Henry Valensi, «Lo sbarco», 1944, Parigi, Musée de l’Armée

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Henry Valensi, «Lo sbarco», 1944, Parigi, Musée de l’Armée

Gli artisti a difesa della libertà durante la Seconda guerra mondiale

A ottant’anni dalla Liberazione dal nazismo, il Musée de l’Armée di Parigi racconta l’impegno culturale e politico che guidò gli intellettuali in Francia o in esilio tra il 1939 e il 1945

Gli artisti e la guerra. A ottant’anni dalla Liberazione dal nazismo, dal 26 febbraio al 22 giugno il Musée de l’Armée di Parigi presenta la mostra «Un esilio in guerra. Gli artisti e la Francia 1939-1945», un «viaggio tra arte e storia», curata dai conservatori Vincent Giraudier e Sylvie Le Ray-Burimi

Il museo parigino, situato nell’Hôtel des Invalides, il palazzo monumentale dalla cupola dorata che ospita anche la tomba di Napoleone, racconta l’impegno culturale e politico a difesa della libertà portato avanti dagli artisti e intellettuali in Francia o in esilio, francesi e stranieri, resistenti, perseguitati perché oppositori al fascismo e al nazismo e quindi spesso costretti a fuggire l’Occupazione e il regime collaborazionista di Vichy. Tra gli artisti citati, i pittori André Masson, Wifredo Lam, Maria-Elena Vieira da Silva, Fernand Léger, Jean Hélion, Henry Valensi, la fotografa Germaine Krull, ma anche la cantante Anna Marly, Micheline Rosenberg, figlia del collezionista d’arte Paul Rosenberg, lo scrittore Georges Duthuit, l’attore Jean Gabin e il diplomatico francese René Cassin, premio Nobel per la Pace nel 1968.

Il percorso espositivo è suddiviso in quattro sezioni «geografiche» e ripercorre le diverse terre d’esilio, passando da Sydney a New York, Brazaville, Buenos Aires, Cuba e Algeri. Ma anche Londra, dove molti artisti e intellettuali raggiunsero la «Francia libera» del generale Charles de Gaulle, o ancora Marsiglia, dove il giornalista americano Varian Fry aiutò gli artisti dell’avanguardia e migliaia di militanti antinazisti ed ebrei a partire verso gli Stati Uniti. Il Musée de l’Armée ricostruisce due luoghi «emblematici» della Francia negli Stati Uniti, a New York. L’uno è la famosa libreria «Gotham Books», l’altro è l’atelier di Ossip Zadkine, scultore di famiglia ebrea bielorussa, poi naturalizzato francese, che, arrivato a Parigi nel 1910, dovette esiliarsi dal 1941 al 1945, «vero e proprio santuario di creatività e di resistenza», secondo le parole del museo.

Marcita Bloch, «Desde el 18 Junio 1940 Francia sufre, lucha y espera (Dal 18 giugno 1940, la France soffre, combatte et attende)», Parigi, Musée de l’Ordre de la Libération

Luana De Micco, 12 febbraio 2025 | © Riproduzione riservata

Gli artisti a difesa della libertà durante la Seconda guerra mondiale | Luana De Micco

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