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«To See The Earth Before the End of the World» (2022) di Precious Okoyomon allestita all’Arsenale in occasione della mostra «Il Latte dei Sogni» (2022). Foto Roberto Marossi. Cortesia La Biennale di Venezia

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«To See The Earth Before the End of the World» (2022) di Precious Okoyomon allestita all’Arsenale in occasione della mostra «Il Latte dei Sogni» (2022). Foto Roberto Marossi. Cortesia La Biennale di Venezia

Per La Biennale è stato un 2022 a emissioni zero

Tutte le manifestazioni hanno ottenuto la certificazione di neutralità carbonica. Il presidente Cicutto promette le stesse risorse per il 2023 e si impegna a riutilizzare per la Biennale Architettura gli apparati dell’allestimento della Biennale Arte

La Biennale di Venezia ha ridotto e compensato le emissioni di anidride carbonica per raggiungere la neutralità in tutte e cinque le manifestazioni del 2022, compresa la 59a Esposizione Internazionale d’Arte che si è conclusa a novembre. Se Venezia è nota per essere stata devastata negli ultimi anni dagli effetti del cambiamento climatico, La Biennale spera di trasformare la città in un banco di prova per dimostrare come i grandi eventi artistici possano ridurre significativamente le loro impronte di carbonio.

«Venezia è diventata un simbolo di fragilità ambientale e un esempio emblematico delle sfide che il mondo dovrà affrontare se non adotterà misure per combattere il cambiamento climatico», spiega il presidente della Biennale Roberto Cicutto. Il raggiungimento della carbon neutrality ha trasformato La Biennale in un laboratorio a disposizione del mondo intero in materia di sostenibilità come in campo artistico».

Già nel 2021 lo status di carbon neutrality era stato assegnato alla Mostra del Cinema di Venezia. Ora, invece, l’agenzia RINA, che si occupa di certificare il livello di sostenibilità delle aziende, ha assegnato lo status di carbon neutrality alle edizioni 2022 dei festival di Arte, Teatro, Danza, Cinema e Musica contemporanea della Biennale, dopo che per ridurre di 1129 tonnellate le emissioni di CO2 l’organizzazione ha «lavorato in due direzioni»: riducendo direttamente le emissioni e compensando quelle residue tramite l’acquisto di crediti di carbonio (certificato che equivale a una tonnellata di CO2 non emessa o assorbita con un progetto di riduzione o riassorbimento delle emissioni globali di CO2 e altri gas nocivi, Ndr).

Tra le misure adottate figurano il riciclo di materiali espositivi come i tessuti, il riutilizzo per la prossima mostra d’architettura degli elementi strutturali degli allestimenti della mostra d’arte, l’utilizzo esclusivo di fonti rinnovabili con zero emissioni di CO2, autobus elettrici, barche a motori ibridi per il trasporto dei visitatori, carrelli e muletti elettrici e prodotti di provenienza locale per i servizi di ristorazione. Contemporaneamente La Biennale ha investito nella produzione di energia rinnovabile in India e in Colombia.

La Biennale ha inoltre messo online un elenco di comportamenti suggeriti ai visitatori per ridurre la propria impronta di carbonio. «Continueremo a diffondere informazioni sui cambiamenti che La Biennale sta apportando e sulle buone pratiche che i visitatori possono adottare in prima persona», ha dichiarato Cicutto. Per il 2023 le risorse disponibili sono le stesse del 2022Tutti i settori e le attività artistiche saranno coinvolti nello studio e nell’analisi della riduzione dell’impatto di carbonio e delle sue manifestazioni».

Come alle biennali anche alle fiere è richiesta maggiore sostenibilità. Frieze e Art Basel, membri della Gallery Climate Coalition, hanno assunto una serie di impegni, tra cui quello di ridurre le emissioni reali di almeno il 50% e di arrivare a zero rifiuti entro il 2030.
 

«To See The Earth Before the End of the World» (2022) di Precious Okoyomon allestita all’Arsenale in occasione della mostra «Il Latte dei Sogni» (2022). Foto Roberto Marossi. Cortesia La Biennale di Venezia

James Imam, 02 gennaio 2023 | © Riproduzione riservata

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