Image

Potenza Picena (Mc), Giardini di Villa Buonaccorsi

Foto: Straccini_Contemporanea Studio. © Fai

Image

Potenza Picena (Mc), Giardini di Villa Buonaccorsi

Foto: Straccini_Contemporanea Studio. © Fai

Fai, da cinquant’anni al servizio di un’Italia segreta

Sabato 22 e domenica 23 marzo tornano le Giornate Fai di Primavera, giunte alla loro 33ma edizione. Per celebrare l’anniversario della Fondazione, i luoghi aperti saranno 750, tra cui castelli, chiese, palazzi e interi borghi

Image

Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Le attesissime Giornate Fai di Primavera 2025, giunte alla loro 33ma edizione, cadono nel cinquantenario della nascita del Fai-Fondo per l’Ambiente Italiano Ets, istituito nel 1975 da Giulia Maria Mozzoni Crespi (su stimolo dell’amica Elena Croce, figlia del filosofo) e da Renato Bazzoni con Alberto Predieri e Franco Russoli. Prima donazione: Cala Junco a Panarea, nelle Eolie, un fazzoletto di terra in un luogo sublime, cui oggi, come chiudendo un cerchio di 50 anni, si aggiunge la donazione più recente: una tipica casa di Lipari, anch’essa nelle Eolie. Come ha commentato il presidente del Fai Marco Magnifico, «lo interpreto come il segno che i venti di Eolo, che dalle Eolie spirano, saranno favorevoli al Fai anche per i prossimi 50 anni». Fra i due estremi, 72 luoghi speciali salvati e recuperati, di cui 56 aperti regolarmente al pubblico (visitati nel 2024 da oltre 1,1 milioni di persone) e 16 beni attualmente in restauro; oltre 300 mila iscritti; un piccolo esercito di 16mila volontari, e un impegno costante e appassionato di tutti nella promozione della conoscenza, della cura e della tutela dei beni ambientali e culturali da parte della collettività.

Parma, Certosa di San Girolamo. Foto: Panzera. © Fai

Roma, Palazzo Farnese, Carracci, Mantuano

Come racconta a «Il Giornale dell’Arte» la direttrice culturale del Fai Daniela Bruno, «abbiamo festeggiato il cinquantenario con il convegno nazionale “Un civile servizio”, tenuto l’8 febbraio scorso in un luogo altamente simbolico come il Teatro alla Scala di Milano, affiancati da tante istituzioni e, più ancora, l’abbiamo festeggiato a modo nostro, cercando di svolgere il nostro lavoro al massimo livello: quest’anno avremo infatti un fuoco di fila di ben cinque inaugurazioni, dal Nord al Sud d’Italia. Iniziamo a Punta Mesco, nel Parco Nazionale delle Cinque Terre: qui ad aprile apriremo al pubblico il Podere Case Lovara, una casa rurale con vigneti, uliveto e orti ricavati su terrazzamenti con una vista spettacolare sul mare. È raggiungibile solo a piedi, passando per il sentiero che collega Levanto a Monterosso, e qui racconteremo, con il Parco delle Cinque Terre, che quel paesaggio è tutto opera dell’uomo, che lo coltiva da secoli; poco lontano, sarà la volta di Villa Rezzola a Lerici, una meravigliosa villa di fine ’800 restaurata con i fondi Pnrr, con il più bel giardino all’inglese del Levante ligure e una vista che da Portovenere arriva fino a Lerici. La terza inaugurazione riguarderà il Casino Mollo, un casino di caccia del ’600 posto ai margini della Riserva naturale dei Giganti del Fallistro (sono pini alti oltre 40 metri) nella selva più antica della Sila, e di lì risaliremo a Nord Est, al Monte Fontana Secca e Col de Spadaròt, sul Massiccio del Grappa, nel Bellunese, dove inaugureremo una malga a quasi 1500 metri di altitudine: abbiamo restaurato la casera dove si producevano i formaggi, che produrremo anche noi, in piccole quantità, con il latte delle resistentissime vacche “burline”, ma dove, soprattutto, realizzeremo un luogo utile per gli studenti di agronomia e per diffondere la conoscenza della pastorizia di montagna, perché ripopolare la montagna significa anche tutelare il territorio. Infine, Agrigento, dove già abbiamo quel paradiso che è il Giardino della Kolymbethra, nella Valle dei Templi. Ora abbiamo acquisito Case Montana, umili case rurali del ’700 in cui ha vissuto fino agli scorsi anni ’60 il mitico Turiddu Picciriddu, giardiniere e custode di quel luogo sublime: si potrà capire, anche attraverso un videoracconto, come si viveva qui fino a pochi decenni fa, in un luogo meraviglioso in cui l’archeologia convive con un superbo paesaggio coltivato»

Proprio per celebrare il cinquantenario saranno ben 750, in 400 città, i luoghi aperti nelle Giornate Fai di Primavera (oltre 13 milioni i visitatori delle 32 edizioni precedenti), che si terranno sabato 22 e domenica 23 marzo nell’intera Italia (la visita è a contributo libero, grazie alle 600 aziende sostenitrici e alle istituzioni): sono luoghi speciali davvero, perché insoliti, poco noti o raramente accessibili, e portatori, ognuno, di storie appassionanti. Ci sono castelli, ville, palazzi, chiese, interi borghi storici, parchi, orti botanici e aree naturalistiche, ma anche siti di archeologia industriale, un piccolo aeroporto civile e ben tre fari, mete da sempre ricercate per la bellezza del paesaggio ma anche per il loro forte potere simbolico.

Milano, Palazzo Clerici, Galleria del Tiepolo. Foto: Roberto Morelli. © Fai

Torino, Palazzo Reale. Foto: Blanco. © Fai

Fra tutti vogliamo segnalare, a Parma, la Certosa di San Girolamo, che ispirò a Stendhal il suo celebre romanzo «La Certosa di Parma», aperta eccezionalmente poiché ospita la sede della Scuola di formazione e aggiornamento della Polizia penitenziaria e, a Torino, il secondo piano di Palazzo Reale, dove si apre il sontuoso Appartamento del Principe, da poco restaurato recuperando il gusto di Umberto II, ultimo e fugace re d’Italia (il «re di maggio»). C’è poi Palazzo Farnese a Roma, sede dell’Ambasciata di Francia: una vera reggia rinascimentale, commissionata nel 1513 da Alessandro Farnese, il futuro papa Paolo III, cui lavorarono, per l’architettura, quattro maestri come Antonio da Sangallo il Giovane, Michelangelo, il Vignola e Giacomo Della Porta, e per la decorazione pittorica, Annibale Carracci con il fratello Agostino: a loro si deve la celebre, mirabolante Galleria Farnese, o Galleria dei Carracci. Di tutt’altra natura, in Sardegna, la Diga Eleonora d’Arborea (tra le più grandi, in calcestruzzo, d’Europa) a Busachi (Oristano), gigantesco manufatto che genera il grande bacino del lago Omodeo, indispensabile per l’equilibrio ambientale e agricolo dell’area.

Fra i giardini storici, sono una vera gemma i Giardini di Villa Bonaccorsi a Potenza Picena (Macerata), capolavoro del ’700 marchigiano, fra i giardini all’italiana più belli d’Italia, che erano in abbandono e che, acquistati dal MiC, sono ora in restauro: aperti in quest’occasione, si mostrano con i loro spettacolari terrazzamenti digradanti, fitti di statue, obelischi, fontane e giochi d’acqua, oltre a un teatrino con automi. 

Due siti aperti per le Giornate Fai, il cui interesse è potenziato da un valore anche simbolico, sono il Centro Culturale Mita di Brescia e la Scuola d’infanzia Antonio Sant’Elia a Como: il primo, inaugurato nel 2023, custodisce la collezione (la più grande raccolta privata al mondo) di tappeti antichi della Fondazione Tassara: tappeti preziosi dall’Asia, l’Europa e l’Africa, molti dei quali rarissimi e pregiatissimi, raccolti in una vita di ricerche da Roman Zaleski. Ubicato com’è in un’ex fonderia che sorge in un quartiere oggi multietnico, Mita promuove molti progetti culturali e, con i suoi tesori, porta il messaggio positivo di luogo d’incontro e d’intrecci di culture diverse e lontane. Quanto alla Scuola d’infanzia di Como, chiusa nel 2019, è un esempio luminoso dell’architettura razionalista degli anni ’30 del ’900, opera di un maestro come Giuseppe Terragni che qui, in un nascente quartiere operaio, incarnò con soluzioni architettoniche geniali i valori del metodo educativo Montessori, aprendo il suo interno alla luce, con le grandi vetrate e il giardino, e offrendo ai piccoli ospiti spazi bellissimi, salutari e curati in ogni dettaglio. Candidato al censimento «I Luoghi del Cuore Fai» per poter essere riqualificato e restituito al pubblico, l’asilo è finalmente interessato da un progetto di restauro: votarlo (entro il 10 aprile), contribuirà al suo recupero.

«Siamo molto orgogliosi, conclude Daniela Bruno, per la partecipazione delle istituzioni e dei cittadini a tutte le nostre iniziative, comprese le Giornate Fai: noi siamo un organismo sussidiario, siamo leve, lieviti, attivatori, e la fiducia, diffusa in tutt’Italia, da parte delle istituzioni, dei donatori e dei sempre più numerosi iscritti al Fai, ci riempie di orgoglio ma allo stesso tempo ci rammenta la nostra grande responsabilità. Senza di loro, senza l’entusiasmo e la dedizione dei nostri volontari, le competenze del nostro staff e la passione di ognuno di noi, non avremmo potuto fare tutto ciò che abbiamo fatto in questi 50 anni».

Brescia, Centro culturale Mita, tappeto antico. © Roberto Morelli

Como, Asilo Sant’Elia. Foto: Roberto Morelli. © Fia

Ada Masoero, 11 marzo 2025 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

La mostra dell’artista pugliese, curata da Luca Massimo Barbero, comprende lavori in terracotta ma anche carte e «ferri» realizzati tra il 1964 e il 2013

In occasione dei settant’anni dell’avvocato e collezionista, l’amata Milano gli rende omaggio riunendo in anteprima a Palazzo Reale 150 lavori di 80 artisti internazionali selezionati nella sua ampia raccolta di arte contemporanea

Il direttore Crespi spiega quanto la rivoluzione digitale sia stata, e sarà, d’aiuto per gli allestimenti, rendere il museo accessibile e comprensibile a tutti, gestire i flussi, fornire una guida interattiva, la comunicazione, le riproduzioni digitali, la valorizzazione della Biblioteca…

Attraverso 73 opere inedite il percorso nella galleria milanese racconta il rapporto d’amicizia che legò il pittore attivo a Roma e il poeta-collezionista

Fai, da cinquant’anni al servizio di un’Italia segreta | Ada Masoero

Fai, da cinquant’anni al servizio di un’Italia segreta | Ada Masoero