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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliLa leggenda vuole che Paul Sérusier dipinse «Il Talismano», opera fondamentale del movimento Nabis, quasi di getto, sul coperchio di una scatola di sigari, seguendo i consigli di Paul Gauguin. Nell’estate 1888 Sérusier, nato in una famiglia benestante e cresciuto a Parigi, raggiunse Pont-Aven, bucolico borgo della Bretagna, dove si avvicinò al gruppetto di artisti che ruotava intorno a Gauguin e Émile Bernard. Un giorno, al Bosco d’Amore, sulle rive del fiume Aven, Gauguin dette una lezione di pittura all’allievo di 24 anni: «Come vedi questo albero? È giallo. Allora metti del giallo. E quest’ombra è blu? Allora colorala con del blu puro. Le foglie sono rosse? Dipingile di vermiglio», avrebbe detto il maestro secondo quanto raccontato più tardi da Maurice Denis.
È così che Sérusier dipinse il suo quadro-manifesto in cui bosco, strada, mulino diventano macchie di colore pur restando riconoscibili. La storia del piccolo quadro (27 x 21 cm) è raccontata in una mostra, «Le Talisman de Paul Sérusier. Una profezia del colore», che si tiene al Musée d’Orsay dal 29 gennaio al 28 aprile, dopo essere stata al Musée de Pont-Aven fino al 6 gennaio, grazie a un accordo di collaborazione tra i due musei firmato nel 2016.
Il quadro, che appartiene alla collezione del d’Orsay, è stato di recente studiato dai ricercatori del Centre de Recherche et de Restauration des musées de France, che per la prima volta ne hanno analizzato il supporto e hanno fatto un’importante scoperta, sfatando il mito: non si tratta di una scatola di sigari, ma di una tradizionale tavola di legno. Il supporto non era stato preparato, confermando il carattere spontaneo del quadro. Sul retro è scritto: «Fatto nell’ottobre 1888 sotto la direzione di Gauguin da P. Sérusier».
Sono allestite circa 80 opere di Gauguin, Denis, Bernard e ancora Charles Filiger, Ker-Xavier Roussel e Édouard Vuillard.

«Le Talisman», di Paul Sérusier, 1888. © RMN - Grand Palais (Musée d'Orsay) - Hervé Lewandowski
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