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Gennaro Sangiuliano, Ministro italiano della Cultura, vuole che un maggior numero di musei italiani sia guidato da direttori italiani e vorrebbe che i candidati stranieri sostenessero dei test di lingua italiana

© Fabio Sasso/ZUMA Press Wire, ZUMA Press, Inc./Alamy Live News

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Gennaro Sangiuliano, Ministro italiano della Cultura, vuole che un maggior numero di musei italiani sia guidato da direttori italiani e vorrebbe che i candidati stranieri sostenessero dei test di lingua italiana

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Il governo italiano controllerà chi dovrà dirigere i più grandi musei della nazione?

Gli storici dell’arte temono che il Ministero della Cultura stia mettendo in fila i candidati per dirigere le istituzioni più importanti, tra cui le Gallerie degli Uffizi di Firenze e la Pinacoteca di Brera di Milano.

Una commissione nominata dal governo con il compito di aiutare a selezionare i nuovi direttori di alcuni dei più grandi musei italiani, tra cui le Gallerie degli Uffizi di Firenze e la Pinacoteca di Brera di Milano, manca di imparzialità e potrebbe portare il Ministero della Cultura a schierare i suoi candidati preferiti, hanno avvertito gli storici dell’arte. La commissione, composta da cinque persone, è stata creata nell’ambito di una gara d’appalto indetta dal Ministero della Cultura il 16 giugno e prevede la nomina dei nuovi direttori del Museo di Capodimonte di Napoli e della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. I suoi membri ridurranno i candidati a tre per ogni museo prima che il Ministero della Cultura scelga il suo candidato preferito. I candidati avevano tempo fino al 14 luglio per presentare la propria candidatura.

In una lettera aperta datata 25 luglio e indirizzata a Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, e a Massimo Osanna, direttore generale dei musei del ministero, i critici hanno denunciato la presenza nella commissione di una sola storica dell’arte, Daniela Porro, che lavora per la Soprintendenza di Roma gestita dal ministero della Cultura, e di due dipendenti del ministero della Cultura, Porro e Luigi La Rocca, direttore dell’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del ministero, con competenze limitate nella gestione dei musei d’arte.

Problemi di imparzialità
La lettera, firmata congiuntamente dalla Società Italiana degli Storici dell'Arte (SISCA) e dalla Consulta Universitaria di Storia dell’Arte (Cunsta), afferma: «È discutibile che in una commissione che dovrebbe essere imparziale ci siano due dipendenti del ministero della Cultura, che non potranno ignorare le indicazioni del ministero stesso». Massimiliano Rossi, presidente di Sisca, ha dichiarato a «The Art Newspaper» di essere preoccupato per la mancanza di figure internazionali all'interno della commissione e ha messo in guardia dal predominio di esperti di archeologia, tra cui Carmela Capaldi, docente all'Università Federico II di Napoli. Osanna, già direttore del sito archeologico di Pompei, insegna anche all’università. «Il rischio è che un archeologo vada agli Uffizi», afferma Rossi.

Osanna ha risposto in un’intervista pubblicata su «La Repubblica» il 28 luglio, sottolineando la competenza dei membri della commissione e definendo «vergognose» le insinuazioni circa l’influenza dei politici. «Cosa vogliono dire? Che i nostri amministratori non sono competenti?», ha domandato Osanna. I critici hanno fatto paragoni con una precedente gara d’appalto per i musei indetta nel 2015 da Dario Franceschini, predecessore di Sangiuliano. Presieduta da Paolo Baratta, allora presidente della Biennale di Venezia, la precedente commissione comprendeva Nicholas Penny, storico dell’arte ed ex direttore della National Gallery di Londra.

La gara d’appalto aveva portato alla nomina di sette direttori internazionali per i maggiori musei italiani, ai quali l’anno precedente era stata concessa una maggiore autonomia nella raccolta di fondi, nella nomina del personale e nella programmazione di mostre e prestiti. Tra i nuovi direttori figurano il tedesco Eike Schmidt agli Uffizi, il britannico James Bradburne alla Pinacoteca di Brera e il francese Sylvain Bellenger al Museo di Capodimonte. Sebbene l’ultimo bando preveda la possibilità di candidarsi per i cittadini dei Paesi dell’UE, Vittorio Sgarbi, critico d’arte e sottosegretario al Ministero della Cultura, è sembrato suggerire che il governo «nazionalista» italiano favorirà i candidati nazionali, dichiarando a gennaio al quotidiano «Il Corriere Fiorentino»: «Per il prossimo bando ci stiamo orientando verso commissioni di selezione con membri più strettamente legati al territorio nazionale».

Commentando la dichiarazione di Sgarbi, Rossi ha previsto che «l’era dei direttori internazionali è finita». L’annuncio dei candidati prescelti è previsto per l’autunno. Nel frattempo, il Ministero ha in programma di nominare i nuovi direttori di tre musei di primo livello, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, i Musei Reali di Torino e la Galleria dell’Accademia e i Musei del Bargello di Firenze, recentemente unificati, oltre ai 17 musei a cui è stata recentemente concessa l’autonomia con un nuovo bando che dovrebbe essere pubblicato a febbraio.
 

Gennaro Sangiuliano, Ministro italiano della Cultura, vuole che un maggior numero di musei italiani sia guidato da direttori italiani e vorrebbe che i candidati stranieri sostenessero dei test di lingua italiana.© Fabio Sasso/ZUMA Press Wire, ZUMA Press, Inc./Alamy Live News

James Imam, 29 dicembre 2023 | © Riproduzione riservata

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