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Maria Lai, «Libreria», 1987

Courtesy © Archivio Maria Lai by Siae 2025. Foto Nelly Dietzel

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Maria Lai, «Libreria», 1987

Courtesy © Archivio Maria Lai by Siae 2025. Foto Nelly Dietzel

Il futuro di Maria Lai parte da Jerzu

Nuovi spazi, nuove mostre e fiabe ritrovate, così l’omonima Fondazione porta avanti l’eredità dell’artista sarda

Giovanna Pittalis

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Custodire, tutelare, promuovere: sono le tre parole che riassumono il lavoro svolto dalla Fondazione Maria Lai. Nata nel 2018 per affiancare l’Archivio Maria Lai nella ricerca e nella diffusione del pensiero e dell’opera dell’artista, oggi lavora in simbiosi con l’Archivio per raggiungere obiettivi comuni di studio, tutela, valorizzazione. In questa prospettiva, la Fondazione ha programmato delle mostre e intrapreso una collaborazione con la cantina sociale Antichi Poderi di Jerzu, che ha messo a disposizione uno spazio espositivo dedicato all’arte e alla memoria dell’artista: lo Spazio Cinquesse

In questo luogo di incontro e dialogo, la Fondazione propone mostre e approfondimenti che raccontano il pensiero, la poetica e la produzione di Maria Lai (Ulassai 1919-Cardedu 2013), creando un ponte tra la sua eredità artistica e la comunità contemporanea. Si aggiungono le collaborazioni con musei, gallerie, istituzioni culturali in Italia e all’estero che fondono competenze, materiali, conoscenze per sostenere la ricerca e la realizzazione di mostre a lei dedicate. 

È inoltre in corso una catalogazione più che accurata delle sue opere, finalizzata alla creazione del futuro catalogo generale, ed è anche in corso un processo di archiviazione riservato solo alle opere autenticate. Un impegno costante: «Considerati i grandi progetti che ci sono e le collaborazioni con enti, istituzioni sia in Italia sia all’estero, è di rilevante importanza per la Fondazione riuscire a portare avanti la catalogazione delle opere, cominciata circa dieci anni fa. È davvero necessario catalogare e archiviare per continuare a proteggere il valore dell’opera che Maria Lai ha lasciato, affinché non venga utilizzato per scopi non consoni. La scelta di Jerzu è molto significativa. È uno dei paesi in cui Maria è cresciuta e ha vissuto. È un modo per ricollegare alcune tappe della sua vita», spiega Eva Borzoni dell’Archivio Maria Lai, che insieme alla nipote dell’artista, Maria Sofia Pisu, ne porta avanti l’immenso lavoro.

Nel gennaio 2026, la M77 Gallery di Milano ospiterà una mostra che unirà Maria Lai e un suo caro amico, Antonio Marras; curata da Francesca Alfano Miglietti. Ad aprile, sempre a Milano, è prevista un’altra esposizione alla Building Gallery, curata da Chiara Manca; mentre da maggio a settembre 2026 è in programma una grande mostra antologica al Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina-Museo Madre di Napoli, curata da Carlos Basualdo e Monica Amor. In parallelo, numerose attività. 

Da alcuni anni, infine, la Fondazione collabora con varie case editrici come 5 Continents editions e Electa: accanto a nuovi volumi come Legarsi alla montagna e ai cataloghi delle mostre realizzate a Jerzu, la Fondazione ha iniziato a ripubblicare le fiabe di Maria Lai che hanno fatto sognare una Sardegna intera e non solo. 

Maria Lai, «Geografia per Giuliana», 1997. Courtesy © Archivio Maria Lai by Siae 2025. Foto Giorgio Dettori

Giovanna Pittalis, 23 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

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