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Redazione GDA
Leggi i suoi articoliProsegue fino al 17 gennaio, nel Centro Culturale Chiasso m.a.x.museo, la mostra «La grafica per l’aperitivo. Trasformazioni del brindisi. Storie di vetro e di carta» (catalogo Silvana Editoriale), curata da Gabriella Belli, direttrice della Fondazione Musei Civici Venezia (dal 12 marzo al 29 maggio la mostra si trasferirà al Museo del Vetro di Murano), Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del museo svizzero, e da Giovanni Renzi, architetto e consulente del Museo Gebrüder Thonet Vienna-Friedberg.
La scelta di Chiasso come sede della mostra è particolarmente indicata perché una legge federale di fine ’800 obbligava la mescita degli alcolici, aperitivi compresi, in Svizzera per la distribuzione sul territorio nazionale ed europeo.
Così, all’inizio del XX secolo, a Chiasso e nel resto del Canton Ticino, nacquero le sedi delle più importanti aziende produttrici di queste bevande: tra le altre, Branca, Campari, Carpano, Cinzano, Cynar, Martini e Zucca, la cui «visibilità mediatica» era affidata a manifesti, calendari, réclame, locandine e insegne, ma anche a bicchieri e sottobicchieri, tavolini e sedie, ora ricercatissimi.
Passando dai manifesti della Belle Époque (tra gli altri, Marcello Dudovich e Adolf Hohenstein) e Déco, alle iconiche immagini di Fortunato Depero e Armando Testa provenienti da musei e collezioni private, la mostra ripercorre la storia della comunicazione di grandi aziende che hanno trasformato l’happy hour in un imprescindibile rito sociale.
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