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Una campagna fotografica, quattro volumi, una mostra, un allestimento permanente: nel Museo Gypsotheca di Possagno trentadue scatti in bianco e nero di grande formato del fotografo campano interpretano i gessi del grande scultore neoclassico
- Camilla Bertoni
- 17 aprile 2024
- 00’minuti di lettura


«Afrodite» di Antonio Canova
Foto © Luigi Spina
Il Canova di Spina, splendido anche nelle sue imperfezioni
Una campagna fotografica, quattro volumi, una mostra, un allestimento permanente: nel Museo Gypsotheca di Possagno trentadue scatti in bianco e nero di grande formato del fotografo campano interpretano i gessi del grande scultore neoclassico
- Camilla Bertoni
- 17 aprile 2024
- 00’minuti di lettura
Camilla Bertoni
Leggi i suoi articoliUna campagna fotografica realizzata in quattro anni, a partire dal 2019, quattro i volumi che ne sono stati realizzati, editi da 5 Continents Editions, il terzo dei quali è stato recentemente premiato con medaglia d’oro come miglior libro d’arte da Icma-International Editorial Design & Research Forum, mentre l’ultimo si presenta proprio ora.
Realizzata da Luigi Spina, è accompagnata da testi di Vittorio Sgarbi ed è tutta dedicata al racconto fotografico del Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno. «Il progetto “Canova Quattro Tempi” di Luigi Spina, spiega Moria Mascotto, direttrice della Gypsotheca, ha dato vita a due anime diverse: non solo i quattro volumi che corrispondono a ogni singola ricerca condotta da Spina sui gessi, ma anche una mostra che sarà inaurata sabato 20 aprile (resterà visitabile fino al 29 settembre, Ndr)».
La mostra è composta da trentadue scatti in bianco e nero che saranno esposti in dialogo con le opere in gesso di Canova e si sviluppa in tre sezioni, raccolte intorno ai temi amorosi, mitologici o eroici a cui l’artista si è ispirato. «Il suo punto di forza, continua Mascotto, sta nella valorizzazione dell’opera in gesso di Canova, raccontando oltre alla poetica dello scultore, anche la storia che ha vissuto mostrandoci i suoi segni, le sue imperfezioni, elementi che entrano a far parte in qualche modo dell’opera stessa».
Le foto di Luigi Spina entreranno a far parte del Museo di Possagno, e, come spiega ancora la direttrice, «permetteranno, una volta conclusa la mostra, di dar vita a nuovi progetti espositivi con importanti istituzioni museali nazionali e internazionali con i quali siamo già in dialogo. Il progetto diverrà così messaggero del Museo e del genio canoviano e, al contempo, farà nascere nuove virtuose collaborazioni».

«Adone incoronato da Venere» di Antonio Canova. Foto © Luigi Spina