delle sepolture della II dinastia. Foto: Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano

Luxor, la stele dedicata da Djehutymose all’amico Nakhtmin. Foto: Francesco Tiradritti
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