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Courtesy of Art Basel

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Courtesy of Art Basel

Fuori scala, fuori dagli schemi: Art Basel si reinventa in grande stile

La rassegna elvetica, dal 19 al 22 giugno, annuncia il suo programma, tra visioni monumentali, premi pionieristici e incursioni sensoriali

 

Nel cuore di Basilea, tra il sobrio rigore svizzero e le vibrazioni cosmopolite del mondo dell’arte contemporanea, Art Basel si prepara a riscrivere nuovamente l’edizione più attesa della rassegna, quella elvetica per l’appunto. L’appuntamento in programma per giugno, promette non solo numeri importanti, 289 gallerie da 42 Paesi, ma un’espansione concettuale e «sensoriale» che conferma la fiera come un organismo vivo, in mutazione, sempre più attento ai nuovi orizzonti dell’arte e della società.

Nascono gli Art Basel Awards: l’arte come forza trasformatrice
Tra le novità più rilevanti, il debutto degli Art Basel Awards, primo programma di premi di questo tipo all’interno di una fiera d’arte. In collaborazione con BOSS, il riconoscimento intende infatti celebrare figure chiave del panorama artistico internazionale, dagli artisti ai curatori, dai mecenati agli innovatori culturali, che stanno ridefinendo i confini dell’arte contemporanea. Trentaquattro medaglie saranno assegnate da una giuria internazionale, culminando in un elegante ricevimento e, soprattutto, nell’Awards Summit del 20 giugno: una giornata di incontri e pensiero condiviso, aperta al pubblico e ospitata alla Messe Basel. Un chiaro segnale che l’arte non è solo oggetto, ma progetto culturale.

Messeplatz sotto assedio, Parcours trasforma la città e Unlimited è spettacolare
Una delle immagini più iconiche di questa edizione promette di essere l’intervento site-specific di Katharina Grosse. L’artista tedesca, famosa per l’uso esplosivo del colore spruzzato su grandi dimensioni, prenderà possesso della Messeplatz, convertendola in una tela urbana. Con la curatela di Natalia Grabowska (Serpentine, Londra), la piazza diventa un campo visivo immersivo, in cui lo spettatore è chiamato a perdersi. Non una decorazione, ma un attacco cromatico al paesaggio del quotidiano. Torna anche Parcours, il programma di arte pubblica curato da Stefanie Hessler, direttrice dello Swiss Institute di New York. Il titolo «Second Nature», fa da cappello alle oltre venti opere che si innesteranno nel tessuto urbano tra Clarastrasse, il Reno e la storica Münsterplatz. Il progetto riflette sulle intersezioni, a volte poetiche, altre inquietanti, tra artificio e natura. Spiccano l’installazione tessile lunga 80 metri del duo Hylozoic/Desires, una meditazione ambientale che si snoda sulla pietra della Münsterplatz; la scultura multisensoriale di Selma Selman nella Chiesa di Santa Chiara, fatta di cofani d’auto e paesaggi olfattivi; e il poetico rituale quotidiano di Yu Ji, che offre pane fatto a mano al pubblico in un hotel riconvertito in spazio espositivo. Ogni gesto diventa soglia, ogni intervento un invito a rallentare e percepire diversamente ciò che chiamiamo «naturale». Nel settore Unlimited, curato per la quinta volta da Giovanni Carmine, l’arte abbandona i limiti della cornice. Sessantotto installazioni su larga scala amplificano il respiro della fiera, portando in scena opere che sono esperienze, ambienti, presenze. Tra i protagonisti: Caroline Achaintre, con una maschera tessile monumentale dal volto ambiguo e spettrale; Cosima von Bonin, che reinterpreta Daffy Duck come simbolo di una stanchezza performativa che si annida sotto la superficie del comico; e Atelier Van Lieshout, con «The Voyage – A March to Utopia», un'opera totale che intreccia utopia e distopia in una processione visionaria, costruita in quattro anni di lavoro. Art Basel 2025 promette insomma di farsi palcoscenico dove l’arte non si limita a essere esposta: si contamina, invade spazi, sensi e pensieri. È una fiera che si fa città, rito, esperienza condivisa. A confermarlo è la stessa Maike Cruse, nominata direttrice della fiera Art Basel a Basilea nel maggio 2023: «L’edizione 2025 di Art Basel presenterà non solo le straordinarie opere delle nostre gallerie, nei settori Premiere, Feature e Statements, ma anche un dinamico programma di arte pubblica che rende questa fiera davvero unica. L’audace trasformazione di Messeplatz da parte di Katharina Grosse creerà un’esperienza vivida e coinvolgente. Nel frattempo, a Parcours, l’arte si riverserà nell’ambiente urbano, interagendo con la città in modo profondo ed evocativo. Con l’Awards Summit, stiamo ampliando il dialogo sull’innovazione, promuovendo le connessioni globali e onorando coloro il cui lavoro sta ridefinendo il mondo dell’arte. Questo è l’impegno di Art Basel nel superare i confini, non solo all’interno della fiera, ma anche nella città e nel panorama cultural

Le italiane? I soliti nomi noti
18 le gallerie italiane che partecipano alla «fiera delle fiere», le più internazionali, quelle che nei loro programmi includono grandi artisti nostrani di oggi e di ieri accanto a nomi di grande visibilità internazionale. Ecco quindi la onnipresente Galleria Continua, in buona compagnia: Cardi Gallery, Alfonso Artiaco, Galleria Raffaella Cortese, Massimodecarlo, Galleria dello Scudo, kaufmann repetto, Magazzino, Giò Marconi, Mazzoleni, Massimo Minini, Franco Noero, Lorcan O'Neill, Lia Rumma, Christian Stein, Tornabuoni Art, Tucci Russo e Zero...

 

Maike Cruse fotografata da Debora Mittelstaedt. Courtesy of Art Basel

Redazione, 16 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

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