Uno degli appuntamenti più importanti previsti per il 50mo anniversario dell’apertura della Fundació Joan Miró di Barcellona è la grande mostra dell’artista catalano prevista fino al 6 luglio nel Tokyo Metropolitan Art Museum. Si tratta della prima antologica di Joan Miró (1893-1983) in Giappone, Paese dov’è molto amato e annovera importanti collezionisti, da quella celebrata nel 1966 a Tokyo e Kyoto, che motivò il suo primo viaggio nel Paese orientale.
«Miró era interessato alla cultura, alla filosofia e alla calligrafia del Giappone fin dagli anni Trenta, un rapporto che s’intensifica quando conosce il Buddhismo zen. Questa passione era condivisa anche da uno dei suoi più stretti collaboratori, Josep Llorens Artigas, che nella località catalana di Gallifa costruì un forno a legna tradizionale giapponese per cuocere la ceramica», ha dichiarato Marko Daniel, direttore della Fundació Joan Miró, sottolineando che questo viaggio determinò importanti cambiamenti nel processo artistico di Miró, che si consolidarono con quello che fece tre anni dopo a Osaka. «Nel 1970 fu invitato a realizzare un grande murale formato da 640 tessere di ceramica nel museo della città», ha spiegato Daniel indicando che «fin dall’inizio della sua carriera, s’interessò a manifestazioni artistiche apparentemente estranee alla sua cultura, che lo spinsero a superare le convenzioni artistiche dimostrando una continua volontà di sperimentazione».
La rassegna riunisce più di 100 opere che ripercorrono l’intera carriera di Miró e rappresentano tutte le tecniche utilizzate dall’artista: pittura, scultura, tessuti, oggetti, ceramiche e grafica, soprattutto cartellonistica. Tra le opere che articolano il discorso spiccano «Composition avec personnages dans la forêt incendiée» (1931), esposta per la prima volta in Giappone nel 1932, e l’iconico «Personnage devant le soleil» (1968), un dipinto fondamentale della collezione della fondazione che viene esposto fuori da Barcellona per la prima volta in quarant’anni. «Abbiamo prestato quest’opera, in via del tutto eccezionale, per il suo profondo legame con la cultura orientale», ha aggiunto Marko Daniel. Anche se la maggioranza delle opere provengono dalla fondazione barcellonese, la mostra ha ricevuto importanti prestiti internazionali da istituzioni come la Nahmad Collection, il Musée Picasso di Parigi, il Philadelphia Museum of Art, il Meadows Museum di Dallas, il MoMA di New York e varie collezioni giapponesi, che hanno contribuito con opere particolarmente significative.

Joan Miró, «Composition avec personnages dans la forêt incendiée», 1968. © Successió Miró