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Courtesy H&W and The-Estate-of-Ed-Clark

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Il magico giugno di Hauser & Wirth tra Basilea e Zurigo, in 5 mostre

Con Meret Oppenheim, Felix Gonzalez-Torres, Mark Rothko, Robert Ryman, Ed Clark e Pat Steir, la galleria svizzera si prepara ad accogliere il pubblico dell’art week di Basilea con cinque appuntamenti, tra le sue sedi di Basilea e Zurigo.

Silvia Conta

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Con Meret Oppenheim, Felix Gonzalez-Torres, Mark Rothko, Robert Ryman, Ed Clark e Pat Steir, la galleria svizzera che ha conquistato il mondo si prepara ad accogliere il pubblico dell’art week di Basilea con cinque appuntamenti, tra le sue sedi di Basilea e Zurigo.

Ad Art Basel la galleria sarà tra i protagonisti di Unlimited con l’iconica opera di di Felix Gonzalez-Torres “Untitled (Go-Go Dancing Platform)” (1991). In quest’opera «una volta al giorno, a un'ora non prestabilita, un ballerino di go-go dance vestito di lamé sale su una piattaforma azzurra con un dispositivo audio personale. Circondata da 48 lampadine illuminate, ascoltando la musica di sua scelta, balla per circa cinque minuti prima di scomparire nuovamente», ha ricordato la galleria. Concepito nel 1991, - ha proseguito - è un lavoro di grande rilievo nella produzione di Gonzalez-Torres: «ideata pochi mesi dopo la morte del suo compagno, Ross Laycock, per AIDS, e seguita dalla morte del padre dell'artista, “Untitled” (Go-Go Dancing Platform) (1991) è stata realizzata in un momento di profonda perdita personale e in un contesto di diffusa omofobia, nonostante questo l'opera offre momenti di gioia e desiderio». Riconosciuta come una delle opere più significative dell'artista, “Untitled” (Go-Go Dancing Platform), è stata esposta in oltre 30 mostre in tutto il mondo, tra cui il Centre Pompidou, la Serpentine Gallery, la Fondation Beyeler e l'Hammer Museum: «Gran parte dell'opera di Gonzalez-Torres affronta il tema della performatività, e l'assenza di un corpo sulla piattaforma è significativa quanto la presenza fugace di un ballerino. L'apertura concettuale e la risonanza contemporanea del suo lavoro favoriscono un coinvolgimento attivo, incoraggiando gli spettatori a creare connessioni associative personali».

Nella sua sede di Basilea, inaugurata un anno fa, Hauser & Wirth celebra Meret Oppenheim (1913, Berlino – 1985, Basilea) con una mostra (fino al 19 giugno) curata in stretta collaborazione con il curatore e storico dell'arte Josef Helfenstein, che riunisce opere realizzate tra gli anni '30 e gli anni '70, tra cui alcune raramente esposte in precedenza. «L’artista svizzera di origine tedesca - ha ricordato la galleria - rimane una delle figure più dinamiche dell'arte del XX secolo. Nonostante fosse affiliata ad alcuni dei movimenti artistici più influenti del XX secolo, tra cui il surrealismo e il dadaismo, Oppenheim sfuggiva a qualsiasi categorizzazione. Caratterizzate da umorismo e da un atteggiamento di profonda indipendenza intellettuale, le opere di Oppenheim esplorano in modo critico temi quali l'identità e la sessualità, ancora oggi di grande attualità. La sua pratica artistica eclettica e trasgressiva è esposta in un percorso espositivo che spazia dalla pittura al disegno, dalla scultura al design».

Nella vicina Zurigo, invece, Hauser & Wirth inaugura tre mostre in occasione dell'ottava edizione di Zurich Art Weekend (dal 13 al 15 giugno). Nella raccolta sede sulla Bahnhofstrasse la galleria propone “Just There. Rothko Ryman” (dal 12 giugno al 13 settembre) con la curatela di Dieter Schwarz, un percorso espositivo in cui «per la prima volta, le opere di Mark Rothko (1903-1970) e Robert Ryman (1930-2019) si incontrano direttamente in una mostra a due, aprendo nuove prospettive sull'interazione artistica tra due grandi maestri americani della pittura del XX secolo. Questa mostra riunisce importanti opere di Rothko degli anni '50 e '60 e di Ryman dalla fine degli anni '50 agli anni '90. Rothko e Ryman rappresentano due generazioni di pittori astratti americani che si sono brevemente incontrati intorno al 1960; Rothko era allora all'apice della sua fama, Ryman un pittore emergente. Al di là di questa breve coincidenza temporale, sono profondamente legati dalla grande qualità visiva dei loro dipinti, di cui una selezione concisa è visibile nella mostra».

Sempre a Zurigo, nella sede in Limmatstrasse, la galleria presenta “Ed Clark. Paint is the Subject” (dal 13 giugno al 13 settembre), «la prima mostra personale in Svizzera dedicata a Ed Clark (1926, New Orleans - 2019, Detroit), pionieristico astrattista americano. Curata da Tanya Barson in stretta collaborazione con gli eredi dell'artista, la mostra riunisce opere fondamentali realizzate nell'arco di sette decenni, offrendo una panoramica completa della pratica innovativa di Clark. La mostra presenterà un'ampia selezione dei suoi dinamici dipinti di grandi dimensioni e delle sue opere su carta, oltre a lavori giovanili e un esempio del suo uso della tela sagomata. La presentazione sarà completata da fotografie e documenti d'archivio che forniscono un contesto biografico e storico, tracciando l'evoluzione del suo approccio innovativo e il suo impatto duraturo sulla pittura moderna».

Ancora in Limmatstrasse la galleria propone “Pat Steir. Song” (dal 13 giugno al 13 settembre), che «precede la presentazione personale di Steir prevista per luglio presso la sede di Hauser & Wirth in Wooster Street a New York, in cui l'artista reinterpreta uno dei suoi iconici disegni murali a quasi 50 anni dalla sua prima installazione. Tra i grandi innovatori della pittura contemporanea, Steir (1938, Newark, New Jersey, vive e lavora e New York) si è affermata alla fine degli anni '70 e all'inizio degli anni '80 per le sue tele iconografiche e i suoi disegni murali immersivi. Alla fine degli anni '80, il suo approccio innovativo alla pittura, caratterizzato dalla rigorosa tecnica di versamento utilizzata nelle opere della serie Waterfall, le è valso un notevole successo di critica. Le nuove opere esposte a Zurigo ampliano e sviluppano la serie Waterfall, in cui Steir rinuncia intenzionalmente al controllo e lascia che la pittura crei un'immagine attraverso la sua tecnica distintiva di colature e stratificazioni su uno sfondo di linee di gesso disposte a griglia. La qualità espressiva dei dipinti, che variano per dimensioni e tonalità vivaci, sottolinea la posizione di Steir come una delle pittrici contemporanee più originali e durature, la cui pratica concettuale trascende il divario tra figurazione e astrazione». La mostra anticipa, inoltre, l'uscita di una nuova monografia dell'artista edita da Hauser & Wirth Publishers, “Pat Steir: Paintings”.

Silvia Conta, 06 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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