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Cecilia Paccagnella
Leggi i suoi articoliAssociata alla casata dei Savoia e prima capitale d’Italia, Torino è stata anche culla della produzione automobilistica più florida del Paese. Non è così strano, dunque, che uno tra i più importanti musei del mondo dedicato ai motori sia stato fondato proprio all’ombra della Mole Antonelliana: istituito nel 1933, aperto al pubblico nel 1960 e rinnovato nel 2011, il Museo Nazionale dell’Automobile custodisce oltre 200 vetture originali di 80 diverse marche, per un racconto che affonda le radici alla fine dell’Ottocento. Dallo scorso anno, inoltre, ha in comodato la gestione dell’Archivio Fiat e del Centro Storico Fiat, che ha sede nell’edificio liberty inaugurato nel 1907. Dal 2023, il museo è diretto da Lorenza Bravetta, alla quale abbiamo rivolto qualche domanda.
Dopo una carriera dedicata alla fotografia, da due anni è direttrice del Mauto. Che rapporto ha instaurato con il museo?
Le mie precedenti esperienze, soprattutto quelle in agenzia a Magnum, da Camera-Centro Italiano per la Fotografia e al Ministero dei Beni Culturali, hanno trovato una sintesi perfetta in questa nuova avventura. La fotografia e l’automobile sono arti meccaniche fondate sul principio della riproduzione seriale. Entrambe hanno conosciuto un’esplosione nello stesso periodo storico, del quale riflettono lo spirito di modernità, e condividono molti tratti comuni: sono testimonianze del loro tempo e veri e propri beni culturali. Il Mauto è un’istituzione decisamente rilevante a livello internazionale, ma a torto non sempre considerata alla stregua di altri enti di produzione culturale. Tutti questi elementi hanno reso il mio rapporto con il Mauto inizialmente sfidante ma anche stimolante: c’è molto da fare e lo stiamo facendo, con grande entusiasmo e tante soddisfazioni.
Ha da poco inaugurato «Ritorno al Futuro. Prototipi di Tempo» in occasione del quarantennale dell’uscita del film di Robert Zemeckis. Protagonista l’iconica DeLorean DMC-12, che funge da ponte tra il Mauto e il cinema. Al suo fianco, «Hot Panda», esposizione fotografica di Bin Jia dedicata alla Fiat Panda (conclusasi il 26 ottobre). I motori come fil rouge per i progetti temporanei sono una prerogativa o immagina accostamenti più liberi in futuro?
L’automobile è un simbolo del progresso tecnologico che ha segnato profondamente la cultura del Novecento. Raccontare la sua storia, oggi, significa restituire la varietà delle esperienze artistiche con le quali si è contaminata, dei linguaggi che l’hanno raccontata e delle storie di cui è stata protagonista. Il museo custodisce e preserva un patrimonio che ha l’obiettivo di trasformarsi in strumento di ricerca, di indagine e di approfondimento su temi e linguaggi contemporanei, un punto di partenza per riflettere su presente e futuro, un dispositivo che, come DeLorean, ci permette non solo di muoverci nello spazio, ma di viaggiare nel tempo. Abbiamo individuato quattro linee tematiche (storia, arte, design e futuro) che guidano una programmazione all’interno della quale l’automobile è e sarà protagonista nelle sue molteplici e trasversali riletture.
Che legame c’è tra il Mauto e il Centro Storico Fiat (in cui è conservato l’Archivio Fiat)?
Nel dicembre 2024 abbiamo ricevuto in comodato questo luogo straordinario, chiuso al pubblico da diversi anni. Uno spazio da riscoprire e valorizzare, con un archivio che custodisce oltre 10 chilometri lineari di documenti. Abbiamo avviato progetti per rileggere tale prestigioso patrimonio in chiave artistica, con l’obiettivo di condividere nuovi modi di pensare e di osservare il presente. In questa prospettiva, gli artisti sono invitati a dialogare con i materiali storici: nella mostra che inaugura a novembre, il fotografo Nicola Nunziata indaga il mondo delle scuole aziendali, coinvolgendo gli ex allievi Fiat e Lancia nella ricostruzione del loro personale archivio di memorie, integrato ai documenti dell’epoca. Nella primavera 2026, invece, un lavoro di Giovanna Silva esplorerà le architetture e le storie dello stabilimento Fiat di Togliatti, trasformando documenti e immagini in opere capaci di rivelare prospettive inattese.
Mauto-Museo Nazionale dell’Automobile, corso Unità d’Italia 40, To, lun 10-14, mar-dom 10-19, tel. 011/677666, museoauto.com, «Ritorno al futuro» fino all’11 gennaio 2026, «Convergenze» fino all’8 marzo 2026