Martin Bailey
Leggi i suoi articoliIl Victoria and Albert Museum di Londra restituirà molto probabilmente i «regalia» d’oro di Asante al Ghana dopo una recente visita del direttore Tristram Hunt. Anche se l’attenzione dei media internazionali è puntata sulla restituzione dei bronzi del Benin alla Nigeria da parte di collezioni europee e americane, i manufatti risalenti al Regno di Asante rilevano un’importanza verosimilmente comparabile.
Presi insieme, Asante e Benin, nell’attuale stato del Ghana, rappresentano due delle più illustri culture dell’Africa occidentale. Una restituzione da parte del V&A creerà inevitabili pressioni sul British Museum che conserva una collezione ancora più vasta proveniente da Asante. La Costa d’Oro britannica, in fase d’espansione nel 1872, entrò in conflitto con il Regno di Asante che si trovava al Nord. Nel gennaio del 1874 le truppe britanniche entrarono a Kumasi, la capitale di Asante.
Le milizie vittoriane saccheggiarono e misero a fuoco il Palazzo del Re (Asantehene), Kofi Karikari. Domandarono poi 50.000 once d’oro per coprire le spese della spedizione punitiva. Il sequestro dei «regalia» d’oro spogliò il Re di Asante delle sue insegne di potere. Le tensioni continuarono negli anni, contestualmente ad altri sequestri di tesori, durante le ultime campagne militari nel 1896 e nel 1900.
Nel report annuale del V&A Hunt scrive: «Ho visitato il Ghana per sondare le possibilità di una nuova partnership culturale incentrata sui "regalia" della Corte di Asante conservati presso il V&A, entrati in collezione con il saccheggio di Kumasi nel 1874. Riteniamo che un nuovo modello di partnership culturale possa forgiare un cammino ricco di potenzialità per questi importanti manufatti che li riporti a essere esposti in Ghana nei prossimi anni». Nella visita dello scorso febbraio, Hunt discusse sia con il Ministro ghanese del Turismo, delle Arti e della Cultura sia con l’attuale Re di Asante, Osei Tutu II.
La maggior parte dei musei del Regno Unito non sono in grado di operare un «deaccessioning» (processo per cui un oggetto è permanentemente tolto dagli inventari del museo per essere venduto o esposto altrove, Ndr). Per quanto concerne il V&A, questo limite è dovuto all’inglobamento delle restrizioni nel National Heritage Act del 1983. Hunt è favorevole a un allentamento di tale divieto e il prossimo anno, nel quarantesimo anniversario, vorrebbe instaurare un dibattito sulla questione del «deaccessioning».
Prestiti a «lungo termine»
Per intanto, il V&A può solo far tornare i tesori di Asante con un prestito a lungo termine, ma è possibile che delle soluzioni simili comportino anche un trasferimento della proprietà legale. Questi scambi fra il museo e lo stato del Ghana sono stati coadiuvati in parte da Ivor Agyeman-Duah, storico dell’arte e dell’architettura nato a Kumasi. È stato consigliere per l’ex-presidente del Ghana John Kufuor, in carica dal 2001 al 2009 nonché Direttore del Ghana Museums & Monuments Board.
Una delicata questione da porre sarà se i tesori restituiti dalla Gran Bretagna vadano esposti ad Accra, attuale capitale del Paese oppure a Kumasi, capitale di Asante. Agyeman-Duah sostiene che sia fondamentale far tornare i manufatti di Asante là dove si trovavano nel momento del saccheggio: «È cosa appropriata che facciano ritorno al Palazzo di Kumasi». La sede più adatta potrebbe essere il Manhyia Palace Museum. Costruito nel 1925 e adibito a dimora reale fino al 1970, diventa un museo nel 1995. Chiuso fino allo scorso anno per ristrutturazioni, sicurezza e gestione dell’impatto ambientale, spianerà la strada ai prestiti internazionali.
Traduzione di Mariaelena Floriani
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