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Sanzia Milesi
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In Italia, il «family business» gioca in casa. La nostra nazione è infatti quarta al mondo per numero di imprese familiari (Global 500 Family Business Index 2025). A non fare eccezione è anche il settore dell’arte, dove fondazioni e aziende tramandano la propria posizione di mercato di padre in figlio. O figlia, com’è il caso di D’Uva Srl. Per chi non la conoscesse, le sue «voci» ci accompagnano nei più grandi luoghi della cultura italiana.
Quest’azienda fiorentina nasce nel 1959 grazie all’intraprendenza di Giovanni, diciannovenne innamorato del Museo del Bargello che vuole dare risposte alle domande più frequenti dei visitatori e si inventa l’audioguida. Vulcanica e audace, sua figlia Ilaria a 24 anni porta a casa il primo contratto: niente di meno che il Colosseo. Ilaria D’Uva è «la meglio gioventù»: quella in grado di mettere radici, seguendo le orme di chi aveva a fianco, per poi usare le proprie ali e spiccare in volo, puntando sempre più in alto.
Rilevate le quote dei tre fratelli, dal 2009 è a capo dell’azienda. È così che D’Uva Srl si è trasformata da «famiglia delle audioguide» in un’impresa moderna, in grado di guardare al mercato internazionale per la gestione diretta di musei e servizi museali: dalla biglietteria al bookshop, passando per il bistrò. Una realtà che oggi muove passi strategici, non più solo come fornitore, ma come attore di importanti gare e appalti, tra ArtBonus e bandi europei, con azioni strutturate che vanno dall’audioguida «teatralizzata» (con quasi 60 personaggi ad accompagnarti nel percorso, interpretati da voci di attori famosi, come Sergio Rubini ad esempio) fino a un’offerta culturale più composita che, al fine di richiamare più pubblico in visita, si apre al mondo degli eventi e delle mostre di arte contemporanea. Così pubblica anche cataloghi d’arte e dischi (con un'etichetta di Milano), senza farsi mancare un negozio a Roma in via Bergamaschi e l’attività di tour operator, il cui nome è, neanche a dirsi, Oh My Guide.
Abbiamo incontrato Ilaria D’Uva a Venezia proprio in occasione della mostra «Chiave terrestre» dell’artista napoletana Giulia Piscitelli, curata da Stefano Chiodi e visitabile fino al 23 novembre, la prima iniziativa con cui ha voluto inaugurare la programmazione culturale all’interno del Munav-Museo Storico Navale della Marina Militare, rinnovato e preso in gestione da D’Uva ad aprile 2024.
Iniziamo con le presentazioni, e con qualche dato...
D’Uva è un’azienda di Firenze che fattura sui 10 milioni di euro, ha un centinaio di dipendenti e una cinquantina di musei clienti, con gestioni museali a Venezia, Milano, Pisa, Firenze, Roma e Napoli. In alcuni casi forniamo solo servizi, in altri abbiamo la gestione diretta. Tra questi: Duomo di Milano, che è nostro cliente da 66 anni; Pantheon di Roma; Duomo di Pisa; Scavi di Ercolano; Tesoro di San Gennaro a Napoli; e a Venezia, la Basilica di San Marco, Fondazione Giorgio Cini, San Giorgio Café e il Museo Storico Navale.
Tutto nasce grazie a suo padre Giovanni nel 1959, poi lei come ne arriva a capo?
Orfano di padre dall’età di 13 anni, madre a carico, mio padre Giovanni si era trasferito dal beneventano a Firenze. Ogni domenica andava gratis al Bargello e quando sentì che la gente si domandava che cosa fossero le monete esposte, volle inventarsi uno strumento per fornire lui quelle risposte (e altre) ai visitatori. A Firenze non si aprirono porte per la sua audioguida. Ma (era il 1959 e lui aveva solo 19 anni) con gran spirito d’iniziativa riuscì a prender contatto con l’allora Arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini, futuro Papa Paolo VI, e le sue audioguide approdarono al Duomo di Milano. Nel 1992 intestò l’azienda a noi figli: a me e ai miei tre fratelli maschi. Io sono il prototipo della figlia innamorata del padre. Ancora ricordo i viaggi in macchina che facevamo, il fumo del diesel e l’odore delle sacrestie. Lo dico sempre: sono cresciuta a pane e audioguide. Nel 2009 ho acquistato le quote dei miei fratelli e rilevato l’azienda, che oggi è di mia proprietà, e in piccola percentuale di mio marito Vanni Del Gaudio, che ne è direttore creativo.
In questi anni come si è evoluta l’offerta e lei come hai «cavalcato» il mercato?
Mio padre ha inventato l’audioguida fissa, quella con le monete e le cornette del telefono per intenderci. Nei primi anni Novanta è stata la volta dell’audioguida portatile e della Legge Ronchey che ha sdoganato il ruolo dei privati nel mondo dei musei. Io volevo indipendenza: non volevo essere solo un fornitore, ma proprio partecipare alle gare per la gestione diretta. Abbiamo fatto sempre le cose in grande: il nostro «numero uno» è stato sempre sopra le righe. Primo cliente? Il Duomo di Milano. Prima audioguida interattiva digitale? Il Colosseo. Il designer delle nostre audioguide? Michele De Lucchi. Prima gestione diretta di un museo? Il Tesoro di San Gennaro a Napoli dal 2021: l’anno seguente, raddoppio dei visitatori e 80% di fatturato in più. Primo bookshop? Per la Fondazione Giorgio Cini. Primo ristorante? San Giorgio Cafè, sull'Isola di San Giorgio. Il nostro primo chef? Filippo Lamantia.
A Venezia, com’è il suo rapporto con la città?
Non ho proprio un accento veneziano, ma Venezia è una culla che mi ha accolta, com’è stato per Napoli. Avevamo già come clienti la Basilica di San Marco e Palazzo Ducale e, nel 2018, la Fondazione Giorgio Cini ci chiama per comperare dieci audioguide. Ma ecco che prendiamo in gestione tutti i servizi: apriamo il bookshop e l’anno seguente prendiamo il San Giorgio Café, il bistrò sull'isola con terrazza sulla laguna. Progettiamo un’audioguida per un percorso musicale al Labirinto Borges. Collaboriamo con il Teatro della Fenice e organizziamo concerti e registrazioni in collaborazione con la sua Orchestra. Poi ad aprile 2024 è stata la volta del Museo Navale: un luogo fondamentale per la storia della città e della nostra marina, cinque piani, per un totale di 42 sale e 6mila mq espositivi. Anche qui, abbiamo preso in gestione i servizi; aperto il bookshop; nuovo nome (Munav) e nuovo logo; nuovo sito e nuovi social; orari con maggiori aperture e un percorso di visita ampliato. In un unico biglietto: il Sommergibile Dandolo, ora visitabile tutti i giorni; il Padiglione delle Navi, messo a norma e inaugurato lo scorso marzo, e per l’occasione abbiamo anche presentato l’audioguida, anch’essa inclusa nel biglietto, che racconta il museo e i suoi reperti grazie alla voce di 58 personaggi, da Horatio Nelson a Marco Polo, da Casanova a Peggy Guggenheim, passando per Anita e Giuseppe Garibaldi fino a Guglielmo Marconi.
Come evolveranno le cose ora qui a Venezia?
Come di consueto, partiamo da un piano di interventi strutturali e arriviamo alla costruzione di un’articolata programmazione culturale. A metà settembre ha inaugurato la mostra «Chiave terrestre» di artista Giulia Piscitelli, artista le cui opere si inseriscono delicatamente all'interno delle sale nel percorso di visita. Sarà la prima di una serie di mostre di arte contemporanea in cui vogliamo investire per far parlare il museo attraverso i suoi contenuti, come stiamo già facendo al Tesoro di San Gennaro a Napoli. In primavera 2026, apriremo la caffetteria Quadro (che prende il nome dal quadro degli ufficiali), con ingresso autonomo, svincolato dal biglietto del museo, per cui è già allo studio un'offerta enogastronomica ad hoc legata ai contenuti e ai temi del museo. Sono previsti concerti ed eventi, tra cui una mostra in occasione della Biennale dell’Arte, che si tiene in Arsenale a due passi da qui. Infine grazie ai bandi di accessibilità vorrei trovare dei fondi per dar vita qui al Munav al primo «ascensore immersivo», con colonne sonore originali di giovani talenti.
Cento ne pensa e cento ne fa, si direbbe. Che cos’altro bolle in pentola?
A dicembre la città di Napoli celebra 2.500 anni dalla sua fondazione. A novembre una mostra a cura di Elena Fontanella porterà all’Istituto Italiano di Cultura di Madrid, da lei diretto, alcune delle opere più significative del Tesoro di San Gennaro. Mentre a Napoli, al Tesoro di San Gennaro, ospiteremo un’importante inedita mostra fotografica di Mimmo Jodice, di cui ancora non posso fornire altri dettagli. Per quanto invece riguarda Roma e il tour operator Oh My Guide stiamo mettendo a punto gli ultimi dettagli dei cinque percorsi su App e audioguide «Da turista a pellegrino» che mettono in rete più di 30 chiese di Roma. Saranno presentati a novembre, e faremo parlare anche la Fontana di Trevi! Inoltre, vorrei aprire un ufficio all’estero. In questo momento guardo con attenzione alla Spagna, e in particolare a Madrid. Credo sia una città strategica, viva, con tante opportunità per la cultura. Intanto stiamo avviando un progetto lì che potrebbe essere il primo passo in questa direzione, ma non posso rivelare altro. In generale, il mio obiettivo, e anche la mia forza, è vedere il potenziale di musei che altri considerano minori o dimenticati e trasformarli in luoghi capaci di emozionare, attrarre il pubblico e aumentare il numero dei biglietti emessi. È ciò che mi viene naturale fare: ripensare gli spazi, renderli vivi, restituirgli voce e valore. E poi sogno anche di trovare uno sponsor che mi affidi cinque milioni di euro per fare del Museo Storico Navale di Venezia il più bello d’Europa. E questo è un appello!

La mostra «Chiave terrestre» di Giulia Piscitelli, qui con alcuni suoi lavori, si snoda con delicatezza nelle sale del Museo Storico Navale di Venezia. © Andrea Pattaro/Vision
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