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Elena Correggia
Leggi i suoi articoliQuando la qualità svetta il mercato risponde, anche senza necessità di promozioni sbandierate. Una dimostrazione proviene dal risultato record raggiunto da «Nature Morte (Contraste de formes)» di Fernand Léger, che da Bolaffi Aste il 13 maggio è stata venduta per 2,15 milioni di euro, una cifra ben superiore alle stime di 800mila-1,2 milioni di euro e top lot assoluto nella storia della casa d’aste torinese. L’opera, realizzata fra il 1913 e il 1914 secondo la tecnica della gouache e cartoncino su carta riportati su tavola, è stata contesa a suon di rilanci prima da quattro offerenti al telefono e poi da due: a spuntarla è stato un fondo di investimento straniero. «Nature morte (Contraste de formes)» appartenuta a prestigiose collezioni milanesi, Frua e Jucker, fu venduta dai Jucker nel 1962 presso la casa d’aste Brera ottenendo già all’epoca una notevole risonanza mediatica, e da allora è rimasta assente dal mercato. Esteticamente e cromaticamente piacevole, appartiene a un biennio e a un ciclo di lavori, quello dei «Contrasti di forme», di grande importanza non solo per l’evoluzione della poetica di Léger ma anche per lo sviluppo del Cubismo. In questa serie, di rado apparsa sul mercato specie nella versione a colori, forme geometriche elementari e colori primari esemplificano la frenesia della modernità eliminando ogni tentazione rappresentativa a favore di un’accentuazione verso l’astrazione pura.

Peter Halley, «Connection», 2005. Courtesy Aste Bolaffi

Massimo Campigli, «Estate», 1955. Courtesy Aste Bolaffi
Un’altra visione astratta, più contemporanea e accesa da colori fluorescenti, ha dato slancio alla disputa per una tela del 2005 di Peter Halley, «Connection», che ha cambiato proprietario per 125mila euro (stima 80-120mila). Una «Promenade» del 1947 di Alberto Savinio è stata scambiata a 118.750 euro (stima 100-150mila), mentre un olio su tela di Massimo Campigli, «Estate», del 1955, proveniente in origine dalla galleria La Bussola di Torino ha totalizzato 52.500 euro (da 35-50mila). È stata poi acquistata per 35mila euro un’importante scultura di Duilio Cambellotti, «La conca dei bufali», del 1910, (la valutazione iniziale era di 27-35mila), particolarmente famosa anche perché esposta nel 1911 a Roma in occasione dell’Esposizione internazionale che celebrava il 50esimo anniversario dell’Unità d’Italia. Nell’ambito dei linguaggi del secondo Novecento, si sono messi in evidenza la Pop art italiana di Mario Schifano con un «Paesaggio anemico» che ha superato le stime di 16-20mila per essere venduto a 27.500 ma anche Salvo, questa volta presente non con uno dei suoi paesaggi fiabeschi ma con un lavoro concettuale del 1972, «Respirare il padre», aggiudicato a 30mila (da 14-20mila). Fra i pochi invenduti, infine, un acquerello di Salvador Dalì, «Le suicide de Roméo dans la tombeau de Juliette» del 1975 valutato 30-40mila euro.

Mario Schifano, «Paesaggio anemico». Cortesy Aste Bolaffi
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