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Mario Schifano, «Acerbo», 1983, collezione Museo MA*GA

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Mario Schifano, «Acerbo», 1983, collezione Museo MA*GA

Il Museo MA*GA celebra il 75mo anniversario del Premio Gallarate

Una mostra-riallestimento delle collezioni permanenti dà conto delle 27 edizioni del premio che ha raccolto 841 opere di tutti gli artisti italiani più importanti di ogni generazione

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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Al Premio Gallarate (in realtà, Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate) hanno partecipato, nei suoi 75 anni di vita, tutti gli artisti italiani più importanti di ogni generazione. A fondarlo, nel 1949, fu Silvio Zanella con il sostegno dell’Associazione Universitari Gallaratesi, con l’obiettivo di dotare la città, ricca sin dal primo ’900 di prospere industrie manifatturiere, di un museo della migliore arte contemporanea. 

Formulata come Premio acquisto, dall’edizione inaugurale del 1950 fino agli anni Settanta la manifestazione portò in collezione opere di Carlo Carrà, Emilio Vedova, Mario Radice, Atanasio Soldati, Afro Basaldella e poi di Lucio Fontana, Fausto Melotti, Emilio Scanavino, Enrico Baj, Gianni Colombo ed Emilio Isgrò. A garantirne la qualità, le giurie, che avevano fra i loro componenti figure come Roberto Longhi, Guido Ballo, Luciano Caramel, Enrico Crispolti, Gillo Dorfles, Lea Vergine e altri di pari peso. Negli anni Ottanta e Novanta furono premiati, tra gli altri, Carol Rama, Gianfranco Baruchello, Luigi Ontani, Franco Vaccari, Irma Blank e Mirella Bentivoglio, finché, dal 1997, si cambiò la formula e le commissioni artistiche (con Marco Meneguzzo, Roberto Pinto, Walter Guadagnini, Roberta Valtorta, Anna Daneri, Denis Isaia, Adachiara Zevi fino a Chiara Alessi, che ha curato la 24ma edizione, sui progetti e processi del design negli anni Duemila) presero a selezionare artisti e artiste come Luca Vitone, Liliana Moro, Marzia Migliora, Christiane Löhr, Rossella Biscotti, Adrian Paci, Luigi Presicce e altri, chiedendo loro di ideare progetti site specific e site related

Uno still dal video «La sepoltura di Adamo», 2012, di Luigi Presicce, collezione Museo MA*GA

Una collezione robusta (841 opere tra dipinti, sculture, opere multimediali, disegni, grafiche, fotografie, oggetti di design) quella del Premio, e aggiornata in tempo reale sui temi più significativi del dibattito critico di ogni stagione, arricchita anche dai doni degli artisti stessi e dal sostegno del Comune di Gallarate, che fu conferita prima alla Civica Galleria d’Arte Moderna poi, dal 2010, al Museo MA*GA, che ora (dal 13 aprile al 5 ottobre) celebra il 75mo anniversario del Premio Gallarate con una mostra-riallestimento delle collezioni permanenti curata dalla direttrice Emma Zanella e dal vicedirettore e conservatore Alessandro Castiglioni. Intitolata «Atto unico», la mostra dà conto di tutte le 27 edizioni del Premio Gallarate tenute in questi decenni, mettendo in scena le opere ma anche documenti inediti e fotografie da cui riemergono, con i protagonisti, tutti coloro che hanno contribuito al successo di un’avventura che ha assegnato al MA*GA un posto di primo piano nel sistema museale italiano.

La mostra, prodotta da Premio Gallarate nella sua 28ma edizione e da Museo MA*GA con il contributo di Regione Lombardia («Olimpiadi della Cultura-Invito 2025-2026», per l’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026) offre anche l’occasione di presentare le più recenti acquisizioni: «Vera» (1969) di Luciano Fabro e «Appendice per una supplica» (1972) di Ketty La Rocca, giunte in museo con Pac 2024-Piano per l’Arte Contemporanea, e «Il mondo di prima» (2020) di Giulio Paolini, questa acquisita con Strategia Fotografia 2024, due realtà promosse dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Adrian Paci, «Home to go #9», 2001, collezione Museo MA*GA

Ada Masoero, 10 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

Il Museo MA*GA celebra il 75mo anniversario del Premio Gallarate | Ada Masoero

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