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«Stelle e conflitti» (2019), arazzo di lana di Sarah Revoltella

Cortesia di Tessitura Cooperativa di Isola a Nule

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«Stelle e conflitti» (2019), arazzo di lana di Sarah Revoltella

Cortesia di Tessitura Cooperativa di Isola a Nule

Etikonomia per la creazione di bene pubblico

Arte ed Economia: l’incontro fra Sarah Revoltella (artista) e Patrizia Bussoli (economista)

Monica Trigona

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Etikonomia: creazione di un bene pubblico, paper di Patrizia Bussoli e Sarah Revoltella che è stato da poco concluso, nasce dal confronto su una possibile strada di sviluppo sostenibile che tenga in conto non solo di consumatori e imprese, ma anche della comunità, e dell’ambiente, perché le scelte di oggi hanno impatto anche nel futuro, sia in termini ambientali che economico-sociali. Un dialogo nel cui intreccio trova posto l’innovazione tecnologica per uno sviluppo etico sociale. Sarah Revoltella è un’artista concettuale, che si interroga da anni su tematiche di natura sociale e in particolare sul mercato della guerra: a tal proposito ha realizzato la trilogia di opere «Io combatto» (nella performance diffusa del 2017 «Io combatto» presso l’Arsenale Nord di Venezia, a cura di Olga Gambari, l’artista procedeva alla rottura di una decina di armi di ceramica, perfette repliche di quelle vere, simultaneamente ai performer coinvolti in: USA, Russia, Pakistan, Francia e Turchia, per dichiarare l’urgenza di interrompere la produzione sconsiderata di armi che sottendono ai mercati delle guerre. Nel 2019, in collaborazione con le tessitrici sarde di Nule, realizzava l’arazzo «Stelle e Conflitti», esposto presso il Complesso dell’Ospedaletto di Venezia, a cura di Giacinto di Pietrantonio, che vede la sovrapposizione della mappa dei buchi neri, realizzata dal satellite Swallow della Nasa, al planisfero: la coincidenza tra i buchi neri, i pallini colorati, e i Paesi in guerra, evidenzia quanto la presenza delle guerre determini la nascita e la crescita di «buchi neri» energetici. L’armatura di vetro soffiato «La difesa» del 2022, attualmente esposta presso Palazzo Ducale a Venezia, chiude il ciclo denunciando la fragilità di ogni strategia difensiva e contrapponendo la necessità di approntare una produzione per la vita; la difesa è intesa, appunto, come investimento in ricerca, nel pensiero e nelle arti). 

Nel mettere a nudo i danni della guerra, l’artista ha posto l’attenzione sul tema del finanziamento ad uso bellico. Ha iniziato ad approfondire la questione del denaro, del suo valore e del suo ruolo sociale. La sua ricerca è partita quindi dall’interrogarsi sul fatto che sia corretto o meno utilizzare la stessa unità di misura per acquistare cibo così come uno strumento di morte. Da questa domanda è nata l’idea della «Moneta Etico» introdotta inizialmente nelle pagine del romanzo distopico Antimonio – Manualetto rivoluzionario che delinea gli scenari di una rivoluzione socio-economica ambientata tra il 2027 e il 2050 e improntata sul principio di una «competizione etica» tramite una piattaforma che consente un sistema di valutazione, produzione e distribuzione dei prodotti e del lavoro (sulla base di parametri etici). A tal fine ha immaginato una moneta in grado di esprimere questa differenza, per dare spazio a scelte che siano premiate dal sistema economico e sociale. La moneta Etico diventa strumento per valorizzare coloro che agiscono nel rispetto della natura e il suo utilizzo servirebbe per favorire una produzione eco-sostenibile, nell’interesse del singolo, e insieme, della comunità a cui appartiene. L’Etico potrebbe essere una criptovaluta? Questa è la domanda dell’artista.

 

 

 

 

«Moneta Etico» (2019) di Sarah Revoltella

La risposta dell’economista

L’artista dialoga con vari economisti, per trovare una risposta alla sua domanda. Si incontra con l’economista Patrizia Bussoli, che introduce la possibilità di utilizzare il sistema di blockchain come strumento per tracciare gli impatti sull’ambiente che derivano dalle scelte economiche, ovvero il parametro di misurabilità della dimensione etica ricercata dall’artista. Si passa dall’uso di criptovalute (l’idea originaria dell’artista) a quello della valuta di riferimento legata al sistema (per esempio l’Euro). L’idea originaria dell’artista prevedeva una piattaforma digitale su cui scambiare la cripto-moneta Etico, un flusso di monete che derivano dalle scelte e dal contraccambio di chi vuole sostenere l’ambiente, ovvero una sorta di valuta parallela «buona». Nel nuovo disegno, la piattaforma sarebbe invece il luogo in cui vi sono le informazioni necessarie per prendere decisioni di produzione e consumo consapevoli e in cui vi sarebbe traccia degli impatti ambientali di quelle scelte, in modo da quantificare il beneficio generato per la comunità. Questo sistema sarà la base per creare i crediti a favore di chi contribuisce a generare benefici. L’intuizione di Bussoli sta «nell’associare al comportamento etico un valore economico che deriva dal beneficio ambientale futuro per la comunità, per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità per contrastare il cambiamento climatico». Le autrici passano così dall’Etico inteso come moneta, all’Etico come credito per favorire la creazione di bene pubblico (la tutela dell’ambiente) da parte di tutti gli attori. 

«Io combatto» (2024) performance di Sarah Revoltella. Foto di Fratelli Calgaro

La definizione dell’obiettivo

Le autrici partono dal presupposto che la gestione del cambiamento climatico mette in discussione l’attuale modello economico. Per loro l’obiettivo è «dirigersi verso un sistema che ricompensi sia le imprese, per i maggiori costi di produzione da sostenere, sia i consumatori, per prezzi più alti da pagare, nella fase di transizione, per cambiare il proprio comportamento e abitudini di consumo». Nella loro proposta, «i consumatori possono contribuire al processo di mitigazione del clima non solo scegliendo prodotti e servizi, ma anche modificando il proprio comportamento». Inoltre, ricorda l’artista, «la scelta di ogni persona di andare a piedi o in bicicletta invece di usare l’auto o un mezzo di trasporto inquinante se fosse in qualche forma riconosciuta aiuterebbe a creare un circolo virtuoso e premiante di azioni a favore della miglior gestione del cambiamento climatico». Come chiarisce l’economista, «premiare il comportamento responsabile finalizzato alla creazione di un futuro migliore, misurabile in termini di generazione di bene pubblico, che dia un valore all’individuo che si comporta in modo responsabile per la comunità, è chiave per uno sviluppo etico». Infatti, «la misurabilità dello sforzo (privato e pubblico) permette di identificare l’entità delle minori spese pubbliche future, a seguito della riduzione dei danni ambientali». La domanda che pongono le autrici, in sintesi, è «se vi sia una strada per incentivare lo sforzo odierno per contribuire alla riduzione delle emissioni inquinanti, riconoscendo il beneficio come un bene pubblico attuale e futuro». La loro risposta dà origine a quello che chiamano il principio della «Cooperazione Competitiva Etica», che richiede di premiare l’azione dei singoli che tengono in conto di come la collaborazione di tutti permetta il raggiungimento dell’obiettivo. Disincentivare i comportamenti scorretti e al contempo valorizzare le produzioni e i consumi che creano benefici per la comunità, riconoscendo il valore di un approccio cooperativo, attraverso un uso della tecnologia, richiede un cammino di cambiamento culturale, a più livelli. Il credito etico, ci suggeriscono le autrici, è un punto di partenza.

 

 

 

Le considerazioni in questo articolo fanno riferimento anche ai seguenti scritti: Sostenibilità ambientale: un bene pubblico da preservare in modo credibile, Bussoli, P., Revoltella,S., Working Paper, Ottobre 2024; Bio-Economia: Una Premessa, Bussoli,P., Revoltella,S., Working Paper, Settembre 2024; Sostenibilità e Cambiamento Climatico: come possiamo contribuire in modo credibile alla creazione di un nuovo bene pubblico?, Bussoli.P., Working Paper, Settembre 2024

 

«La difesa» (2022) di Sarah Revoltella

Monica Trigona, 28 novembre 2024 | © Riproduzione riservata

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