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Matteo Fochessati
Leggi i suoi articoli«Chi guarda queste immagini nette, potenti, ne sarà illuminato più che da conferenze o teorie e imparerà molto su di sé e sugli altri». Così scriveva Alfred Döblin a proposito del taglio sociologico ed espressivo delle foto di Sander a cui il Palazzo Ducale di Genova, in collaborazione con la Photographische Sammlung / Stiftung Kultur di Colonia e il Goethe Institut Genua, dedicherà dall’11 aprile al 23 agosto la retrospettiva «August Sander. Ritratto del XX secolo».
Le foto della sua serie più celebre, «Volti dell’epoca», che fu parte integrante del grandioso progetto «Uomini del XX secolo», mostrano infatti il rigore operativo di un processo fotografico oggettivo e neutrale, in cui era definitivamente bandito ogni artificio tecnico o ritocco estetico. E proprio il distacco con cui i protagonisti delle foto di Sander guardavano, senza alcuna posa artefatta, verso l’obiettivo (dando così una veste oggettiva e imparziale al proprio ruolo sociale) convinse i nazisti a distruggere nel 1936 i negativi di questa serie e a bloccare la sua intensa attività professionale.
La mostra antologica a Palazzo Ducale documenterà, attraverso oltre cento immagini, la complessità e la varietà tematica della produzione di Sander che, figlio di un carpentiere impiegato nel bacino minerario di Herdorf, iniziò la sua carriera come aiuto di un fotografo incaricato dalla direzione di riprendere uno dei pozzi. Saranno esposti i suoi celebri ritratti e i collage della serie «Studi, l’Uomo», ma anche i paesaggi: sia quelli della Sardegna, dove soggiornò per tre mesi nel 1927, in compagnia dello scrittore Ludwig Mathar, sia quelli rurali del Westerwald e, infine, le vedute di Colonia, prima e dopo i bombardamenti alleati che ne trasformarono radicalmente la fisionomia.
Il cuore della mostra sarà comunque rappresentato dalla sezione «Uomini del XX secolo», dal nome del progetto a cui Sander diede vita in seguito al trasferimento del suo laboratorio fotografico a Colonia, dopo esser stato assistente sotto le armi del fotografo Jung e aver lavorato come impiegato e poi come socio nello stabilimento fotografico Greif di Linz. Le sette sottosezioni di questo importante capitolo espositivo saranno dedicate alle diverse categorie sociali che il fotografo tedesco documentò nella sua capillare campionatura della società tedesca dell’epoca.
Questa minuziosa operazione archivistica, influenzata dai principi estetici della Nuova Oggettività promossi dal Gruppo degli artisti progressisti di Colonia, ha avuto tra l’altro un’influenza determinante, per il suo rigore metodologico, su alcune tra le più innovative ricerche della fotografia contemporanea, a cominciare da quelle dei coniugi Becher che a proposito del suo lavoro hanno dichiarato: «Lo abbiamo sempre ammirato moltissimo. Sander era un magnifico ritrattista che rispettava sempre il soggetto e ne riconosceva il ruolo. Accettava il soggetto proprio nel ruolo che aveva scelto di interpretare».
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