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Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliÈ rossa la grande scultura, alta quasi tre metri, «Balloon Venus Lespugue» di Jeff Koons posta all’ingresso di PM23, spazio culturale creato dalla Fondazione Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti al civico 23 di piazza Mignanelli a Roma. Rossa come i 50 abiti, firmati Valentino, esposti fino al 30 ottobre per «Orizzonti. Rosso», prima mostra ospitata in un’ala del Palazzo Gabrielli Mignanelli, a pochi passi da piazza di Spagna. Su una superficie specchiante come quella dell’opera di Jeff Koons campeggia una frase di Valentino: «I love Beauty, it’s not my fault». Nel nome della bellezza, accanto alle creazioni del couturier, che ne ricapitolano, seguendo un fatale fil rouge, cinquant’anni di carriera, sono allestite 30 opere di autori contemporanei, anch’esse contraddistinte dal medesimo colore. È rossa la porzione di tela sui cui poggia la testa, la donna protagonista de «Le Repos», opera del 1932 di Picasso, posta in dialogo con «Fiesta», corto abito con rose in tulle applicate sulla gonna, apparso nella collezione d’esordio di Valentino nel 1959.
Gli ambienti al primo piano del palazzo, edificato nel tardo Ottocento come scuola e tipografia di Propaganda Fide, sono stati restaurati e ora, in cinque sale, accolgono gli abiti, selezionati da Pamela Golbin, studiosa che per venticinque anni è stata chief curator della sezione Moda e Tessile al Musée des Arts Décoratifs di Parigi, mentre la scelta delle opere d’arte è stata curata da Anna Coliva, già direttrice della Galleria Borghese di Roma.
Clyfford Still, Cy Twombly, Francis Bacon, Louise Bourgeois, Gerhard Richter, Helen Frankenthaler, Marlène Dumas e Mark Rothko sono i grandi nomi dell’arte internazionale (molti dalle raccolte di Garavani e Giammetti, altri in prestito da collezioni private e istituzioni museali) a fare da corona alle creazioni d’alta moda, drappeggiate su bianchi manichini. Fra ricami, seta e piume di struzzo, c’è il ritratto di Valentino eseguito da Andy Warhol, mentre un dipinto di Jean-Michel Basquiat ha figure nere su sfondo cremisi.
Non mancano i maestri dell’arte italiana del ’900: Afro Basaldella, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Alighiero Boetti, Mario Schifano e, ovviamente, un Taglio rosso di Lucio Fontana. «La nostra Fondazione – dichiarano Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti, nasce dall’amore per la bellezza, con la missione di custodirla, promuoverla e trasmetterla alle generazioni future, come naturale prosecuzione del nostro percorso. Crediamo che la bellezza abbia il potere di elevare, trasformare e lasciare un segno indelebile nella vita delle persone». L’ingresso alla mostra sarà gratuito fino al 10 giugno.

Una veduta dell’allestimento della mostra «Orizzonti. Rosso»