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«Tutto è felice nella vita dell’arte. Omaggio a Giovanni Carandente», è il titolo della mostra presentata dal 30 settembre al 18 dicembre dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro. Curata da Luciano Caprile, la rassegna rievoca la figura di studioso e di critico di Carandente (1926-2009) puntando l’accento sulla manifestazione «Sculture nella città», realizzata a Spoleto per il Festival dei Due Mondi del 1962, rimasta negli annali come una delle mostre più originali e feconde di esiti del Novecento.
In quell’occasione Carandente dispose in luoghi diversi della città 106 opere dei più importanti scultori contemporanei, dando vita a un vero museo della scultura a cielo aperto. Dieci di loro (tra gli altri, David Smith, Alexander Calder, Arnaldo Pomodoro, Pietro Consagra, Lynn Chadwick ed Ettore Colla), su invito del curatore, realizzarono i lavori in vari stabilimenti dell’Italsider, inaugurando un rapporto, allora pionieristico, tra arte e industria.
La mostra (che si avvale della collaborazione di Palazzo Collicola Arti Visive Spoleto-Museo Carandente e del contributo di Eugenio Carmi, Carlo Lorenzetti, Beverly Pepper, del Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce di Genova, dell’Archivio Fondazione Ansaldo e di collezionisti privati) riunisce i bozzetti e i disegni progettuali delle sculture di Spoleto e di altre, tutte realizzate su stimolo di Carandente. A commento della mostra esce il sesto numero di «I Quaderni», arricchito da scritti del critico e da testimonianze di alcuni dei protagonisti della mostra spoletina. In quest’occasione riprendono anche i laboratori didattici della Fondazione.
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