«20, 2007» (2007) di Berlinde De Bruyckere

Cortesia dell’artista, della Collezione Enea Righi e XNL Piacenza. Foto: Daniele Signarold

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«20, 2007» (2007) di Berlinde De Bruyckere

Cortesia dell’artista, della Collezione Enea Righi e XNL Piacenza. Foto: Daniele Signarold

Da XLN il contemporaneo parla con l’antico

Andrea Sala, Carol Rama e Berlinde de Bruyckere «dialogano» con gli oggetti liturgici della diocesi di Piacenza-Bobbio

A XNL Piacenza, importante polo cittadino per le arti contemporanee della Fondazione di Piacenza e Vigevano, si svolgono fino al 30 giugno i due nuovi capitoli di «Sul Guardare», un ambizioso progetto curato da Paola Nicolin nato dalla necessità di riattivare il patrimonio storico della città e del suo territorio grazie all’arte contemporanea. Questa volta lo sguardo si posa sul lavoro di Andrea Sala e delle artiste Carol Rama e Berlinde de Bruyckere, che si confrontano con le opere scultoree e gli oggetti liturgici appartenenti alla collezione della Diocesi di Piacenza-Bobbio. Lo spazio espositivo diviene il centro intorno al quale si articola una fitta rete di corrispondenze tra opere di diverse epoche, a partire da tematiche e concetti senza tempo: sentimenti come vulnerabilità, solitudine, abbandono, si legano al tema della trasformabilità del corpo e alle sue molteplici e attuali sfaccettature. 

Il fulcro della prima mostra è la scultura lignea «Dolente», attribuita allo scultore rinascimentale Giovanni Angelo Del Maino e proveniente dalla Chiesa di Sant’Eufemia in Piacenza, a cui fa da specchio il nucleo contemporaneo composto da incisioni e grafiche di Rama e dalle monumentali sculture in cera di de Bruyckere. Le due artiste internazionali, appartenenti a generazioni e geografie lontane, sono unite dallo stesso interesse per il corpo, inteso come involucro fragile e transitorio, ma, per questo, carico di potenziale trasformativo. Entrambe nel corso della loro carriera si sono confrontate e talvolta scontrate con la tradizione religiosa, con i codici dell’iconografia sacra e della dottrina cristiana. Attivando un dialogo trans-storico con la figura dolente del XVI secolo, la forza delicata delle opere di Rama e insieme la violenza dei lavori di de Bruyckere offrono una riflessione sulla rappresentazione del corpo e del dolore, evocando una gamma di concetti e sensazioni conflittuali, in bilico tra seduzione e angoscia, protezione e soffocamento, intimità e memoria collettiva. Il rapporto tra dimensione sacra e profana prosegue nella mostra al piano superiore, con una selezione di custodie, ostensori e paramenti liturgici, della collezione della Diocesi presentati accanto ai disegni e alle nuove sculture in ceramica di Andrea Sala. Gli oggetti liturgici, originariamente pensati per contenere e proteggere il sacro, toccano ora terra per essere visti da vicino e mostrati al pubblico nella loro armonia di forme e materiali. La prospettiva sul valore e la funzione del sacro è ulteriormente ribaltata a contatto con le ceramiche di Sala, che con il loro variegato alfabeto di colori e geometrie alludono alla possibilità di reinventare il significato del sacro, contaminandolo con nuove visioni, pratiche e valori. Il tutto è arricchito da un public program che unisce performance di danza e sonore per approfondire i temi delle mostre.

Barbara Ruperti, 10 giugno 2024 | © Riproduzione riservata

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