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Mariella Rossi
Leggi i suoi articoliFondata a Palermo nel 2013 da Eva e Giovanni Rizzuto, RizzutoGallery si occupa di arte contemporanea perseguendo progetti di respiro internazionale, con una particolare attenzione ai giovani artisti.
Ne parliamo con Giovanni Rizzuto.
Con il progetto espositivo «Le Stanze d’Aragona» dello scorso autunno ha sentito l’esigenza di fare il punto sullo stato della pittura in Italia. Perché?
Il progetto di «Le Stanze d’Aragona» è nato da una conversazione con Helga Marsala e Andrea Bruciati sullo stato della pittura in Italia a più di 30 anni dalla teorizzazione della Transavanguardia e dalla mia curiosità di fare il punto della situazione, con particolare attenzione alle nuove tendenze dell’astrazione e della pittura concettuale, entrambi campi di forte interesse della galleria. Sono stati coinvolti trentasei artisti italiani di diverse generazioni tra cui Claudio Verna, Renata Boero, Lucio Pozzi, artisti mid-career internazionali come Marco Tirelli, Pietro Roccasalva, Nunzio, Stefano Arienti, Andrea Mastrovito e giovani talenti come Marco Useli, Stefano Cumia e Giuseppe Adamo. Il progetto espositivo comprendeva due collettive in galleria e una rassegna finale nel Villino Favaloro, splendido esempio cittadino di architettura Liberty affidatoci per l’occasione dalla Soprintendenza Regionale ai Beni culturali. Un grande progetto che ha avuto una eco nazionale e ha contato oltre 6mila visitatori. Fare qualcosa di culturalmente apprezzabile per la nostra città era uno degli obiettivi principali.
A giugno presenterà in galleria un’artista tedesca.
Dopo la personale dello scultore Jáchym Fleig conclusasi a maggio, il 9 giugno inauguriamo «Miracoli» di Katharina Maderthaner, allieva di Richard Deacon all’Accademia di Belle Arti di Düsseldorf. Il lavoro della Maderthaner trova ispirazione in alcune bizzarre situazioni della vita quotidiana che innescano un corto circuito tra realtà e simulazione, originale e imitazione, buono e cattivo gusto. Le piante artificiali di certi uffici polverosi, il finto marmo di pavimenti e banconi di locali pubblici scelti per simulare un lusso inesistente, i siti web o i flyer pubblicitari con pattern di sfondo realizzati in Photoshop da grafici improvvisati, simili situazioni fanno scattare nell’artista la necessità di rielaborare tali esperienze attraverso un lavoro di sintesi e sublimazione finalizzato alla creazione di qualcosa di assolutamente nuovo senza alcuna pretesa di critica sociale, volto alla percezione di una bellezza inaspettata.
Quale sarà la mostra successiva?
È una collettiva, s’intitola «Sosta» e sarà inaugurata il 16 luglio. Nasce da una conversazione con Antonio Catelani e dalle sue impressioni su Palermo maturate durante alcune settimane di soggiorno in Sicilia. Ciò che c’è di sedimentato negli occhi di chi vive un territorio si rinnova attraverso lo sguardo di chi vi giunge con un percorso differente e ha diversa inclinazione nel guardare. «Sosta» è come una pausa di interpunzione, è altresì un luogo di ristoro, ombroso come un giardino, dove il fare si riduce a un minimo sufficiente e vantaggioso. La mostra si genera pertanto spontaneamente, attraverso associazioni mnemoniche e visive. Ai dieci artisti coinvolti nel progetto è stato chiesto di presentare opere legate alla natura e ai suoi ritmi, non mimesi della natura ma attinenza e intima somiglianza con essa per adesione e partecipazione alla stessa forza germinativa.
Avete progetti anche all’estero?
In ambito europeo abbiamo rapporti con la Germania e contatti interessanti si stanno sviluppando con artisti in Norvegia e in Olanda. Per la galleria inoltre è molto importante coinvolgere e sostenere artisti italiani, della Sicilia e della nostra città, favorendone opportunità di ricerca e di espansione fuori dai confini nazionali, anche attraverso fiere internazionali e mostre che producano nuove relazioni e interessanti dialoghi tra gli artisti.
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