Lucio Pozzi, «The Open Gates of Spring (Persephone)», 2023 (particolare)

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Lucio Pozzi, «The Open Gates of Spring (Persephone)», 2023 (particolare)

Dentro Magazzino Italian Art le combinazioni astratte di Pozzi

In occasione dei 90 anni dell’artista milanese, nel museo newyorkese sono stati riuniti oltre 30 lavori che permettono di comprendere il suo sperimentalismo continuo e spesso immaginifico

«Qualsiasi combinazione di idee, materiali e processi, spiega Lucio Pozzi (Milano, 1935), può produrre arte, tutto dipende da come viene realizzata. Mi preme produrre un pensiero e un’emozione intensi nei termini unici di ogni singola opera che realizzo. Detesto predeterminare l’originalità, la novità, la coerenza e lo stile. Emergono a mia insaputa. Mi aspetto che gli spettatori non si chiedano cosa volessi dire, ma che ricreino l’opera mentre la osservano». 

Queste parole sono utili per comprendere la nuova mostra «qui dentro/in here» di Pozzi, per anni opinionista da New York di «Il Giornale dell’Arte», allestita dal 7 marzo al 23 giugno presso Magazzino Italian Art. I curatori, il critico David Ebony in collaborazione con Paola Mura, direttrice artistica del museo dei collezionisti Nancy Olnick e Giorgio Spanu, in occasione dei 90 anni dell’artista hanno riunito oltre 30 lavori astratti realizzati lungo le sei decadi della sua carriera. 

Opere che permettono di comprendere lo sperimentalismo continuo e spesso immaginifico dell’autore, dentro una propria indelebile coerenza stilistica dettata dall’utilizzo di colori primari e forme, schemi, mappe, liste, analizzate strutturalmente, legato a Minimalismo americano e Arte Povera. Il percorso presenta opere significative di Lucio Pozzi, come ad esempio le sculture metalliche «Elbow» ed «Elbow Too» (entrambe del 1963) e «Quartet» (1984), che suggerisce la corrispondenza dell’autore con l’ambito modernista e l’ambiente naturale della Mid-Hudson Valley, dove vive parte dell’anno e dove è anche collocato Magazzino Italian Art. 

Esposta nelle sale anche la serie «The darkness of the soul» (1996) e alcune composizioni della serie «The Level Group» (primi anni Settanta), dipinti monocromatici raffinati con superfici dense e pennellate precise. Presenti anche altre serie, come «Turnovers», «Gravity pieces» e «Relocation works», oltre a opere multicomponenti come la recente «Diaspora» composta da elementi in legno dipinto colorato, «Sumsix» del 2021 e «Lean on me» completata pochi mesi fa e costituita da due travi in legno in parte dipinte in blu, giallo, verde e rosso. Il percorso comprende oltre ad alcuni acquerelli e due grandi tele, «The Open Gates of Spring (Persephone)» e «Visitation», entrambe del 2023. 

Lucio Pozzi «Lean on me», 2024

Stefano Luppi, 17 febbraio 2025 | © Riproduzione riservata

Dentro Magazzino Italian Art le combinazioni astratte di Pozzi | Stefano Luppi

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