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Eugène Boudin, «Juliette sous la tente», 1895

© Studio Christian Baraja Slb

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Eugène Boudin, «Juliette sous la tente», 1895

© Studio Christian Baraja Slb

Eugène Boudin insegnò a Monet come dipingere en plein air

Il Musée Marmottan-Monet ripercorre tutta la carriera dell’artista che al suo allievo più famoso insegnò la tecnica e la passione dello stile tipico degli impressionisti

Anche Claude Monet, il cui nome nel mondo si identifica con l’Impressionismo, ebbe un maestro: Eugène Boudin. Molto tardi, sul finire della vita, l’allievo confessò il debito che aveva con l’insegnante che gli aveva trasmesso la tecnica e la passione della pittura en plein air: «L’ho già detto e lo ripeto: devo tutto a Boudin». Figura cruciale, precursore, ispiratore, Eugène Boudin è ora al centro di una grande mostra al Musée Marmottan-Monet di Parigi che, oltre ad attingere dal suo ricco fondo (la più grande collezione al mondo di opere di Monet), accoglie un’ottantina di opere della collezione dell’uomo d’affari franco-svizzero Yann Guyonvarc’h, a cui si aggiungono prestiti dal Musée d’Orsay e dal Musée André Malraux di Le Havre. La mostra, «Eugène Boudin. Il padre dell’Impressionismo», dal 9 aprile al 31 agosto, curata da Laurent Manœuvre, storico dell’arte specialista di Boudin, si articola in otto sezioni, ripercorrendo tutta la carriera dell’artista, dai primi paesaggi della Normandia alle ultime vedute del Sud della Francia e agli scorci di Venezia. «Boudin adotta un approccio umile nei confronti della natura. È da questa modestia che è nato un approccio originale, che porta con sé i semi dell’Impressionismo», ha scritto il museo in una nota.

Eugène Boudin (1824-98) nacque a Honfleur, piccolo porto della Normandia, in una famiglia modesta. A Le Havre apprese il mestiere della tipografia e fu solo più tardi, nel 1846, che cominciò a dedicarsi alla pittura. A Parigi studiò presso la bottega di Constant Troyon, esponente della Scuola di Barbizon. Prima dunque di Monet, Renoir o ancora Sisley, Boudin cominciò a dipingere all’aperto i paesaggi, le campagne e le spiagge della Normandia, care anche a Monet, immerso nella luce naturale, di cui colse il movimento e la variabilità, dando sulla tela pennellate imprecise, spontanee, scegliendo tonalità fresche e luminose, e quindi rompendo in modo netto con la tradizione accademica e con la Scuola di Barbizon che, pur esplorando la natura, prediligeva un approccio naturalistico e romantico. «Tre pennellate dal vero valgono più di due giorni di lavoro al cavalletto», diceva Boudin nel 1850. 

In realtà, a differenza dei suoi allievi, Boudin rifinì sempre in studio gli schizzi realizzati all’aperto. Sostenuto da Paul Durand-Ruel, il mercante degli impressionisti, Boudin partecipò alla prima mitica esposizione impressionista del 1874, ma non aderì mai al movimento, rimproverando anche a Monet di aver sviluppato una «peinture négligente». Il Marmottan, che si interessa a esplorare il rapporto di collaborazione e d’amicizia tra Boudin e Monet, propone un dialogo tra i due artisti, esponendo, tra l’altro, «La Plage à Trouville» del maestro (1863) e «Sur la plage à Trouville» (1870) del suo allievo più noto. Della collezione Guyonvarc’h sono le vedute delle scogliere di Étretat, dei velieri al largo del porto di Le Havre, dei languidi paesaggi del Nord e di quelli soleggiati del Sud, ed anche «Fête dans le bassin de Honfleur» (1862), che fu respinto al Salon del 1863. La mostra fa un’incursione anche nel periodo belga, quando la guerra del 1870 costrinse Boudin a lasciare la Normandia natale per stabilirsi a Anversa, dove dipinse la sua unica tela a tema storico, «La flotte anglaise qui vient prendre les restes des soldats enterrés dans la citadelle» (1871). Negli ultimi anni Boudin, che aveva studiato i dipinti di Francesco Guardi presenti al Louvre, visitò due volte Venezia, nel 1892 e nel 1895. Della città lagunare adorò «l’atmosfera dolce e brumosa»: «Il viaggio a Venezia, disse, è stato il mio canto del cigno». Pochi giorni dopo la morte di Boudin, il pittore Henri Fantin-Latour scrisse: «Non gli è ancora stato dato il posto che merita».

Eugène Boudin, «La plage à Trouville»,1863. © Studio Christian Baraja Slb

Claude Monet, «Sur la plage à Trouville», 1870. © Musée Marmottan Monet

Luana De Micco, 01 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

Eugène Boudin insegnò a Monet come dipingere en plein air | Luana De Micco

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