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Alessia De Michelis
Leggi i suoi articoliIl progetto «Minerva» di Palazzo Maffei approda sulla rivista «Frontiers in Psychology» e ottiene un riconoscimento europeo come buona pratica nel documento «Culture and Health. Time to act» della Commissione Europea: un risultato che conferma il ruolo crescente dei musei come contesti attivi di promozione del benessere.
La ricerca condotta tra maggio e novembre 2024, coordinata dalla professoressa Michela Nosè con il Centro Oms per la Salute Mentale dell’Università di Verona e da Vanessa Carlon per il museo, ha coinvolto 103 partecipanti in un percorso strutturato di tre visite tematiche. Valutati con strumenti psicometrici internazionali, i visitatori hanno mostrato una diminuzione del distress psicologico (dal 67 al 56%), dei casi di ansia moderata-grave (dal 13,6 al 6,8%) e dei sintomi depressivi (dall’8,8 al 4,8%). Parallelamente, il benessere psicologico è aumentato e la quota di persone che si dichiarano «ad alto benessere» è passata dal 34 al 50%. Gli effetti migliori si registrano nella fascia 41-60 anni, mentre l’accettabilità dell’intervento sfiora il 98%.
Lo studio conferma dunque il potenziale degli istituti culturali come luoghi di supporto alla salute pubblica, in cui l’esperienza estetica diventa occasione di apprendimento, connessione emotiva e crescita personale. È una visione che a Palazzo Maffei trova terreno fertile: la collezione di oltre 700 opere raccolte da Luigi Carlon (da Pablo Picasso a Hokusai, da René Magritte a Vassilij Kandinsky, da Antonio Canova a Giorgio de Chirico) si offre come patrimonio attivo, capace di generare impatti misurabili sulla qualità della vita.
«L’arte può essere una risorsa concreta per la salute pubblica», osserva Nosè, mentre Carlon rivendica il ruolo sociale del museo accanto a quello culturale. «Minerva», oggi modello europeo, indica una strada: integrare stabilmente le esperienze culturali nelle politiche dedicate al benessere psicologico.
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