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La valigia venduta da Elstob Auctioneers

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La valigia venduta da Elstob Auctioneers

Howard Carter e la mirabolante storia della (sua) valigia

Ci sono perplessità sul «sabbioso» e «polveroso» cimelio, di proprietà del famoso scopritore della tomba di Tutankhamon, battuto all’asta a 12mila sterline

Francesco Tiradritti

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Il lotto 877 della vendita del 27 febbraio scorso, organizzata dalla casa d’aste Elstob Auctioneers di Ripon (New Yorkshire), riportava la seguente dicitura: «Carter (Howard), a “Revelation” leather suitcase, early 20th century gifted to John “Tim” Healey by Howard Carter» («Carter [Howard], una valigia in pelle “Revelation”, inizio del XX secolo regalata a John “Tim” Healey da Howard Carter»). La base d’asta era fissata tra 1.000-1.500 sterline (1.210-1.810 euro). Alla fine, il prezzo è schizzato alle stelle e il cimelio è stato venduto a un anonimo acquirente telefonico al prezzo di 12mila sterline (pari a 14.530 dollari), esclusi i diritti del 30%.

Come ogni cosa che riguarda Howard Carter (1879-1939), lo scopritore della Tomba di Tutankhamon, la notizia ha fatto scalpore ed è stata ripresa dai media. Da quanto da questi riportato si è venuti così a sapere che la valigia era di proprietà di Derek Healey, residente in Bishop Auckland (Durham) e figlio del John «Tim» Healy cui fa riferimento la descrizione. Costui aveva lavorato come meccanico (e archeologo a tempo perso) presso la Chicago House di Luxor a partire dal 1932. L’elegante costruzione ospita ancora oggi la missione archeologica dell’Università di Chicago, una delle più longeve in terra d’Egitto, visto che ha celebrato cento anni di attività l’anno passato. 

Secondo quanto affermato dal figlio Derek, John Healy avrebbe conosciuto e frequentato Howard Carter dal 1932 al 1939, anno della sua morte. Il celeberrimo archeologo inglese, ormai quasi sessantenne, trascorreva gli inverni a Luxor, cercando di sicuro il caldo, ma forse anche conforto all’amarezza provocata dalle tristi vicende che avevano accompagnato la scoperta del tesoro di Tutankhamon. Carter avrebbe fatto dono di una delle sue valigie a John Healy che l’avrebbe quindi utilizzata fino al pensionamento, nel 1970. Da allora il bagaglio sarebbe rimasto sotto il letto da dove Derek, all’inizio di quest’anno, l’avrebbe tirato fuori

La valigia è stata sottoposta all’attenzione dell’esperto di antichità del luogo David Harper che, secondo i media locali ha dichiarato: «Sono stato felicissimo quando sono arrivato alla casa di Bishop Auckland e ho scoperto che non l’avevano lucidata», dimostrandosi assai sollevato di trovare lo storico reperto «sandy» (sabbioso) e carico di suggestioni storiche.  

I dubbi iniziali di Harper sarebbero stati prima dissipati dalla sigla «H/C» (le iniziali di Howard Carter) stampata sulla valigia e successivamente fugati dal fatto che al suo interno Derek asseriva di avervi trovato una copia di The Nile, Notes for Travellers in Egypt di Ernest Wallis Budge (1890). Sul frontespizio vi è infatti una dedica a firma di «H. Burton», identificato con il celeberrimo Harry, fotografo americano autore della splendida e accurata documentazione della Tomba di Tutankhamon e dei suoi tesori. Probabilmente il buon Harper, a questo punto avrà esclamato «Bingo!». Oppure no. 

Le cose che non tornano sono infatti molte, persino troppe. A partire dallo stesso Harper che è, sì un esperto di antichità, ma forse soltanto in alcuni programmi Bbc. La sigla «H/C» non è quella che compare sulle altre valigie di Howard Carter note e certificate. Il libro, infine, è dedicato da H. Burton a «H.R. Neuman», con tutta probabilità il pittore Henry Roderick Newman (1843-1917) che, a partire dal 1887, trascorreva molti mesi in Egitto.

Se è sicuro che Carter conoscesse Harry Burton per avervi lavorato per anni, non è altrettanto certo che avesse mai incontrato Newman e così, anche il libro che doveva essere in possesso di quest’ultimo, non prova nulla. 

Si arriva così a sospettare che l’anonimo acquirente si sia aggiudicato una valigia che più che «sandy» sarebbe stato meglio definire «dusty» (polverosa), tenuto conto della sua permanenza più che cinquantennale sotto il letto di Derek e la cui attribuzione a Howard Carter, all’evidenza dei fatti risulta quantomeno «fishy» (sospettosa).

Frontespizio della copia di The Nile, Notes for Travellers in Egypt di Ernest Wallis Budge (1890) con la dedica a firma di «H. Burton»

In alto, la sigla sulla valigia da Elstob Auctioneers e, in basso, la sigla su una delle valigie certificate essere appartenute a Howard Carter

Francesco Tiradritti, 06 marzo 2025 | © Riproduzione riservata

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