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Il Trionfo della Morte nella Galleria Regionale della Sicilia

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Il Trionfo della Morte nella Galleria Regionale della Sicilia

Dal levriero-veltro una nuova lettura del Trionfo della Morte di Palermo

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Redazione GDA

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Palermo. Mercoledì 15 aprile, nel Palazzo Abatellis, la storica dell'arte Elvira D'Amico illustrerà in una conferenza (alle ore 17,00) nuove ipotesi iconografiche su «Il Trionfo della Morte», l'affresco quattrocentesco conservato nella Galleria Regionale della Sicilia. Anticipiamo qui alcuni punti dell'interpretazione data dalla studiosa.


L’affresco palermitano, databile agli anni 1440, ritenuto di cultura borgognono-catalano-fiamminga, già in Palazzo Sclafani e oggi alla Galleria Regionale della Sicilia, è ligio all’iconografia medievale della Morte a cavallo che colpisce i ricchi e i potenti, risparmiando invece i derelitti che pure la invocano.
La nuova interpretazione iconografica propone una commistione tra l’allegoria del Trionfo e quella della Lotta tra il bene e il male, rappresentato in epoca medievale in specie da due vizi: l’avarizia/cupidigia, contro cui si scagliavano gli ordini monastici, e la lussuria, cui si anteponeva l’amore puro, onesto e disinteressato. Essa prende il via dall’identificazione del levriero, tenuto al guinzaglio dal giovane in alto, col veltro dantesco chiamato a sconfiggere la lupa (Inferno I, 101-111), auspicio di un’azione riformatrice della chiesa contro la dilagante corruzione. Da ciò discendono le conseguenti allegorie del «Giardino di delizie»: tutti Vizi e Virtù, intervallati da Arti liberali o meccaniche, alla maniera dei cicli di sculture medievali, ed esentate dalle frecce perché immortali. Così, dal basso, l’uomo e la donna, i soli colpiti dalle frecce, simboleggiano i due vizi anzidetti: l’Avarizia a destra,  con scarsella rigonfia, e la Lussuria a sinistra, con la mano su un serpente, sorretti da paggi e damigelle che fanno loro da contraltare, tra cui spicca l’Amore nuziale (fanciulla in bianco con scritta AMOR sulla borsa). Il gruppo è vegliato dalla Castità (donna in piedi con braccia aperte, come Dafne). Più in alto vi è la Musica che introduce il terzetto di fanciulle dalle mani intrecciate, le Tre Grazie, che secondo Seneca, rappresentano anche i tre aspetti della generosità: il dare, il ricevere, il contraccambiare (Hall). Salendo ancora, troviamo l’Agricoltura (col cappello da contadino), e la Temperanza (con elsa di spada alla cintura), quindi la Poesia lirica (con lira) e la Caccia (con falcone), tutti attorno alla Fontana della vita, sulla quale la chiesa emana fiotti di acqua rigenerante.

Il Trionfo della Morte nella Galleria Regionale della Sicilia

Redazione GDA, 13 aprile 2015 | © Riproduzione riservata

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