A sinistra, Pieter Bruegel il Vecchio, «La caduta degli angeli ribelli», 1562 (particolare). Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique; a destra, Andreas Gursky, «Lützerath», 2023 (particolare); © Andreas Gursky / ARS, 2025

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A sinistra, Pieter Bruegel il Vecchio, «La caduta degli angeli ribelli», 1562 (particolare). Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique; a destra, Andreas Gursky, «Lützerath», 2023 (particolare); © Andreas Gursky / ARS, 2025

Gursky e l’arte classica: la potenza di un dialogo

Da Sprüth Magers l’artista tedesco si fa ispirare dai maestri del passato, da Pieter Brueghel il Vecchio a J.M.W. Turner a Carl Gustav Carus

Monika Sprüth e Philomene Magers ospitano nella loro galleria newyorkese un «solo show» di Andreas Gursky («Inherited Images», 14 marzo-19 aprile) con sue opere nuove e recenti, proponendo poi una selezione dei suoi scatti più conosciuti, in un dialogo intertestuale con le opere d’arte antica della galleria newyorkese, per analizzare il modo in cui le immagini contemporanee si relazionano con quelle del passato.

In questa mostra, Gursky abbina la sua fotografia a facsimili ingranditi di opere di maestri del passato per esaminare i modi della creazione delle immagini e scoprire le relazioni consce e inconsce tra immagini create a secoli di distanza. «Lützerath» (2023), esposta per la prima volta, mostra gli attivisti per il clima saliti sugli alberi per protestare contro lo scavo presso un piccolo villaggio nella Renania Settentrionale-Vestfalia. Questo luogo, che è stato occupato in risposta all’espansione della miniera di carbone a cielo aperto alle sue porte, è diventato all’inizio del 2023 il centro della lotta su carbone e clima. Gli ambientalisti si annidano tra i rami, mentre la polizia in tenuta antisommossa sta a guardare dal basso.

Immagini come queste sono diventate familiari in tutto il mondo da quando, negli anni Ottanta e Novanta, l’atto di stare sugli alberi è quasi sinonimo di una forma di manifestazione popolare. L’immagine di Gursky rappresenta la lotta globale per eliminare l’uso dei combustibili fossili, il fallimento delle politiche ambientali e il rapido peggioramento della crisi climatica. Accanto a questa immagine si vede in mostra un particolare de «La caduta degli angeli ribelli» (1562) di Pieter Brueghel il Vecchio, che raffigura il primo scontro tra il Bene e il Male, quando Lucifero si ribella all’autorità divina. Questo parallelo invita gli spettatori a riflettere sulla storia del soggetto e di immagini che evocano l’idea di una «guerra in cielo», sia essa in un contesto biblico o in uno politico.

Con il soggetto notturno intensamente emotivo di «Malediven» (2023) ritorna alla mente la notte come tema prevalente del Romanticismo. Accanto ad esso figura «Pescatori in mare», la scena lunare di J.M.W. Turner che illustra l’influsso della natura sul destino dell’umanità. Il contrasto tra il nitore della Luna e il debole bagliore della lanterna sulla barca indica che contro le onde i pescatori stanno combattendo una battaglia persa in partenza. Non solo la composizione e la luce atmosferica di Turner si collegano formalmente alla fotografia di Gursky, ma il dipinto tratta il tema dell’interdipendenza tra natura e società, un motivo chiave e ricorrente nelle opere dell’artista contemporaneo.

«Aletschgletscher II» (2024) è la rivisitazione di un’opera «classica» dello stesso Gursky, un’iconica veduta del 1993 del più grande ghiacciaio delle Alpi svizzere. In diretta conversazione con la versione precedente, questa nuova fotografia, altrettanto avvincente, cattura il netto declino della massa glaciale, evidenziando il significativo impatto che l’emergenza climatica ha avuto sul paesaggio nel breve arco di soli trentuno anni. Si avvertono anche echi di dipinti romantici come «Il mare di ghiaccio di Chamonix» (1825-27) di Carl Gustav Carus, che aveva studiato sotto la guida di Caspar David Friedrich.

Alla celebrazione ottocentesca del sublime fa da controcanto, nell’Antropocene, la rappresentazione di Gursky della coesistenza della bellezza e dell’incombente minaccia di distruzione. Le sue elaborate opere, che riproducono in proporzioni grandiose la vita contemporanea, suscitano un pensiero più profondo sulle nostre interazioni con il mondo e con l’ambiente.

Gaspare Melchiorri, 13 marzo 2025 | © Riproduzione riservata

Gursky e l’arte classica: la potenza di un dialogo | Gaspare Melchiorri

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