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A sinistra: Gruppo scultoreo di poeta seduto e sirene con riccioli e conchiglie, 350-300 a.C.; a destra: Testa colossale di divinità, II secolo d.C.

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A sinistra: Gruppo scultoreo di poeta seduto e sirene con riccioli e conchiglie, 350-300 a.C.; a destra: Testa colossale di divinità, II secolo d.C.

Il Getty Museum restituisce all’Italia un gruppo di statue illegalmente esportate

Il gruppo di figure, noto come «Orfeo e le Sirene», è uno di quattro manufatti che il museo riconsegnerà al Bel Paese

Claire Voon

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Il J. Paul Getty Museum restituisce all’Italia, Paese d’origine, alcuni oggetti della sua collezione, dopo che in base a recenti ricerche si è verificato che erano stati rubati o estratti illegalmente in seguito a scavi. Il più importante di essi è un gruppo di figure in terracotta a grandezza naturale noto come «Orfeo e le Sirene», un’opera che risale al 350-300 a.C. ca. Il museo, che ha dato l’annuncio l’11 agosto, ha rimosso le sculture dalle sale espositive e le sta preparando per il trasporto a Roma in settembre.

«Grazie alle informazioni fornite da Matthew Bogdanos e dall’Unità per il Traffico di Antichità dell’Ufficio del Procuratore Distrettuale di Manhattan, che indicavano lo scavo illegale di Orfeo e le Sirene, abbiamo stabilito che questi oggetti dovevano essere restituiti», ha dichiarato Timothy Potts, direttore del Getty Museum, in un comunicato.

«Orfeo e le sirene», che raffigura un uomo seduto affiancato da due sirene, fu acquistato da J. Paul Getty nel 1976, dalla Bank Leu, una banca privata svizzera ormai defunta. Secondo il «Los Angeles Times», l’opera è tra le antichità più conosciute dell’istituzione ed è stata esposta a Villa Getty fin dalla sua acquisizione.

In un’annotazione dell’agenda di Getty si legge che il miliardario e industriale aveva acquistato il gruppo scultoreo per 550mila dollari su raccomandazione di Jiří Frel, l’archeologo che fu curatore del dipartimento di antichità dell’istituzione californiana tra il 1973 e il 1986 e al quale va riconosciuto il merito di aver trasformato il museo in un centro di riferimento per l’arte greca e romana.

Frel si dimise nel 1986 dopo che fu rivelato che aveva messo in piedi uno schema di manipolazione fiscale per espandere la collezione. In Italia la destinazione del gruppo, che fu realizzato nella zona di Taranto, verrà stabilita dal Ministero della Cultura italiano. Secondo il Getty è probabile che quest’opera abbia decorato una tomba. «In origine dipinto a colori vivaci, questo insieme scultoreo di grandi dimensioni è un esempio eccezionale della produzione di terracotta che era caratteristica delle colonie greche dell'Italia meridionale», si legge nella scheda dell’opera.

Il museo sta inoltre collaborando con il Ministero della Cultura italiano per organizzare la restituzione di altri quattro oggetti a data da destinarsi. Si tratta di tre opere acquistate da J. Paul Getty negli anni Settanta: una testa colossale di divinità in marmo del II secolo a.C., uno stampo in pietra del II secolo a.C. per la fusione di pendenti e un dipinto a olio del 1881 di Camillo Miola intitolato «L’oracolo». Il quarto, un thymiaterion (bruciaincenso) etrusco in bronzo del IV secolo a.C., fu acquistato nel 1996.

Negli ultimi anni il Getty ha restituito all’Italia decine di oggetti, ma ha anche resistito ad altre richieste di rimpatrio. Nonostante una sentenza del 2018 della Corte di Cassazione abbia imposto la restituzione dell’Atleta vittorioso di Lisippo, il museo ha continuato a rivendicarne la proprietà. A marzo, un archeologo forense ha condiviso le prove che un frammento di mosaico esposto alla Getty Villa apparteneva a un commerciante noto per il traffico di antichità rubate. Il Getty non ha commentato le conseguenze di questa prova.

Un portavoce ha poi dichiarato al Guardian: «Il Getty effettua continuamente ricerche sul contesto e sulla provenienza degli oggetti della sua collezione e prende in considerazione nuove prove quando vengono presentate. Abbiamo una politica di lunga data che prevede la restituzione degli oggetti al loro paese d'origine o di ritrovamento quando le ricerche indicano che ciò è giustificato».

A sinistra: Gruppo scultoreo di poeta seduto e sirene con riccioli e conchiglie, 350-300 a.C.; a destra: Testa colossale di divinità, II secolo d.C.

Claire Voon, 16 agosto 2022 | © Riproduzione riservata

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