Tre opere a confronto, tre mondi diversi, ma uniti da tematiche comuni, intorno a cui costruire una mostra. Sull’onda di quanto già realizzato lo scorso anno nella Basilica Palladiana, dov’era stata allestita la rassegna «Tre capolavori a Vicenza. Caravaggio, Van Dyck e Sassolino», il curatore Guido Beltramini, direttore del Palladio Museum e del Centro Internazionale di Studi Andrea Palladio, propone dal 6 dicembre al 9 marzo 2025 un inedito confronto attraverso la mostra «Tre Capolavori a Vicenza. Leonardo da Vinci, Jacopo Bassano, Gianandrea Gazzola», ideata e promossa dal Comune di Vicenza con la coorganizzazione di Intesa Sanpaolo.
Al centro l’opera delicatamente lirica di Gianandrea Gazzola (Verona, 1948), due opere del quale, «Stilo/Stylus» (2013) e «Infinitum» (2018), sono state realizzate per il parco di Arte Sella (Trento). Il suo modo di operare trae ispirazione dal contesto naturale, invita ad ascoltare i segnali emanati dagli elementi naturali, dai venti alle piante, a catturare la loro energia. Come nel caso di «Sub Limine», opera realizzata registrando nel corso degli anni gli impulsi elettrici delle radici di un vecchissimo olivastro posto nel paese di Seggiano, in provincia di Grosseto. Per questa mostra Gazzola ha realizzato un’installazione capace di trasferire le onde sonore dall’aria all’acqua contenuta in una grande vasca quadrata. I movimenti così generati vengono proiettati su grandi teli. «Le liquide figure generate dalle onde, spiega Beltramini, sono basate sugli stessi rapporti armonici delle architetture palladiane, così come sono teorizzati dall’architetto romano antico Vitruvio: in mostra è esposta l’edizione del trattato vitruviano Sull’architettura, illustrata da Palladio nel 1554, oggi fra i tesori della Biblioteca Bertoliana di Vicenza».
Ma oltre che con Palladio, l’installazione di Gazzola si confronta con l’opera di altri due grandi del Rinascimento: con gli studi e tre disegni di Leonardo da Vinci (1452-1519) provenienti dal Codice Atlantico, conservato alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, e con la pala «I santi Antonio e Crescenzio che intercedono presso la Vergine per le vittime dell’alluvione del fiume Colmeda» di Jacopo da Bassano, una tela commissionata all’artista in seguito al nubifragio del 27 luglio 1564 che devastò il territorio, portando all’esondazione del fiume e provocando molte vittime. Il dipinto è esposto accanto al testo a stampa di Palladio, altro volume conservato alla Bertoliana, dedicato ai progetti per governare le acque, i Tre discorsi sopra il modo d’alzare acque da’ luoghi bassi.
Un dialogo quindi, quello tra Palladio, Leonardo, Bassano e l’installazione di Gazzola, in cui riecheggiano tematiche fortemente attuali che attraversano il tempo. L’ingresso è gratuito per i residenti a Vicenza, i possessori del biglietto d’ingresso alla Basilica possono accedere a prezzo ridotto alla mostra «La Caduta degli angeli ribelli. Francesco Bertos» nelle Gallerie d’Italia.