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Una fotografia che ritrae «Il sogno di Giacobbe» (1671) di Valentine Lefèvre smontato dal soffitto dello scalone monumentale della Fondazione Cini per essere restaurato

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Una fotografia che ritrae «Il sogno di Giacobbe» (1671) di Valentine Lefèvre smontato dal soffitto dello scalone monumentale della Fondazione Cini per essere restaurato

Il sogno di Giacobbe studiato al telescopio

Dopo le analisi a distanza di un fisico del Cnr, è stata rimossa dalla volta dello scalone della Fondazione Cini l’unica opera sopravvissuta della lunga attività veneziana del pittore belga Valentin Lefèvre

Enrico Tantucci

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La monumentale (500 x 380 centimetri) tela che si trova sulla volta dello scalone monumentale di Baldassarre Longhena nella Fondazione Cini a Venezia venne dipinto nel 1671 dal fiammingo Valentin Lefèvre. È l’unica opera pubblica veneziana dell’artista di origine belga e la più prestigiosa, dello stesso periodo del ciclo di teleri dei pittori Giovanni Coli e Filippo Gherardi per la biblioteca benedettina di San Giorgio Maggiore. 

Lefèvre nacque a Bruxelles nel 1642 e si trasferì a Venezia giovanissimo per studiare i capolavori rinascimentali e, in modo particolare, le opere di Paolo Veronese. Nella città lagunare lavorò per il resto della sua vita riscuotendo un non comune successo e realizzando dipinti di straordinaria eleganza.

La tela della Fondazione Cini raffigura il sogno di Giacobbe a Bethel, profezia della discendenza eletta: una scala che univa cielo e terra dalla quale salivano e scendevano gli angeli a invitarlo a rinnovare l’alleanza stretta tra Dio e il popolo ebraico.

Per la prima volta da quando è stato posizionato, il dipinto è stato staccato e sarà analizzato e restaurato. Nel frattempo, Mauro Missori, fisico del Cnr e docente alla Sapienza, ha compiuto delle analisi con una tecnica e delle attrezzature innovative e sperimentali, in particolare sullo stato dei colori. Si tratta di una diagnostica a distanza che utilizza le stesse tecniche degli astrofisici. Con il telescopio lo stato di conservazione è risultato peggiore di quello che si può vedere ad occhio nudo e l’analisi colorimetrica ha portato alla luce, oltre allo strato da pulire, le lacune. Molti infatti i problemi che presenta il dipinto: estese cadute di colore, screpolature, decoesione della pellicola rispetto alla preparazione sottostante e un complessivo offuscamento della materia pittorica riconducibile a depositi di sporco. Alterazioni e iscurimento delle vernici, infine, contribuiscono ad alterare i valori cromatici e a rendere «Il sogno di Giacobbe» assai poco leggibile. Peraltro il cattivo stato di conservazione del dipinto è attestato sin dall’inizio dell’Ottocento, come si ricava dal rapporto di Pietro Edwards, pittore e restauratore attivo a Venezia a cavallo tra Sette e Ottocento.

Sono in programma la pulitura della superficie pittorica, l’asportazione dei materiali non originali di varia natura, quali vernici e ritocchi alterati, le operazioni di stuccatura con il ripristino delle discontinuità delle superfici e il trattamento delle lacune mediante l’integrazione pittorica. Si procederà infine all’applicazione della verniciatura mediante materiale idoneo a proteggere la pellicola pittorica e a conferire la piena leggibilità dell’opera nelle sue diverse componenti tonali e cromatiche.

«Il sogno di Giacobbe» (1671) di Valentine Lefèvre

Enrico Tantucci, 30 dicembre 2024 | © Riproduzione riservata

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Il sogno di Giacobbe studiato al telescopio | Enrico Tantucci

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