«Quest’anno ricorre un anniversario importante: la nostra galleria compie 50 anni. Mezzo secolo fa, mio padre Pasquale e mia madre Lucia realizzarono il sogno di avere uno spazio tutto loro e il 16 ottobre 1974, con una mostra di Dan Flavin, lo Studio Trisorio aprì i battenti alla Riviera di Chiaia, in quella che oggi è ancora la nostra sede storica», racconta Laura Trisorio, ripercorrendo una lunga storia a cui lei stessa contribuisce con slancio e passione a partire dagli inizi degli anni ’90, promuovendo da allora in poi importanti nuove collaborazioni e progetti con artisti e istituzioni e ideando (dal 1996) il Festival Artecinema. «Gli anni Settanta erano anni di grande entusiasmo e partecipazione e seguirono mostre di Boetti, Manzoni, Jodice e tanti altri, aggiunge. La galleria divenne un punto di riferimento per il mondo dell’arte, un luogo dove si scambiavano idee e si realizzavano nuovi progetti. Le avventure che nacquero furono straordinarie. Quell’arte univa, sfidava le convenzioni, faceva sentire vivi. Nella Villa Orlandi di Anacapri ospitavamo artisti come Joseph Beuys, Jannis Kounellis, Mario e Marisa Merz. Poi con mia madre, dopo la scomparsa di mio padre nel 1992, siamo andate avanti e sono iniziate nuove collaborazioni con artisti come Ettore Spalletti, Lawrence Carroll, Rebecca Horn, Martin Parr, Daniel Buren, Jan Fabre, la Fondazione Louise Bourgeois».
In quegli stessi spazi dove ebbe inizio quel sogno, è in corso fino al 31 gennaio «Denied», mostra personale di Jenny Holzer (Ohio, Usa, 1954), curata da Philip Larratt-Smith. Le 11 tele esposte (2019-24) riproducono documenti censurati dal Governo e dall’Fbi, su cui l’artista è intervenuta trasformando le cancellature in preziosi inserti in foglia d’oro; mentre nell’opera di grandi dimensioni su carta da lucido «Privately Constructed» impronte di mani circondano frasi estrapolate da documenti governativi. In mostra anche targhe in bronzo e in alluminio con parole che riflettono sui temi della violenza, della fragilità e della sopravvivenza, come «Living and Survival» (anni ’80). Nella vetrina di via Carlo Poerio, infine, sono allestite una scritta a led e una panchina su cui è incisa una poesia di Patrizia Cavalli.
«L’arte è sempre stata per noi una grande passione, un mezzo per costruire legami con le persone. E così, ancora oggi con ogni mostra, ogni nuovo artista, sento che un nuovo viaggio sta per iniziare. E sono iniziate nuove avventure con lo Studio Trisorio nel centro di Capri e i nuovi spazi napoletani in via Carlo Poerio che affiancano la sede storica. E tante nuove collaborazioni con Jenny Holzer, con Emilio Isgrò, che sta preparando una mostra per la prossima primavera, e con gli eredi di Richard Nonas per nuovi progetti», conclude.