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Il primo ministro Rishi Sunak ha annunciato che il Regno Unito andrà alle urne il 4 luglio

Foto: Simon Dawson / No 10 Downing Street

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Il primo ministro Rishi Sunak ha annunciato che il Regno Unito andrà alle urne il 4 luglio

Foto: Simon Dawson / No 10 Downing Street

Elezioni nel Regno Unito: che peso ha la cultura nei programmi dei partiti

Abbiamo parlato con storici della cultura, ex ministri e direttori di musei dei cambiamenti che sperano di vedere per il settore culturale e, soprattutto, di chi voteranno

Gareth Harris

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Il 4 luglio si terranno le elezioni politiche nel Regno Unito, occasione per il settore dell’arte e della cultura di seguire con attenzione il modo in cui i principali partiti politici affronteranno un'ampia gamma di questioni, dal ruolo dell’arte nei programmi scolastici al mantenimento dell’ingresso gratuito nei musei nazionali. Abbiamo chiesto a una serie di personalità del mondo dell’arte di rispondere a tre domande.

Charles Saumarez Smith, ex segretario e direttore generale della Royal Academy of Arts

Perché le elezioni politiche sono importanti per il settore culturale del Regno Unito?
È difficile non ricordare gli ultimi 14 anni di Governo conservatore come un periodo buio per le arti. Abbiamo assistito alla riduzione dell’insegnamento dell’arte nelle scuole, alla perdita di fondi per i musei locali e la Brexit è stata negativa per il mercato dell’arte. Supponendo che i laburisti (appartenenti al partito laburista che a inizio Novecento portò in politica la tutela dei diritti delle classi operaie, Ndr) vincano le elezioni, data la mancanza di fondi pubblici, non sarà comunque facile per loro rimediare. Sarebbe utile un cambio di atteggiamento, in particolare riconoscendo l’importanza dell’arte e della creatività.

Sa già quale partito sosterrà? Perché?
Il mio collegio elettorale locale è Bethnal Green and Bow e stimo molto Rushanara Ali, la nostra deputata locale, quindi probabilmente voterò per lei.

Che cosa spera di vedere nei programmi dei vari partiti per quanto riguarda l’arte?
Una piccola cosa sarebbe la depoliticizzazione e una minore interferenza nelle nomine dei trustee dei musei. Penso che i musei sarebbero migliori se fossero, per quanto possibile, autogestiti. Poi, un certo impegno per incoraggiare l’insegnamento dell’arte (e della musica) a tutti i livelli scolastici. Penso che sia meglio essere realistici sui probabili limiti, piuttosto che promettere aumenti di fondi che potrebbero non essere possibili. Soprattutto, credo che valga la pena sottolineare l’importanza della creatività non solo per l’economia, ma anche per gli individui e il loro benessere.

 

Frances Morris, ex direttrice della Tate Modern

Perché le elezioni politiche sono importanti per il settore culturale del Regno Unito?
Sembra un momento di «svolta» per la cultura nel Regno Unito.

Sa già quale partito sosterrà? Perché?
I laburisti. Creating Growth (Creare crescita), il piano laburista per le arti, la cultura e le industrie creative, riconosce il valore intrinseco delle arti, per quasi due decenni perso di vista durante il Governo conservatore. Dato l’impoverimento inesorabile delle infrastrutture pubbliche, sarebbe eccessivo aspettarsi promesse di aumento dei finanziamenti, ma sono entusiasta di vedere i semi di una visione trasformativa.

Che cosa spera di vedere nei programmi dei vari partiti per quanto riguarda l’arte?
Da parte dei laburisti un sostegno forte e concreto nei confronti delle arti a tutti i livelli, dalla culla alla tomba, come componente vitale di una buona vita e di una buona economia. In particolare, i laburisti dovrebbero: reinserire l’educazione artistica nei programmi scolastici, perché le arti sono essenziali quanto le scienze, la tecnologia, l’ingegneria e la matematica; eliminare la politica dalle nomine amministrative; assicurarsi che tutte le istituzioni pubbliche guardino all’etica della sponsorizzazione e della filantropia; incoraggiare le collezioni nazionali a devolvere e distribuire le opere in loro custodia, garantendo un accesso equo alle risorse culturali nazionali; esplorare misure di salvaguardia delle istituzioni locali in pericolo; porre la sostenibilità al centro delle agende istituzionali; rivedere il Museums and Galleries Act del 1992 (una legge volta a disciplinare il funzionamento e il finanziamento della National Gallery, della Tate Gallery, della National Portrait Gallery e della Wallace Collection, i cui membri dei Consigli di amministrazione possono essere nominati dal Primo Ministro inglese, Ndr). Abbiamo urgente bisogno di ripensare gli impegni per il collezionismo e la conservazione e le politiche di accesso per adattarli alle pressanti agende di restituzione e sostenibilità.

 

Robert Hewison, storico della cultura

Perché le elezioni politiche sono importanti per il settore culturale del Regno Unito?
Nel 2014, nel mio libro Cultural Capital, ho descritto il mondo introdotto dal Governo conservatore-liberale come un’età del piombo. Da allora, il mondo è diventato ancora più di piombo, poiché i finanziamenti pubblici per le arti sono diminuiti di oltre un terzo. Alcune amministrazioni locali si sono semplicemente arrese; a livello nazionale sappiamo che le organizzazioni artistiche sostenute dall’Arts Council in tutte e quattro le giurisdizioni (Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda del Nord, Ndr) sono in ginocchio. Come se non bastasse, l’Arts Council England sembra aver perso completamente la strada, è mal guidato e mal gestito. Il Governo sta spingendo per escludere le arti dalle scuole e le università sono sottoposte a una forte pressione. Le elezioni sono un’opportunità per liberarsi di un Governo che semplicemente non capisce l’importanza delle arti per la società. Sembra che voglia riportarci a un mondo degli anni Cinquanta in cui solo il 10% dei ricchi poteva permettersi di goderne. Il Governo esclude le arti dal programma scolastico nazionale, nonostante a chi frequenti istituti privati vengano forniti i migliori servizi per la creatività. Queste scuole sanno qualcosa che gli ultimi 14 anni di Governo non sanno.

Sa già quale partito sosterrà? Perché?
Da membro del partito laburista e del sindacato Writers’ Guild, voterò i laburisti, e non solo per i loro propositi nei confronti delle arti. Il partito ha già prodotto un manifesto culturale, Creating Growth, che intelligentemente riconosce il ruolo delle arti all’interno delle più ampie industrie creative. Ciò dimostra che i laburisti le considerano un contributo significativo non solo alla ricchezza economica, ma anche a quella sociale. 

Che cosa spera di vedere nei programmi dei vari partiti per quanto riguarda l’arte?
Non mi aspetto che il manifesto laburista, quando apparirà, annunci una completa epurazione dell’Arts Council England, come dovrebbe. Ma è essenziale che si impegni a ripristinare le arti nelle scuole. Attualmente la nostra cultura creativa viene strangolata alla radice. Sempre meno bambini vengono introdotti alle arti, hanno l’opportunità di essere creativi e sono incoraggiati a diventare gli artisti e il pubblico del futuro. Se vogliamo che la Gran Bretagna torni a essere vivibile, abbiamo bisogno di questi giovani.

 

Bruce Boucher, ex direttore del Sir John Soane’s Museum di Londra

Perché le elezioni politiche sono importanti per il settore culturale del Regno Unito?
Ora che sono fuori dalla mischia, mi sento nella posizione di poter offrire qualche riflessione sulle prossime elezioni che potrebbe avere un impatto sulle arti. I sondaggi sembrano prevedere una vittoria dei laburisti ed è rassicurante notare che l’attuale ministro della cultura, dei media e dello sport è un musicista. Se Thangam Debbonaire manterrà il suo incarico in un nuovo Governo laburista, avremo un Segretario di Stato impegnato nella cultura, e questo potrebbe ridare slancio alle arti, cosa che non si è vista molto negli ultimi anni. L’enfasi posta dal Governo uscente sulle materie scientifiche, il ridimensionamento o la chiusura dei dipartimenti umanistici nelle università britanniche, la minaccia di chiusura dei conservatori e i tagli finanziari ai musei regionali e nazionali non sono stati di buon auspicio per il futuro delle arti in questo Paese.

Che cosa spera di vedere nei programmi dei vari partiti per quanto riguarda l’arte?
Vorrei vedere un programma di partito che sostenga la necessità di investire di più nelle arti, non di meno, e che si allontani dal modello statunitense, che si affida ai finanziamenti privati, per passare a un modello europeo in cui lo Stato riconosce l’importanza della cultura in tutte le sue manifestazioni e investe in essa. Le somme necessarie per far prosperare l’arte sono esigue se paragonate ai bilanci della difesa o del servizio sanitario nazionale; eppure, probabilmente, hanno un impatto sul benessere sociale della società pari a quello di qualsiasi altra spesa pubblica. Mi rendo conto che l’attuale situazione finanziaria imponga dei vincoli, ma lo scenario era peggiore nel 1946, quando il Governo laburista creò l’Arts Council incoraggiato dall’economista John Maynard Keynes. Qualche anno prima (nel 1933, in un contributo pubblicato su «The Yale Review», Ndr), Keynes aveva lamentato «un calcolo finanziario autodistruttivo, [che] governa ogni aspetto della vita. Distruggiamo la bellezza della campagna perché gli splendori non sfruttati della natura non hanno valore economico. Siamo capaci di spegnere il sole e le stelle perché non pagano dividendi». Ahimè, la stessa mentalità filistea è viva e vegeta oggi e potrebbe dettare le politiche del prossimo governo, ma si può sempre sperare in notizie migliori.

 

Ed Vaizey, ex ministro delle Arti conservatore

Perché le elezioni politiche sono importanti per il settore culturale del Regno Unito?
È improbabile che le elezioni facciano molta differenza. Non ci sono soldi, e quelli che ci sono, per esempio attraverso i crediti d’imposta, hanno un sostegno bipartisan. 

Sa già quale partito sosterrà? Perché?
Sosterrò i conservatori, in quanto sono un deputato del partito. Ma, proprio per questo motivo, non potrò votare.

Che cosa spera di vedere nei programmi dei vari partiti per quanto riguarda l’arte?
Spero che alle arti venga dato il giusto risalto, questo è importante. Spero in un impegno per finanziamenti a lungo termine e crediti d’imposta. Vorrei che i politici di aree diverse, ad esempio la sanità e l’istruzione, si impegnassero per le arti.

 

Infine, l’artista Tracey Emin ha recentemente dichiarato al «Guardian»

«Ho votato i conservatori due volte nella mia vita. Entrambe le volte per [David] Cameron. Prima di allora avevo sempre votato laburista. Poi ho dato il mio voto al partito del benessere degli animali. Questa volta di nuovo laburisti».

Gareth Harris, 04 giugno 2024 | © Riproduzione riservata

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