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Justas Janauskas. Crediti: Anne Tetzlaff

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Justas Janauskas. Crediti: Anne Tetzlaff

Il creatore di Vinted si è dato all’arte

Justas Janauskas investe nell’arte contemporanea con una nuova fondazione che mette in rete curatori e istituzioni tra Londra e i Paesi baltici

Giorgia Aprosio

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Uno dei protagonisti della rivoluzione della moda di seconda mano ha deciso che è tempo di riciclare qualcos’altro, ovvero il proprio successo. Come riportato dal Financial Times, Justas Janauskas, co-fondatore di Vinted e volto dell’unico vero unicorno tech lituano, ha voltato pagina scegliendo l’unico terreno che nessuno si sarebbe aspettato: l’arte contemporanea.

Invece di seguire la via più prevedibile, quella del collezionista che entra nei board giusti e finanzia qualche progetto sporadico, Janauskas ha preferito creare un’infrastruttura propria, puntando direttamente sul lavoro dei curatori. Così nasce la Upė Foundation, pensata per facilitare scambi professionali tra il Baltico e il Regno Unito.

La fondazione prende forma dopo la sua uscita da Vinted, quando la routine iper-produttiva che lo accompagnava da anni si è fermata di colpo. Inizialmente ha provato con un progetto digitale dedicato alle amicizie non romantiche, che però non ha attecchito, mentre il mondo dell’arte iniziava a offrirgli ciò che il tech non era più in grado di garantire: relazioni reali, contesti imprevisti, occasioni d’incontro non filtrate dagli algoritmi. A orientarlo potrebbe essere stata la compagna, la scrittrice e artista Gabija Grušaitė, o forse la seduzione del jet set dell’arte, quel circuito che da una fiera all’altra vive di conversazioni e comunità effimere.

Ciò che conta è che Upė è ora una realtà che debutta con un progetto ambizioso e unico nel suo genere, uno scambio di diciotto mesi fra la Hayward Gallery di Londra e la Tallinn Art Hall. Un curatore britannico lavorerà in Estonia e un curatore baltico approderà a Londra, un investimento significativo in un momento in cui molte istituzioni inglesi devono fare i conti con tagli e costi crescenti. L’obiettivo è aprire vie di collaborazione finora marginali e mettere in contatto ecosistemi culturali che raramente dialogano con continuità. La scelta del Baltico non è solo affettiva. La regione, uscita dalla transizione post-sovietica con strutture leggere e grande libertà di sperimentazione, negli ultimi anni ha espresso artisti e progetti capaci di imporsi sulla scena internazionale, fino al Leone d’Oro ottenuto dalla Lituania nel 2019. È un ambiente agile e reattivo, ideale per un’iniziativa che vuole evitare percorsi prevedibili.

Upė punta ora ad ampliare la propria rete, superando la classica direttrice Est–Ovest e aprendo a connessioni meno intuitive. Tra le partnership già in cantiere spicca il Camden Art Centre, che dovrebbe accogliere il prossimo scambio curatoriale.

D’altronde non sarebbe la prima intuizione sorprendente di Janauskas. Vinted era nato come un semplice scambio tra amiche a Vilnius. Chissà che ora tocchi alle idee muoversi con la stessa viralità dei vestiti pre-loved.

 

Giorgia Aprosio, 04 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

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