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9. «Lotta di galli» (1952-62) di Antonio Ligabue, battuto a 473.600 euro da Pandolfini

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9. «Lotta di galli» (1952-62) di Antonio Ligabue, battuto a 473.600 euro da Pandolfini

I primi 6 mesi delle aste italiane: 176 milioni

Il fatturato di 22 operatori nella prima metà del 2024 è stato inferiore di soli 16mila rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente

Michela Moro

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I top lot delle case d’asta, i cui dati hanno contribuito a comporre l’andamento semestrale, illustrano un mercato che nella crisi cerca la stabilità e non fa registrare discese e impennate troppo ardite.

Ventidue case hanno risposto (su 48 interpellate), pari a un totale di 176.401.204 euro (406 incanti), inferiore di soli 16mila euro a quello archiviato nel medesimo periodo del 2023. Undici salgono, e undici scendono, con poche variazioni sostanziali. A questo proposito dobbiamo citare Boetto, che dopo un 2023 non esaltante è ritornata ai valori precedenti, Casa d’Aste Martini che raddoppia il risultato, mentre Sotheby’s non ripete il record dell’anno scorso, ma Claudia Dwek, Chairman-Contemporary Art-Europe, fa notare che il valore medio dei lotti di quest’anno è significativamente di oltre un quarto più alto di quello dell’anno scorso.

1. «Allegoria della Liberalità, Allegoria dell’Onore» di Elisabetta Sirani, la coppia battuta a 492.090 euro da Finarte

2. Anello in oro giallo con diamante ottagonale di ct 14,67 di MarinaB, battuto a 302.400 euro da Il Ponte

Meeting Art rileva un +4%, al primo posto con Arte Moderna e Contemporanea, in coincidenza dei festeggiamenti dei 45 anni di attività guidati ininterrottamente dalla famiglia Carrara. Buone le performance dei nuovi dipartimenti dedicati a Design, Luxury, Wine & Spirits. 

Il primo posto va alla notizia che Il Ponte, nel cinquantesimo anno di attività, è stato acquisito dal Gruppo d’aste Millon, con sedi a Parigi, Bruxelles, Nizza e in Vietnam. La più milanese delle case d’asta diventa quindi francese, confermando Rossella Novarini come Direttore Generale. Nell’ultimo semestre Il Ponte ha aggiudicato il 92% dei 8.731 lotti offerti, tra cui due classici top lot, Tancredi e Giorgio de Chirico, preceduti al primo posto da un anello con diamante ottagonale.

3. «Game of chance no.2» (1949) di Kurt Seligmann, battuto a 575.100 euro da Wannenes

4. «Senza titolo» (1979) di Alberto Burri, battuto a 258.300 da Capitolium

Infatti, gioielli e orologi, declinati in maniere diverse, punteggiano l’elenco dei top lot. Importanti diamanti e smeraldi sono apprezzati anche da Wannenes, così come da Colasanti e Pandolfini; da International Art Sale preferiscono i collier con rubini e zaffiri e gli orologi, che ritroviamo anche da Eurantico e da Maison Bibelot. Buccellati, Cartier, Bulgari, Van Cleef & Arpels sono i marchi prediletti. Bertolami rileva come si sia aperta la caccia all’oro e all’argento: «Sino a un anno fa il dipartimento argenti da collezione faceva i conti con l’eccesso di offerta e una domanda focalizzata solo su pezzi rilevanti. Oggi si vende tutto ed è evidente che l’interesse per il metallo, indipendentemente dalla manifattura, è forte». Cambio anche ai vertici del Gruppo Finarte, ora guidato dall’amministratore delegato Alessandro Guerrini; i dipartimenti di Dipinti e Disegni Antichi, e di Arte Moderna e Contemporanea hanno ottenuto i migliori risultati, con una buona performance di orologi e fotografia.

Cambi registra un risveglio significativo del mercato, evidente nella pittura dell’800 che ha stabilito nuovi record d’asta con Morbelli e Pellizza da Volpedo, e l’interesse crescente per Libri e Stampe antiche, Numismatica, Vetri e Design.

5. «Blue Prison/Silver Prison» (2002) di Peter Halley, battuto per 125mila euro da Meeting Art

6. Orologio da polso con calendario perpetuo in oro giallo con fasi lunari Ref 2499/100 di Patek Philippe, battuto a 550.100 euro da Cambi

La fiorentina Pandolfini amplia la sede milanese, dove sono stati trasferiti i dipartimenti di Gioielli, Orologi da Polso, («un successo oltre le aspettative»), e Arte Orientale, che si aggiungono all’Arte Moderna, a Milano già da tempo. L’arte è tutta da appendere, con importanti Fontana, Morandi e Schifano da Sotheby’s, Burri, Accardi e Ligabue da Capitolium, Yves Klein da Studio d’Arte Martini; tengono bene l’800 e l’Antico: Blindarte propone Luca Giordano, Casa d’Aste Vincent Domenico Morelli, Casa d’Aste Martini un «Matrimonio della Vergine» del XVI secolo. Solo due le sculture, entrambe raffiguranti cavalli, Marino Marini da Cambi e una terracotta policroma da Vincent. Ci sono case d’asta e dipartimenti di nicchia che perseguono strade speciali, come Gonnelli, che con la vendita Libri, Manoscritti e Autografi, attesa per l’importanza dei beni provenienti da collezioni italiane, ha raddoppiato le basi con il 90% dei lotti venduti, stabilendo il miglior successo italiano delle aste dedicate ai libri. C’è la giovane Art-rite, che ha scelto di rilanciare la filatelia e rievocare stagioni leggendarie non solo attraverso francobolli, ma anche con lettere speciali, come la raccomandata da Genova a Odessa, del 1861, battuta per 100mila euro

7. «Concetto spaziale» (1964-65) di Lucio Fontana, battuto a 1.379.000 euro da Sotheby’s

«Bagnanti sotto l’ombrellone» (1934) di Massimo Campigli, battuto a 220mila euro da Farsetti

Unico nome ricorrente cinque volte nei top lot è Salvo, proposto da Farsetti, Boetto, Art-rite, Casa d’Aste Martini e Christie’s, che l’ha offerto nell’unica asta esitata in Italia nel periodo. La «Salvomania» pare essere senza tregua e abbiamo chiesto a Mariolina Bassetti, Christie’s Chairman Post-War & Contemporary Art Europe e Chairman Italy, se questo può essere considerato il picco dell’artista oppure un sintomo inflattivo. Bassetti sostiene che Salvo, che avrebbe dovuto essere apprezzato già molto tempo fa, è vittima di un eccesso di mercato con una diffusione sproporzionata. Ha avuto una crescita molto veloce e probabilmente si riassesterà, non ai prezzi di due anni fa, ma a un prezzo migliore, tra il mercato precedente non premiante e quello che lo ha premiato troppo e troppo rapidamente. Fontana è un classico esempio: prima di cominciare a salire incessantemente, è salito e crollato quattro volte, dopodiché è cresciuto inesorabilmente, com’è giusto che sia per gli artisti solidi e storicizzati. Così succederà a Salvo: solo i più bravi rimangono, conquistando il posto che meritano anche nel mercato. 

10. «Studio di teste di carattere (I Peccati capitali?)» dell’artista napoletano del ’700, battuto a 73.600 euro da Bertolami Fine Art

L’assestamento generale in atto risponde ai momenti tellurici e all’euforia precedenti, l’altra faccia della crisi è la minore offerta di opere interessanti: chi può resistere non vende, creando un circuito vizioso immettendo meno opere nel mercato e aspettando quotazioni più vantaggiose. Ma, a dimostrazione del contrario, quando le opere sono valide vengono immediatamente collocate col giusto valore. Infatti, la strategia proposta da Capitolium, e condivisa da vari colleghi per affrontare la prossima stagione, è: più aste con meno lotti ma di fascia qualitativa più elevata. Come Sotheby’s, che modificando le proprie commissioni per creare un mercato più equo e rimuovere le barriere all’ingresso, vede già un impatto positivo nelle vendite: «Forte domanda, alti tassi di vendita e partecipazione record alle aste, in un secondo semestre che risulterà foriero di nuovi acquirenti e offerenti».

Michela Moro, 05 settembre 2024 | © Riproduzione riservata

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