Carlotta de Volpi
Leggi i suoi articoliIl 15 febbraio Sotheby’s Parigi presenta la collezione di Sam e Lilette Szafran, in omaggio all’artista francese scomparso nel 2019. Il catalogo comprende una varietà di lavori dello stesso Szafran, dai primi dipinti a quelli più recenti; opere moderne e del dopoguerra, alcune ricevute in dono da amici intimi come Alberto Giacometti, Jean-Paul Riopelle e Isao Domoto; una piccola ma significativa selezione di sculture provenienti dall’Africa e dall’Oceania.
Con una stima di 250-350mila euro, «Lilette dans les feuillages» del 1974 è il top lot della vendita. Questa imponente opera, esposta in occasione della recente retrospettiva «Obsession d’un peintre» al Musée de l’Orangerie, è emblematica del linguaggio pittorico dell’artista. Il pastello blu, così come il fitto fogliame, sono parte integrante della sua produzione e costituiscono, in un certo senso, il suo carattere distintivo. Da segnalare anche «Sans titre (Lilette dans l’atelier)» del 2019 (70-100mila), in cui la moglie Lilette siede su un elemento ricorrente nel lavoro di Szafran, ovvero la panchina progettata da Antoni Gaudí per l’interno della Cripta della Colonia Guell, appartenuta all’artista e proposta in asta con stima 200-300mila.
Emergono tra gli altri, due affascinanti esemplari della tuttora enigmatica scultura figurativa Mumuye della Nigeria, apparsa per la prima volta nella scena artistica europea verso la fine degli anni ’60. La forma umana resa come un insieme di volumi geometrici, ricorda l’approccio all’anatomia degli artisti cubisti ed espressionisti (8-12mila; 7-10mila).
Si distinguono inoltre uno studio a matita per la litografia «Nu, main gauche près de l’épaule» di Matisse (40-60mila) e «Le péchier», opera su carta di Riopelle (20-30mila). Da menzionare infine tre opere su carta di Alberto Giacometti (12-18mila ciascuna) e una litografia a colori di Henri de Toulouse-Lautrec (5-7mila).
Dal 16 andrà invece in scena la seconda edizione di Living Contemporary, asta che si svolgerà esclusivamente online fino al 22 febbraio. Qui verrà proposto un assortimento originale di arte africana e oceanica, arte contemporanea e design, rivolto «alla crescente domanda di un pubblico giovane e sempre più sofisticato». Una selezione decisamente curiosa, curata in collaborazione con il cantante e artista multidisciplinare Simon Buret, di cui sono presenti in asta tre lavori.
Tema ricorrente nel catalogo è la presenza del mondo animale. Ad esempio, «La diva» di Claude Lalanne e Daum, ironica ed elegante scultura in pâte-de-cristal e argento raffigura un topolino, mentre «L’éternel», acrilico su cartone di Buret vede come protagonista un toro (4-5mila). E ancora, sono presenti uno «Scorpion», scultura in bronzo di César (7-10mila), e una testa di ariete proveniente dalla regione di Owo in Nigeria, animale che secondo la tradizione del popolo Yoruba simboleggia forza e vigilanza, ed è noto per l’aggressività con cui protegge la propria famiglia (8-12mila).
Proveniente dal Mali è un «Boli» ovvero una figura zoomorfa, considerata tra gli oggetti più sacri della credenza Bamana, concepito per invocare forza spirituale e realizzato con una varietà di materiali, tra cui legno, corteccia, pietre e radici (5-7mila).
Tra gli highlight del design troviamo un grazioso mobile «Swipp», pezzo unico cosparso di bolle fluttuanti progettato dal designer Hubert Le Gall (30-40mila), una coppia di poltrone «Upholstered Easy Armchair» disegnate da Pierre Jeanneret a Chandigarh, India (20-30mila), e una poltrona «Big Easy Volume Two» di Ron Arad, dalle forme fluide e apparentemente confortevole, sebbene sia realizzata in rigido acciaio inossidabile (20-30mila).
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