Enrico Tantucci
Leggi i suoi articoliÈ un capolavoro dell’arte rinascimentale il pavimento figurato in maiolica che è stato ricollocato dopo trent’anni nella Chiesa di San Sebastiano, e precisamente nella Cappella della Vergine Annunciata detta Lando. Grazie al generoso contributo di un donatore anonimo in onore di san Sebastiano, il comitato statunitense per la salvaguardia di Venezia Save Venice ha finanziato la campagna conservativa della cappella nel quadro della campagna ventennale a sostegno della chiesa. I lavori, avviati nel 2019, sono stati condotti in collaborazione con architetti, ingegneri e restauratori, nonché con funzionari del Ministero della Cultura e della Diocesi di Venezia; quello delle maioliche da Mauve srl.
Il restauro del pavimento, che verrà ora protetto dal calpestio, si è appena concluso per un costo di 30mila euro: le 384 mattonelle in maiolica che lo compongono (rimosse nel 1993 e, dopo una breve esposizione nella Galleria Franchetti alla Ca’ d’Oro, ricoverate in un deposito) sono decorate con una straordinaria varietà di iscrizioni, simboli, grottesche, animali e oggetti di uso quotidiano. Una mattonella reca la data 1510 e fornisce un riferimento sull’anno di produzione, sebbene non necessariamente di posa in opera.
Gli studiosi ritengono che inizialmente le maioliche non fossero destinate alla pavimentazione della Cappella Lando, ma la loro collocazione originaria rimane incerta. Quando furono installate in San Sebastiano, la famiglia Lando, allora proprietaria della cappella, commissionò una mattonella quattro volte più grande delle altre con la raffigurazione del proprio stemma da collocare al centro del pavimento. Non esistono documenti che attestino l’identità degli artisti coinvolti; è opinione comune che le piastrelle siano state prodotte allo stato grezzo da una bottega veneziana e successivamente dipinte da artisti itineranti probabilmente formatisi nelle Marche o in Emilia-Romagna, forse a Fano o Faenza, celebri centri di produzione ceramica dell’epoca.
Marco Lando, nipote del patriarca di Costantinopoli Girolamo Lando, acquistò la cappella a sinistra del presbiterio a pochi metri dalla tomba di Paolo Veronese il primo marzo del 1531 e il pavimento in maiolica colorata fu installato tra quella data e il 1542, anno in cui la cappella fu trasferita in dote alla figlia di Marco, Bianca, in occasione delle sue nozze con Daniele Vitturi. La Cappella Lando rimase di proprietà della famiglia Vitturi fino a quando i parenti del doge Carlo Ruzzini ne presero possesso.

Una veduta interna della Cappella Lando a fine restauro. © Matteo De Fina
Altri articoli dell'autore
«Il loro contributo alla salvaguardia della città è eccezionale, molti però lo danno per scontato, come una frivola bizzaria di un’élite. Ma ci occupiamo anche di progetti complessi: dall’ambiente al lavoro alternativo al turismo», spiega la presidente Paola Marini
Dopo le analisi a distanza di un fisico del Cnr, è stata rimossa dalla volta dello scalone della Fondazione Cini l’unica opera sopravvissuta della lunga attività veneziana del pittore belga Valentin Lefèvre
Save Venice restaura la tela di Girolamo da Brescia ancora nella collocazione originale nella Chiesa di San Giobbe a Venezia
Durante il restauro di Palazzo Diedo per la Berggruen Arts & Culture è stato recuperato un importante ciclo di affreschi di Francesco Fontebasso