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Corrado Bonomi con l’opera «Cappellerie Belle Arti-modello Fabritius», 2025

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Corrado Bonomi con l’opera «Cappellerie Belle Arti-modello Fabritius», 2025

Il confronto di Corrado Bonomi con la storia dell’arte

Per la rassegna «Meccaniche della Meraviglia», a Brescia è allestita una mostra dedicata all’artista novarese secondo cui la citazione dei maestri è strumento dinamico di appropriazione

Alessia De Michelis

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Dal 2003, «Meccaniche della Meraviglia» è una rassegna di mostre monografiche di arte contemporanea allestite da maggio a settembre in spazi architettonici di particolare pregio come palazzi storici, castelli, chiese e siti d’archeologia industriale situati su tutto il territorio della provincia di Brescia. Per la diciannovesima edizione prosegue il rapporto con l’amministrazione comunale, con la Fondazione Vittorio Leonesio di Puegnago del Garda e con il Comune di Pisogne.

Il 18 maggio inaugurerà negli spazi della Fondazione Vittorio Leonesio, a Puegnago del Garda, «Il Cardellino» di Corrado Bonomi (Novara, 1956), storico esponente del concettualismo ironico, a cura di Alberto Fiz (fino al 19 ottobre). La mostra vuole essere una riflessione sulla storia dell’arte intesa come strumento dinamico di appropriazione: l’artista riprende il piccolo dipinto del pittore olandese Carel Fabritius, tra i più dotati allievi di Rembrandt, il cui volatile incatenato alla propria mangiatoia è diventato una celebre icona. L’omaggio avviene attraverso la sottrazione della sua immagine, diventando una presenza immanente, il riverbero del cinguettio che risuona in diversi ambienti dello spazio e la scelta di lasciare solamente la catenella. «Il metro di catenella ci porta di fronte alla nostra coscienza, siamo noi che lo abbiamo catturato per il nostro diletto effimero che in realtà nasconde la nostra paura dell’odierno confronto con la Natura», e, come afferma Fiz, «il cardellino rappresenta una riflessione intima e problematica di un artista che utilizza l'ironia, talvolta persino lo sberleffo, come strumento di critica sociale teso a sovvertire stereotipi e luoghi comuni». 

Nel susseguirsi di sale tematiche, l’artista sviluppa un dialogo intrigante e ironico con i maestri classici, tra cui, ad esempio, Giorgio de Chirico con le sue «Piazze d'Italia» animate da elementi tridimensionali che ne accentuano l'ambiguità. Anche l’astrattismo di Piet Mondrian diventa pretesto per confezionare regali impossibili con carta trasparente e nastro colorato: «Bonomi è un trasformista pronto a modificare la visione assuefatta e metabolizzata compiendo continue incursioni in territori protetti», prosegue il curatore. Nel confronto con Lucio Fontana, le opere del maestro spazialista sono popolate dalle «Lùcie», intraprendenti fatine sexy che collaborano alla realizzazione di Nature, Teatrini, Tagli, La Fine di Dio. Alla fine del percorso, una serie di cappelli attendono di essere indossati dalle teste di toro di Pablo Picasso, dalla mela rossa di René Magritte, dalle lampadine colorate di Joseph Beuys e naturalmente dal cardellino di Fabritius. 

Contemporaneamente saranno allestiti i lavori, a cura di Kevin McManus, dell’artista di origine tedesca Nataly Mayer, che da anni si si dedica al superamento bidimensionale della fotografia (fino al 22 giugno). A luglio, invece, presso la chiesa di Santa Maria della Neve a Pisogne, Albano Morandi, a cura di Flaminio Gualdoni e con la direzione artistica di Marco Lagorio, proporrà un’installazione site specific dal titolo «Il figlio del Falegname», mentre nello spazio del Mirador i suoi collage ambientali. Nel mese di settembre si inaugureranno, infine, le tre mostre presso il Comune Capoluogo: nelle sale neoclassiche di Moca con le opere dell’artista bolognese Luca Caccioni, a cura di Walter Guadagnini, al Bunchervik di via Odorici con le sonorità del bresciano Luca Formentini, e in uno spazio inedito di particolare suggestione. 

Corrado Bonomi, «Fatina fatata fatale Lùcia», 2011

Alessia De Michelis, 13 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

Il confronto di Corrado Bonomi con la storia dell’arte | Alessia De Michelis

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