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Archeologi al lavoro nell'area prossima al Tempio A

Cortesia Associazione Campo della Fiera

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Archeologi al lavoro nell'area prossima al Tempio A

Cortesia Associazione Campo della Fiera

Diario di scavo al Fanum Voltumnae • Primo giorno

Con Giuseppe M. Della Fina seguiamo «in diretta» lo scavo di uno dei luoghi più rilevanti dell’intera Etruria, la sede religiosa e politica della Lega etrusca, ai piedi della rupe di Orvieto

Sono arrivato in località Campo della Fiera, ai piedi della rupe di Orvieto, e ho raggiunto gli archeologi che stanno riportando alla luce il Fanum Voltumnae, il santuario federale degli Etruschi, con la direzione di Simonetta Stopponi. Sullo scavo è una giornata importante: inizia oggi il secondo turno che vede protagonisti giovani archeologi e archeologhe diversi/e rispetto a coloro che hanno animato il primo turno, iniziato il 7 luglio, ed appena concluso. 

L’atmosfera è simile a quella di un primo giorno di scuola: piacere d’incontrare colleghi con i quali si è scavato in anni precedenti, o che si conoscono per ricerche portate avanti insieme, o tramite i social, o attraverso le pubblicazioni. Inoltre curiosità e attesa per ciò che avverrà. Il sogno, come sempre, di fare una scoperta rilevante, di cui si parli a lungo, e magari di esserne i protagonisti diretti, pur sapendo bene che uno scavo stratigrafico è importante di per sé.

Stamani sullo scavo erano presenti anche Francesca Valentini, soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, e Luca Pulcinelli, funzionario archeologo della stessa Soprintendenza, per portare la vicinanza del Ministero della Cultura. Stopponi e i suoi collaboratori più stretti, nei giorni scorsi, dopo una valutazione attenta, avevano stabilito l’area dove intervenire. Si tornerà a scavare, ad esempio, a ridosso degli edifici E e F che accoglievano alcuni altari monumentali. Al momento ne sono stati portati alla luce sei. Con le nuove ricerche si vuole verificare la possibilità di rinvenire i resti di altri.

Va segnalato che i due edifici sono in connessione con la Via Sacra e risultano contemporanei alla sua prima fase. La loro costruzione può essere datata agli inizi del V secolo a.C., mentre il vicino tempio C, di tipo greco con colonne che circondavano pronao e cella, sorse intorno al 510 a.C. Sono interventi realizzati negli anni di Porsenna, il personaggio più noto della storia etrusca, che deve avere avuto un ruolo di primo piano nella valorizzazione e monumentalizzazione del Fanum Voltumnae in linea con la sua visione politica, che tendeva (per quanto possibile) ad avere una visione unitaria, o, almeno, d’insieme degli interessi politici ed economici delle diverse città-stato etrusche. Un progetto, va detto, che non venne compreso a pieno nelle sue potenzialità.

Prima di entrare nelle dinamiche dello scavo, va ricordato chi era Voltumna, la divinità alla quale il santuario era dedicato. In proposito occorre rammentare che la denominazione ci è nota da testimonianze letterarie ed epigrafiche latine, insieme a quella di Vertumnus: sono i due gradi di integrazione della stessa divinità etrusca nel «pantheon» latino. La prima denominazione, trasmessaci esclusivamente da Tito Livio, può essere considerata una sorta di trascrizione dall’etrusco derivata dalla tradizione annalistica, che era ben presente allo storico.

Per comprendere a pieno la valenza di Voltumna occorre andare a rileggere un saggio degli anni Ottanta del Novecento dell’etruscologo Mauro Cristofani, che ha illuminato questa figura divina sulla quale si era dibattuto a lungo. Voltumna, nella sua interpretazione, va considerato un epiteto di Tinia, il dio etrusco equivalente allo Zeus greco e allo Iuppiter latino, e ciò spiega bene l’affermazione di Varrone che lo definisce «deus Etruriae princeps». Come pure che il santuario federale sia stato dedicato a lui.

Sul successivo culto nel mondo romano interessante è la lettura del saggio Il dio elegante, Vertumno e la religione romana di Maurizio Bettini (Einaudi), che dedica notevole attenzione a un’elegia di Properzio (IV, 2), dove il poeta fa affermare alla divinità: «Io sono etrusco ed etrusca è la mia origine, né mi pento / di aver abbandonato i focolari di Volsinii durante la battaglia».

A Velzna (Volsinii, in lingua latina), al 264 a.C., al Fanum Voltumnae si torna.

Giuseppe M. Della Fina, 05 agosto 2025 | © Riproduzione riservata

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