Luana De Micco
Leggi i suoi articoliCon l’avvicinarsi delle Olimpiadi di Parigi 2024 (dal 26 luglio all’11 agosto), la competizione sportiva e la sua filosofia hanno ispirato diversi musei della città.
Il Louvre propone di riscoprire le radici greche dei giochi moderni, nati alla fine dell’800, di cui ricostruisce la genesi nella mostra «L’Olimpismo. Un’invenzione moderna, un’eredità antica». Dal 24 aprile al 16 settembre il museo parigino ricorda le origini del progetto sportivo visionario del barone Pierre de Coubertin e di un gruppo di eruditi e uomini politici, francesi e greci, che reinventarono l’Olimpiade antica in chiave moderna. La prima edizione si svolse ad Atene nel 1896, la seconda a Parigi nel 1900.
La mostra, unendo le forze del Louvre, della Sorbona e dell’Università della Tessaglia, allestisce oggetti come la coppa d’argento di Bréal, dal nome del filologo ed ellenista Michel Bréal, che fu consegnata a Spyros Louis, vincitore della Maratona ai primi Giochi del 1896 e che giunge in prestito dalla Fondazione Stavros Niarchos di Atene. Diversi oggetti arrivano dalla Grecia, come alcuni francobolli commemorativi delle prime Olimpiadi dal Museo Filatelico e Postale della Grecia e uno schizzo di Émile Gilliéron per un progetto di coppa per l’edizione del 1906, prestato dall’École française di Atene. Provengono invece dal Dipartimento delle Antichità greche del Louvre bassorilievi scolpiti e antiche anfore e coppe a figure rosse con scene di discoboli e lottatori.
Dal 4 aprile al primo settembre il Musée Marmottan-Monet propone «En jeu! Gli artisti e lo sport 1870-1930», o come lo sport ha ispirato gli artisti impressionisti e postimpressionisti. Una mostra ambiziosa, con più di 160 opere di Gustave Caillebotte, Thomas Eakins, Gustave Courbet, Alfred Sisley, Henri de Toulouse-Lautrec, Jean Metzinger o ancora Robert Delaunay, e prestiti da vari musei francesi, tra cui il Musée national du Sport di Nizza, e stranieri, come la National Gallery of Art di Washington. Attraverso l’occhio dei pittori, il museo parigino ripercorre l’evoluzione della pratica sportiva nel corso del primo ’900, prima riservata all’élite poi popolare e democratica, con una sezione dedicata alle donne atlete, che furono escluse dalle prime Olimpiadi.
Fino all’11 agosto il Musée du Luxembourg presenta «Match. Design e sport». Tra i 150 oggetti esposti, tra passato, presente e futuro, figurano la bici Hirondelle fabbricata in Francia nel 1889, un disegno originale degli anelli olimpici per mano di Pierre de Coubertin, la sella da equitazione Faubourg disegnata da Hermès nel 2024, il pallone Sport-Thieme per ciechi e ipovedenti del 2023 e la sedie a rotelle Invader per rugby in carrozzina del 2021 di Ottobock.
Una mostra dall’approccio storico e cronologico è presentata, dal 26 aprile all’8 settembre, al Palais de la Porte Dorée: «Olimpismo, una storia del mondo», attraverso documenti, film e fotografie d’archivio, racconta lo sfondo socio-politico di ognuna delle 33 Olimpiadi, dal 1869 al 2024. Una storia che ha conosciuto i grandi conflitti mondiali, l’emergere dei nazionalismi e la guerra fredda, ma anche le grandi lotte sociali per la parità di genere e contro le discriminazioni. Il museo ricorda anche alcune figure che hanno scritto la storia dei Giochi, come Jesse Owens, il velocista statunitense di colore che vinse 4 ori alle Olimpiadi di Berlino nel 1936, in pieno regime nazista, e Cathy Freeman, prima atleta aborigena a vincere una medaglia olimpica, per la prova dei 400 metri piani, nella sua Sydney, ai Giochi del 2000.
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