Elena Correggia
Leggi i suoi articoliAlla ricerca della «terraferma». Così Bank of America ha intitolato il suo più recente report sul mercato dell’arte, presentato in occasione dell’anteprima per la stampa di Tefaf New York. Nel 2023 si è verificata la prima contrazione del mercato dell’arte dal 2020, e dopo i picchi del 2021, con un declino delle vendite all’asta globali del 27% rispetto al 2022 e con un prezzo medio per un’opera in calo del 32%: il punto di equilibrio che sancisce l’incontro fra domanda e offerta appare così più lontano. Dato questo scenario, ora la correzione si sta traducendo in una revisione delle aspettative sui prezzi con un’accentuazione delle distanze fra le posizioni di acquirenti e venditori. Se infatti gli acquirenti assumono un atteggiamento attendista auspicando la discesa dei prezzi sia alle aste sia in galleria, anche i venditori stanno alla finestra augurandosi che la domanda riacquisti presto una maggiore flessibilità. Se ne deduce che le stime dovranno essere ridimensionate a livelli maggiormente attraenti.
Uno scenario già avvertito nel dicembre scorso, ad Art Basel Miami, quando gli espositori registravano vendite inferiori rispetto all’anno precedente e concluse velocemente solo per opere intorno ai 100mila dollari o sotto questo valore.Razionalizzare i costi e sfruttare le economie di scala sembrano parole all’ordine del giorno fra gli operatori di un settore che ha contato di recente numerose azioni di consolidamento. All’inizio dell’anno Hindman Auctions, con sede a Chicago, e Freeman’s di Philadelphia si sono fuse creando il più grande gruppo nel settore delle aste negli Stati Uniti, molto competitivo per il mercato di fascia media, contando anche sulla partnership con Lyon&Turnbull che opera sul mercato inglese. Questa operazione segue l’acquisizione da parte di Bonhams di ben quattro case d’aste di area regionale fra il 2022 e il 2023.
In altri casi invece per liberare risorse si è scelta la strada del taglio dei costi del personale. È il caso di Sotheby’s, che ha ridotto il numero dei funzionari “senior” e lo staff del dipartimento dell’arte Nft. Tagli analoghi sono stati attuati anche da Phillips e dalla piattaforma online Artsy. Ciò ha permesso di liberare disponibilità investite in ambiti strategici come le garanzie, spesso utilizzate per aggiudicarsi il conferimento di lotti importanti o per dare rassicurazione ai collezionisti più prudenti in un mercato in ribasso. Gli analisti di Bank of America attendono il taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, cosa che a loro avviso potrebbe stimolare gli affari, favorendo la spesa per asset non finanziari, proprio come arte e oggetti da collezione. Inoltre, la riduzione del costo del denaro potrebbe indurre alcuni collezionisti a cercare di ottenere liquidità dalla propria collezione attraverso il prestito garantito da opere d’arte.
Nelle condizioni attuali secondo Bank of America è il «middle market», ovvero le opere comprese fra 100mila e 3 milioni di dollari, a offrire le occasioni migliori ai collezionisti perché l’offerta è più vasta e ci sono più ampi margini di negoziazione. Al tempo stesso la revisione dei prezzi in galleria potrebbe favorire l’accesso ad opere e artisti che da tempo erano nella lista dei desideri di molti. Varie gallerie newyorchesi, dopo le caute vendite di Art Basel Miami, nei primi mesi del 2024 hanno proposto esposizioni a prezzi più bassi e anche le mega-gallerie hanno dato il via alla stagione con artisti più nuovi come Abdoulaye Konaté da Lévy Gorvy Dayan, Julian Charrière da Sean Kelly e Huma Bhabha da David Zwirner.
Infine, anche le artiste donne stanno ottenendo un accresciuto riconoscimento economico. La vendita agli incanti delle loro opere è cresciuta del 10% per un totale di 788 milioni di dollari e segue gli incrementi del 29% e del 55% registrati nel 2022 e 2021. Anche se al vertice delle classifiche delle artiste ci sono tre nomi già ben noti come Yayoi Kusama, Joan Mitchell e Georgia O’Keeffe, anche figure storicamente importanti ma meno celebri stanno ricevendo una rinnovata attenzione. Lo dimostra Joan Snyder, un’astrattista la cui tela «The Stripper» è stata venduta per quasi mezzo milione di dollari nell’autunno scorso, da Christie’s, un risultato che ha superato di oltre il 300% la sua stima più alta. Non si tratta di un caso isolato ma che trova riscontri nella recente riscoperta anche di altre figure come Grace Hartigan, Lynne Drexler e Alice Baber, attive soprattutto fra gli anni ’50 e ’70 del Novecento. In generale, il report segnala la crescita di interesse da parte dei collezionisti per opere di primo piano di artisti storici ancora poco considerati a discapito delle opere di livello inferiore di artisti ben affermati. I motivi? I prezzi per avvicinarli sono senz’altro inferiori, il mercato non è ancora saturo delle loro opere e il fatto che siano nomi vicini a quelli di personalità storicizzate li rende una scommessa abbastanza sicura.
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